Sceneggiatura 5-: di stereotipi campa la cinepresa tricolore, attraverso la solita umanità antiana che si muove secondo la regola delle 3d (disparata, disperata e disperante). Il finale maiorquino totalmente fuori contesto.
Scenografia 7,5: vero, la capitale è ridotta a (magnifici) viadotti e passaggi ferroviari notturni, esemplificando attraverso le fioche luci al neon la vuota piattezza dei personaggi narrati.
Cast 5: troppi attori in difficoltà (cit.), in particolare le controparti maschili di claustrofobia, rabbia repressa e sordità.
Regìa 6: Tavarelli non toppa, alternando con serafica calma le vicende del suo zoo mediocremente nazionalpopolare attraverso quello stile giovanile invecchiato tipico di molta gavetta emersa con difficoltà.
Scenografia 7,5: vero, la capitale è ridotta a (magnifici) viadotti e passaggi ferroviari notturni, esemplificando attraverso le fioche luci al neon la vuota piattezza dei personaggi narrati.
Cast 5: troppi attori in difficoltà (cit.), in particolare le controparti maschili di claustrofobia, rabbia repressa e sordità.
Regìa 6: Tavarelli non toppa, alternando con serafica calma le vicende del suo zoo mediocremente nazionalpopolare attraverso quello stile giovanile invecchiato tipico di molta gavetta emersa con difficoltà.
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