Sceneggiatura 6,5: una ventata di autocritica occidentale, velata di autocommiserazione, incarnata da un personaggio iconico, divertente e capace di sorprendere nell'ordinato buonismo obbligato terminale.
Scenografia 6: Rennes che si intuisce da una maglia da calcio per esperti, un teatro in stile francese e un quartiere periferico di villette e graffiti che rimane impresso nella memoria.
Cast 7: strepitoso il Gautier gringo e monsieur più buono di Babbo Natale, in un concerto epidemico dove le lodi si scambiano meccanicamente con le critiche, sotto accusa la società contemporanea senza cervello.
Regia 5: (si dirà) non essenziale nelle commedie, l'incipit registico manca del tutto, limitandosi a una piatta messa in scena delle battute del soggetto con una fotografia solo di facciata.
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