Il realismo magico così brillantemente esposto in Cent'anni di solitudine lascia qui la scena alla storia con la S maiuscola, poche finzioni aggiuntive per romanzare la fine del più grande uomo del Sudamerica, in uno stile letterario assai simile alla Cronaca di una morte annunciata. Tribolazioni presenti e glorie passate rivivono nella pagine magnificamente pennellate, di battaglie vittoriose mai in campo e dettagli quotidiani più volte sottolineati, l'uomo Simòn Bolivar il vero grande interesse del libro, la metafora di un ultimo viaggio a colorarsi di malinconia per gli spiriti liberi sconfitti dalla praticità del conflitto, dall'ineluttabilità della diatriba. VOTO 8
Nessun commento:
Posta un commento