martedì 30 marzo 2021

Letteratura classica/Onetti

 















Un universo asfissiante dove non accade mai nulla, ci vuole maestria nello scrivere e nel tinteggiare i personaggi per portare avanti l'ultimo capitolo della saga del più famoso dei personaggi onettiani. Un teatro dell'assurdo che trova la sua collocazione a fianco del realismo magico della narrativa sudamericana. VOTO 7/8

giovedì 25 marzo 2021

93rd Academy Awards/Nomadland

 

Sceneggiatura 7,5: vite ai margini piene di una dignità che altri non hanno, nel loro comodo letto al piano superiore di una villetta, periferia dello spettro della società, picco emozionale dei sentimenti.
Scenografia 7: non è un road movie che faccia innamorare degli States, questo, tra rocce desertiche secondarie e fabbriche immense, campi di caravan e costiere piovose.
Cast 8: un personaggio che non sembra nemmeno tale, di un realismo estremo nei dialoghi e nella mimica, in una sinfonia degli ultimi che suscita profonda commozione.
Regia 7: l'estetica non è una priorità, per questa telecamera nervosa che interrompe scene sul più bello e ne inserisce di brevissime, sempre e solo a sottolineare il prevalere del messaggio sulla forma.




93rd Academy Awards/Mank

 

Sceneggiatura 6,5: grande interesse per la genesi di un capolavoro dei primi anni della grande industria cinematografica che è in procinto di trasferirsi in Florida, intrallazzi politici sullo sfondo, il dramma isolato del genio non riconosciuto.
Scenografia 7: qualche scena della Los Angeles di Nero, quell'Hollyoodland che non finisce di ispirare scritte sulle colline e film con quel suffisso nel titolo.
Cast 6,5: Oldman ruba la scena, forse più bravo sul campo che non sul letto della sua ispirazione alcolica sul vissuto personale, (forse) volutamente pallido il ruolo di Orson Welles.
Regia 6,5: esageratemente didascalico il continuo ping pong di scritte su location e date dei flashback, il bel bianco e nero da solo non può fare tutta la pellicola in assenza di un ritmo narrativo coinvolgente.




93rd Academy Awards/Il processo ai Chicago 7

 


Sceneggiatura 7,5: il piglio della vicenda importante, la denuncia nella denuncia, le tante sfaccettature di un paese che non smette di narrarsi attraverso le sue contraddizioni e i suoi grandi punti di forza.
Scenografia 6: aule di processo, giardini di manifestazioni vietate, sale riunioni di imputati già condannati, l'aura dell'onestà sulla controparte, che è sempre l'individuo che fa la differenza.
Cast 7,5: eccezionale Baron Cohen con il suo personaggio ironico e provocatorio, Langella un giudice vecchio stampo perfetto, la storia si celebra con pagine e ricostruzioni esemplari.
Regia 7+: il filone processuale è notoriamente noioso, almeno per chi scrive, ma qui non si accusano mai cali di tensione, grazie all'inserto dei ripetuti flashback. Notevole il finale, da vera standing ovation.



mercoledì 10 marzo 2021

Cinema italiano/EST


 














Sceneggiatura 7: bella, semplice e avvincente storia vera di un viaggio nel profondo est in trasformazione nell'era del crollo dei Muri di Berlino.
Scenografia 7,5: immagini voluttuose di una quotidiantà romena che supera il cortile monumentale del castello 'di Dracula' per perdersi dietro ai bicchieri di grappa negli appartamenti della periferia bucarestina.
Cast 7: sono giovani, sono ingenui, sono perfettamente provinciali i ragazzi chiamati a dare un volto diverso alle coinvolgenti avventure emotive nel bel mezzo della storia di un altro paese.
Regia 7,5: c'è grande sensibilità di narrazione, con quadretti d'epoca ben raccolti in pause descrittive, un ritmo che non è mai né lento né veloce, ma segue opportunamente gli eventi. 

Thrillerland/Animas

 

Sceneggiatura 7: visioni, sermoni, scelte, situazioni che viviamo senza poterle controllare, o con il piccolo ausilio di una mente che genera mondi alternativi, forse troppo evidenti per poter essere chiamati twist.
Scenografia 6,5: una casa 'stregata' che richiama vagamente REC, le scale di un incontro e un ascensore che non funziona mai, appartamenti vuoti di fantasmi.
Cast 6,5: preoccupazioni vaghe come il mondo dell'adolescenza, introspezione onirica, frammenti di avvenimenti da rivivere sulla scena di una quinta teatrale metacinematica.
Regia 7,5: omaggi, i più evidenti alla tricromia argentica che si carica di significati ulteriori, nonché alle porte dimensionali di Lynch nei sogni di una creatura sognata. Estetica TOP.