martedì 17 gennaio 2012

Cinema neozelandese/Un ponte per Terabitha





Sceneggiatura 4: ridicola produzione di formazione infantile disneyana, la morale indirizzata a fuggire la drammaticità della vita in un mondo di fantasia 'forever'. Ingenuità più che datata per una produzione del terzo millennio.
Scenografia 6: Auckland appare maestosa di svincoli a quattro corsie e timpani di scalinate monumentali, il computer a ricreare la vallata terabithiana del re e della regina.
Cast 5,5: Anna Sophia Ribb regala le uniche note intonate della produzione, credibilissima ribelle in fieri di un destino in agguato, il sipario cala tardi sulle interpetazioni penose di americani per forza di cosa poco kiwi.
Regìa 3: un animatore ungherese (tal Csupò) dietro la cinepresa, finzione fantasy relegata nel trailer, piatta sequenzialità da telefilm statunitense cui il magico risulta totalmente estraneo e incomprensibile.

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