martedì 17 gennaio 2012

Cinema francese/Giù al nord





Sceneggiatura 6,5: pregiudizi facili e caratterizzazioni sfrontate, a metà tra la commedia di puro intrattenimento e l'amara riflessione dei muri ancora da abbattere nel ventunesimo secolo. Break improvvisi da comiche mute, manierismo circolare assolutamente filtrabile.
Scenografia 7: il profondo nord di canali e beffroi già fiamminghi, Bergues turistica dopo tutto, le profondità minerarie dismesse il contraltare dell'intravista
eleganza lillois.
Cast 6,5: i due 'arabi' (quale occhio ti sei ferito, Jean Marie?, cit.) un improvvisato sodalizio circense (eloquenti le scene tagliate sui titoli di coda, n.d.b.) che perde smalto realistico nei dialoghi 'seri' di amori in fotocopia.
Regìa 6:
il protagonista Dany Boom mette in scena una pièce immortale sul potere dell'ignoranza del non (voler) conoscere, punteggiata di pura comicità (conservata nel doppiaggio, n.d.b.) ma anche di cliché cinematografici stantiamente obsoleti. Pathé c'est jamais grand chose (R).

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