Sceneggiatura 6+: canovaccio gotico puro, debordante di romanticismo letterario transilvano ottocentesco ma privo di complessità in un intreccio rallentato di ovvie piste false fino a un epilogo che riunisce il deus ex machina della tragedia greca con l'happy end della commedia americana.
Scenografia 7: pastiche titanico di croci e tombe carpatiche tra le rovine cadenti che prendono a spunto Tarquinia, Tuscania, Civita di Bagnoregio e altre amenità altolaziali. La falsità dei giardini tombali a metà tra la citazione e l'autocitazione, gli interni in plastica brutalmente campestri. 'Villa Graps' fu omaggiata da Argento in Phenomena.
Cast 6: staticità harkeriana di espressioni precodificate per il Rossi Stuart padre, la Dali convincente strega di monete e coltelli, a completamentio di un rosario di villici superstiziosi.
Regìa 7: invenzioni visive a ripetizione, dalla scala a chiocciola (poi ripresa in Norimberga, n.d.b.) alla bambole di porcellana sfumate nell'incubo, dalla palla che salta in corridoi prekubrickiani alle finestre di visi e mani preargentici. Comunque sopravvalutato.
Nessun commento:
Posta un commento