Sceneggiatura 8: la sofferenza unisce le persone di un mondo estremamente variegato, da Tokyo alla California, dal Marocco al Messico, spargendo l'universalità del dolore dalla torre babelica delle lingue. Morale pregnante, solo leggermente forzata a posteriori.
Scenografia 9: magistrale la fotografia di Prieto, parificatrice e profonda in tutti i sensi di viadotti a ideogrammi e villaggi del deserto, paccottaglia bianco rosso verde di confine e cucine del grande sogno.
Cast 7,5: Cate Blanchett nella sua miglior interpretazione di dolore manifesto e intenzioni ultraterrene, Pitt regolare pilastro di dignità trasmessa, grande rivelazione Rinko Kikuchi, realismo estremo nel cast marocchino, manca qualcosa paradossalmente proprio nel natio Mexico.
Regìa 9: ogni tassello si incastra magnificamente in una sinfonia di suoni, colori e emozioni forti, la scomposizione arriagana viatico e non già limite di riprese vorticose, il teorema del film perfetto ridefinito dalla lunghezza programmatica babeliana.
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