martedì 17 gennaio 2012

Cinema belga/Il silenzio di Lorna





Sceneggiatura 7: l'humanitas imprevistamente improvvisa di un'immigrata albanese in cerca di cittadinanza EU, la coscienza del rimorso familiare, l'abbandono delle cattive compagnie, la fuga di disperazione avanzata verso la follia della solitudine.
Scenografia 6: il Belgio vallone di una Liège calatravata, di bus patriottici e poche infilate di case in mattoni anneriti dall'inquinamento, di piazze verdi e dancing per stranieri al retrogusto amaro di una pintina di Jupiler.
Cast 7: rivelata alle platee occidentali Arta Dobroshi, European Award di una tenacia scemante nei propositi di uno snack bar arrivista, convincente anche il fedelissimo Renier negli spasmi ripetuti del tossicodipendente cronico.
Regìa 6,5:
i Dardenne coniugano la lentezza quotidiana della cinematografia francese con la tragicità senza speranza dei film belgi, gli eventi clou rimossi dalle riprese per lasciare spazio a banconote e buste, minimalismo estremo e suoni sordi dell'ambiente circostante.

Nessun commento:

Posta un commento