martedì 17 gennaio 2012

Cinema austriaco/Il nastro bianco





Sceneggiatura 10: geniale premessa giustificativa di un substrato di odio portato alle estreme conseguenze dalle guerre mondiali, la tranquilla vita di distruzione quotidiana ad apparenze e obblighi dovuti, l'amore vero come sanità mentale in fuga.
Scenografia 8,5: locations ex-DDR che si adattano in maniera simbiotica con la crudezza dei mattoni nei ciuffi spontanei dei giardinetti, piazze di acciottolati a birra e interni chiusi di punizioni.
Cast 8: con la sola eccezione del pessimo Buck nel ruolo del padre di Eva, tutta la truppa è siginificativamente dentro la storia, dal barone Tukur al medico Bock, sino all'apice drammatico del pastore Klaussner.
Regìa 9: il bianco e nero tarato sulle emozioni, il grigio dei campi nell'inverno lontano dal cuore, il buio pesto dei banchi di scuola dei sacramenti, il latte cangiante delle corone di fiori della finzione. Capolavoro registico per inquadrature estetiche e simbologia drammatica, in bacheca tra i migliori film di sempre. Palma obbligata.

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