Sceneggiatura 6,5: omaggio referente al thriller di spionaggio dei '70, trama autoctona ad autodistruzione parziale, colpi di genio accanto a forzature eccessive. A perenne memoria di un passato e di un presente italico con qualche problema la figura di Umberto Calvini.
Scenografia 7: Griebe, il nessuno dei famosi secondi di celebrità, la ricostruzione del Guggenheim è così veritiera da ingannare chiunque. La sede della Volkswagen (camuffata da banca lussemburghese, n.d.b.) un interessante documento di scarsa reperibilità. Spruzzate cartolinesche dal Bosforo.
Cast 5,5: Clive Owen già dal cappotto col bavero rialzato immediatamente riconoscibile come buono senza macchia, un deficit di ironia per porsi come prototipo hipcressiano del nuovo millennio. Scadenti nella resa molti dei 'cattivi'.
Regìa 5,5: Lola ha corso tanto, e Tykwer la omaggia con una frenetica battaglia a distanza degna dei giorni migliori di 007. Spettacolo e azione non pregiudicano quanto la pochezza dei dialoghi in situazioni chiave.
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