Sceneggiatura 8,5: script meravigliosamente fantastico che ebbe un imprinting netto sul mondo esterno, la sindrome di Zelig derivata dalle sedute della stanza bianca, il vocabolo sinonimo eterno di trasformismo. Imprescindibile.
Scenografia 6,5: l'America della grande depressione (con qualche puntata in Europa), i filobus e i cartelloni pubblicitari degli anni venti a Times Square.
Cast 6,5: stranamente intimidito il grande protagonista, a disagio sulla poltrona di fronte all'ottima partner domestica Farrow.
Regìa 9: collage incredibile, finto documentario con spezzoni di interviste, narratore, film tratti dalla vicenda e foto invecchiate. La comicità è in larga parte indiscutibile. Semplicemente geniale.
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