martedì 17 gennaio 2012

Cinema italiano/Mio fratello è figlio unico





Sceneggiatura 6,5: lotte attuali di vita ciclica tra fascisti e comunisti nel substrato popolarissimo della provincia laziale del '68, equidistanza politically correct dai due estremi, un filo di buonismo italico di troppo.
Scenografia 7: il pontinato di Latina a regalare suggestioni di panni stesi e campanili nello stile del ventennio, autofficine di insegne blu e piatti tramonti circostanti.
Cast 7,5: attori spesso in difficoltà (Zingaretti, Popolizio,  obviously Scamarcio) qui miracolati da un livello complessivo incredibilmente alto, che ha nella madre (Finocchiaro) e nel protagonista (Germano) due esempi di perfetta immedesimazione.
Regìa 6-: brusco il passaggio da un attore all'altro, Luchetti svuota il suo contenitore di un drammatismo congenito per consegnare troppo semplicisticamente le chiavi dell'ottimismo a un microcosmo reso universale dall'orizzonte conclusivo.

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