Sceneggiatura 4,5: l'impellenza di un ennesimo sequel privo ormai di ogni fascino, depredato di tutte le possibili varianti sul tema, impoverito dal trascinarsi metodico della maledizione del secondo episodio. Chiudiamola qui, Shimizu.
Scenografia 6,5: pochi ma significativi shots di Tokyo e Chicago, usuale riproposizione di scale e corridoi fin de siècle.
Cast 4: impresentabili i traini femminili Smith e Braddy, non c'è alcuna parvenza di verosimiglianza nelle recitazioni.
Regìa 5: caro Wilkins, la paura è un sentimento che nasce dal profondo, inutile copiare i numeri di stanza da Kubrick, i fantasmi bianchi del tuo elegante prodotto non hanno nulla del terrore che sprigionavano gli originali juoniani.
Scenografia 6,5: pochi ma significativi shots di Tokyo e Chicago, usuale riproposizione di scale e corridoi fin de siècle.
Cast 4: impresentabili i traini femminili Smith e Braddy, non c'è alcuna parvenza di verosimiglianza nelle recitazioni.
Regìa 5: caro Wilkins, la paura è un sentimento che nasce dal profondo, inutile copiare i numeri di stanza da Kubrick, i fantasmi bianchi del tuo elegante prodotto non hanno nulla del terrore che sprigionavano gli originali juoniani.
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