Sceneggiatura 5: trattato antropologico dolpiano estremamente interessante nei limiti delle sue funzioni sociologiche, inadeguatamente supportate da un tentativo tragicomico di trame a colpi di sospetti e riappacifazioni celesti.
Scenografia 8: tra mandrie di yak e carovane di sciarpe rododendriche il panorama spazia di luci e nebbie sulle vette innevate della catena montuosa per antonomasia.
Cast 6: attori tibetani per le parti di rilevanza, figuranti montani di un realismo naif che viene a mancare quando il pathos prevarica la quotidianità.
Regìa 6: Valli, notorio fotografo al saldo della geografia nazionale, pennella voli di rapaci su cadaveri a brandelli, facendo delle cime del titolo i principali protagonisti.
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