Sceneggiatura 5,5: potenzialità inespresse in un sequel tutto sommato insipido nella sua scorrevolezza, un salto temporale di anni senza diavolerie, uno sguardo magnetico che uccide in maniera sovrannaturale tra ghiacci all'hockey e boschi innevati, una madre adottiva discepolo.
Scenografia 7+: ritmi da Bud Spencer e Terence Hill, ma notevoli scorci di Akko nell'introduttiva corsa in jeep, poi una serie di amati sfondi chicagoani di interni museali e grattacieli di un grigio molto late 70's.
Cast 5,5: dimenticando i due pagliacci del cappello, è buona l'adesione al personaggio dell'ormai anziano William Holden, ma i contorni sembrano presi direttamente dai telefilm dell'epoca.
Regìa 6: edulcorando ulteriormente il messaggio del primo episodio, gli episodi damienici si succedono con precisione, senza tensione né precipitazione in un compitino di riprese ancora sufficientemente ispirate.
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