Sceneggiatura 8: cultura popolare degli anni '00 (paradigmatica la scena d'amore infantile all'IKEA), un dramma romantico che trova credibile linfa dall'esperienza personale, l'asetticità circostante condizione imprescindibile per il contrasto atono tra micro e macro storie di quotidianità lavorative e sentimentali. Nell'assurda traduzione italica del titolo si perde il gioco di parole che vidima il film nel suo epilogo a denti stretti (Autumn).
Scenografia 7: pioggia acida, design e architettura, il tris d'assi della città degli angeli conquista di umanità probabilissime e panoramiche (a)tipiche.
Cast 8,5: standing ovation per la Deschanel prototipale manic pixie dream girl, le pulsioni tardo-adolescenziali di Gordon Levitt parimenti riflesse in smorfie e sospiri degni del vero amore fantasticato.
Regìa 8: navigato direttore di videoclip al debutto cinematografico, Webb mescola genialmente le cartoline temporali dell'azienda, la suddivisione dello schermo in un'infanzia raffrontata, il feticcio della panchina un testimone scomodo dei giorni annientati dalla fine di un amore. Talento forse sprecato al servizio della saga spidermaniana.
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