martedì 10 gennaio 2012

Horrorland/Marebito


Sceneggiatura 5,5: vivevano tra noi già tanti anni prima che Shimuzu rispolverasse il mito del vampiro, litri di sangue e terrore come stadio finale della ricerca dell'io. Allucinazioni visive da trademark e plausibili spiegazioni differenti a giustificare, ma i Dero di citazioni colte nn valgono la lunghissima traversata dell'ade di Edo.
Scenografia 6+: Tokyo di ottimi flash, toilettes pubbliche di periferia e stazioni della metropolitana, mercati di stoffe e prospettive di case da filmare dal treno, inutili le finte guglie di vetro (molto pauer, n.d.b.) della città sotterranea.
Cast 6,5: credibile il regista (di altre pellicole, n.d.b.) Tsukamoto nel suo cammino ossessivo di telecamere ghettiane, Miyashita enfant sauvage di buio e biberon rossi.
Regìa 6-: la voce narrante spezza largamente la tensione di case di cartonato a nascondere cadaveri e censure televisive di riflessi di morte, nessun colpo di scena in un horror psicologico dalle ottime riprese digitali ma senza la verve corridoiale tipica di un J-horror.

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