


Sceneggiatura 6,5: fedeltà ai limiti dell'estremo (solo il whisky scorre più lentamente nel proibizionismo cinematografico, n.d.b.), il pregio e il fascino del testo richleriano, senza voli pindarici o esperimenti da cinepresa.
Scenografia 6,5: Montreal che si palesa in pochi attimi fugaci (il cimitero sulla butte finale il più pregnante, n.d.b.), foliage canadese e note cartoline da Roma e New York.
Cast 7: due assi nella manica, lo strepitoso ebreo non osservante Hoffman e un Giamatti (troppo giovane nell'invecchiamento dell'Alzheimer, n.d.b.) anima perfetta del protagonista dissacrato.
Regia 6: Lewis, carneade da cassetta nordamericana, la messa in scena minima di tuffi nell'acqua e misteri malcelati in un finale affrettato, la centralità degli attori in quadretti mutuati.

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