La struttura capitolare, fortemente scollegata, fa sì che parti dello stesso romanzo breve abbiano pesi e valutazioni differenti, nonostante uno stile approssimativo di fondo precipitoso e freddo. Indecenti nella loro inverosimiglianza i ricordi degli sfaccendati giramondo protagonisti e la dura vita sfortunata del capitano della nave, pure sequele di nomi e situazioni del tutto improbabili. Ingenuo e degno di ben altra narrazione il segmento Villa Rosa, di prostitute e hostess ancora una volta lontane dalla credibilità. Sufficiente prevalentemente per i pochi toni bui e spennellati della capitale panamegna (cit.) la sezione sulla solitaria esistenza disperata a vodke gabbieriche (questa sì un filo verosimile). Nel finale un personaggio nuovo che destabilizza la vicenda aggiunge gustoso realismo magico di fantasmi amatori e ineluttabilità del destino tra ombre di triangoli e imbarcazioni abbandonate. Ma è tardi per risollevare il libro. VOTO 5
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