Sceneggiatura 7: palinsesto ammanitico di provincia italica particolarmente degradata, ignoranza all'ennesima potenza di idee mutuate, redenzioni sempre a disposizione tramite pentimento, come dio comanda.
Scenografia 8: il nulla urbanistico di un'enclave pedemontana friulana, cave e chiese contigue, il finto bar a richiamare analoghi scenari di fumi alcolici di disperazione (da Il Resto della notte, n.d.b.).
Cast 6,5: gli Zena sufficientemente resi da Caleca e Timi, discreto Germano nel ruolo pivotalmente difficile di Quattro Formaggi, promosso il De Luigi serio.
Regìa 6,5: Salvatores ancheggia, ripesca i colpi di cinepresa moderna dei suoi deliri futuristici, prolunga eccessivamente la scena madre nel buio fangoso di una strada secondaria, liberando at last il film dai menicoli tramici di una lettura troppo fedele.
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