Sceneggiatura 6: scivola, vai via tentazione storiografica di un'Italia da farsi, rimanda il complicato sentimentalismo da fatto di cronaca ai momenti coinvolgenti, oscurando affettazioni connettive e drammaticità fuorvianti.
Scenografia 7: la nota meastria avatiana agevolata dai ricordi dell'infanzia, tutte un po' simili ma nondimeno riuscite le ambientazioni della Bologna fascista.
Cast 7: il petrolio in un ruolo serio vede crollare la propria quotazione al barile solo nell'ingloriosa fuga dalla fucilazione, data per scontata da alcuni critici ma comunque ben sopra le righe la prestazione di Silvio Orlando.
Regìa 7-: omogenee riprese brevi, tagli prospettici, il buio delle stanze della figlia a riproporre il mistero prima e il dolore poi, equilibrio tra narrazione e narrato che si sfilaccia di titoli di quotidiani prima di ricompattarsi un po' troppo monoliticamente davanti all'insegna del prossimo film.
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