venerdì 21 dicembre 2012

Darkane Discography


Ennesima band della galassia svedese che cerca una via personale al thrash melodeath.


DEMONIC ART (78) cover 47
Leaving existence (77) Demonic art (78) Absolution (78) Execution 44 (79)
Demigod (77) Soul survivor (79) The killing of I (78)
Still in progress (81) Wrath connection (77)


LAYERS OF LIES (79) cover 60
Secondary effects (80) Organic canvas (82) Fading dimensions (79)
Layers of lies (79) Godforsaken universe (80) Vision of degradation (78)
Contaminated (78) Decadent Messiah (78) The creation insane (77)


lunedì 17 dicembre 2012

Horrorland/Don't click


























Sceneggiatura 4: prosciugata ogni possibile deriva sostenibile di spettri e nastri, la storia perde da subito ogni logica contorcendosi in una serie di eventi senza un vero filo conduttore (al di fuori della fretta).
Scenografia 6: provincia coreana che allinea uffici governativi, case dalle scale in legno, strade di negozi aperti 24 ore e noti grigi condomini spettrali.
Cast 5: la star attesa (Park-Bo young, n.d.w.) vacilla né più né meno delle controparti maschili, storicamente sempre un filo inadeguate nei film del filone.
Regia 5-: non è certo una novità che l'era d'oro dei k-horror (e più in generale di tutta la paura asiatica) sia tramontata da un pezzo, ma piange il cuore a vedere certi registi totalmente incapaci di produrre il pathos dell'esteticità notturna del genere.

65th Cannes Film Festival/Audiard




Sceneggiatura 8: speranza in un mondo vuoto di interessi e che tira a campare, amore come valvola di sfogo indispensabile per liberare le potenzialità migliori, tragedie come parte del quotidiano di ognuno. Vero e sincero.
Scenografia 7: Antibes fuori dagli schemi di periferie povere e combattimenti clandestini, arene di orche assassine e spiagge sassose lontane dai riflettori.
Cast 8: interpretazioni notevoli, il disincanto della Cotillard e la superficialità del belga sulla cresta dell'onda, il contributo dei colleghi di lavoro a supportare una recita che non sembra tale.
Regia 8: erede a tutti gli effetti della grande scuola del cinema francese, Audiard attualizza i temi con una profondità di visione che crea scene di maestosa commozione (il ghiaccio di Kieslowski) e mille brevi esteticità a cinepresa solo apparentemente dimessa.


sabato 15 dicembre 2012

Il mito Carné/L'amore e il diavolo



Sceneggiatura 5: favoletta medievale di imposizioni di censura e morali traslate senza impegno alcuno, il diavolo e il male, l'amore e il bene, la sceneggiatura e il vuoto di tre versioni da confrontare.
Scenografia 7: bianco castello del b/n, splendida ricostruzione plastica dei manieri dei menestrelli, delle corti dei sovrani, il diavolo indossa un completo preD&G di rossi e neri intuibili.
Cast 6: considerando i nomi sul cartellone, la resa è senz'altro deludente, di limiti autoimposti che scimmiottano il possibile, di caricature senz'anima che la leggerezza non sa autenticare.
Regia 7: Carnè sbarca in territorio straniero, lontano anni luce dalle romantiche strade di casa, e affina per senso di adattamento le armi secondarie della ripresa artistica non potendo usare la drammaticità usuale. Le tecniche quasi pittoriche valgono la visione della pellicola.


Il mito Rossellini/Paisà



Sceneggiatura 8: episodi di unità narrativa e stilistica, precarietà di situazioni viste da punti di vista molteplici, la storia dei mille piccoli eventi, il popolo di parte del mondo nelle sue sfaccettature.
Scenografia 7: Firenze lascia immagini vivide di strade deserte da una finestra chiusa, sotterranei indimenticabili nella fortezza 'siciliana', caos romano e cupa fotografia claustrofobica da convento.
Cast 6,5: nella coralità a molte voci alcuni assoli sono per forza di cose meno riusciti, contribuendo alla patina neorealistica del tutto, tra soldati americani, e nazi-fascisti, prostitute capitoline e preti bolognesi.
Regia 9: privo di estetismi fini a se stessi, si prodiga nel collezionare immagini di una verità da fotografia, nel riuscito collage storico di narrazioni in progredire. Manifesto e capolavoro.



venerdì 14 dicembre 2012

Letteratura contemporanea/Arundhati Roy


Stile brillante senza artefazioni eccessive, scomposizione temporale che seppur abusata trova ragion d'essere nel bellissimo finale erotico, tra le paludi e i futuri hotel di lusso di un Kerala figlio di rappresentazioni di Kathakali, rivoluzioni comuniste e industria locale in disfacimento. Brillante introspezione di personaggi credibili, un vivido abuso di minore, l'enunciazione ripetuta di massime universali nel dominare di visioni preadolescenziali. Può succedere tutto a chiunque, per cui meglio essere preparati. VOTO 8



giovedì 13 dicembre 2012

Loach Filmography/Bread and Roses



Sceneggiatura 6,5: Loach sbarca negli Stati Uniti e lo fa con gli occhi di chi sa contestare a ragione tutto un sistema lontano anni luce dall'immagine autoriflessa, senza gli eccessi comunistoidi di altre pellicole.
Scenografia 6: Los Angeles non brilla (e come potrebbe) tra uffici di un funzionalismo decrepito e note periferie disastrate di gangs e contrabbando umano, la marcia finale restituisce involontariamente una fotografia degna della vicenda.
Cast 7: tra immigrazione impiantata più o meno stabilmente e le contraddizioni di chi è troppo legato a una terra per viverne un'altra, è gara a distanza tra Padilla e Carrillo, più osservante alla ligia mediocrità Brody.
Regia 7: è il solito cinema inconfondibile del rosso britannico, intensamente riempito di brevi momenti topici, lunghe pause discorsive e improvvise e folgoranti intuizioni visive.


Scorsese Filmography/Re per una notte



Sceneggiatura 8: di genio e di commedie nere, l'ironia autobilanciata del pendolo, il linguaggio metafisico della celebrità, il nodo al pettine finale dai sentori onirici ad autocitare Taxi Driver.
Scenografia 7: NYC plasmata su misura per la storia, tra i bar deserti della Fifth Avenue e le luci spente di una Times Square diurna, laterali alberate e colorismo di interni assolutamente 70's.
Cast 8: ennesima interpretazione magistrale per De Niro-Pupkin di barzellette polverose e provincialismo, il distacco di Lewis dà introspezione adeguata al personaggio chiave del conduttore televisivo.
Regia 8: opera d'arte in due atti, filo narrativo a intervalli irregolare, classiche riprese panoramiche, montaggio a spezzare e ricomporre il sogno americano. Imprescindibile.


martedì 11 dicembre 2012

Cellador Discography


Dalle profonde pianure statunitensi uno speed melodic power che arranca.


ENTER DECEPTION (79) cover 56
Leaving all behind (80) A sign far beyond (79) Never again (79)
Forever unbound (78) Seen through time (79) Wakening (78)
Releasing the shadows (78) No chances lost (80)


Demonic Resurrection Discography


LONG LIVE INDIAN METAL! Mix unico di melodeath, black e prog.


THE RETURN TO DARKNESS (81) cover 74
Where dreams and darkness unite (82) The warriors return (79) A tragedy befallen (82)
The unrelenting surge of vengeance (80) Bound by blood, fire and stone (80)
Lord of Pestilence (79) Dismembering the fallen (81) The final stand (81) Omega, I (82)


A DARKNESS DESCENDS (82) cover 75
Dreams of the dead (85) Apocalyptic dawn (82) Behind the mask of God (80)
Carnival of depravity (82) Spirits of the mystic mountains (82)
Where shadows lie (82) A darkness descends (83) Invoking the demons (80)
Frozen portrait (84) The summoning (82)

lunedì 10 dicembre 2012

Beneath the Massacre Discography


Technical death as it should be, and Quebec is ruling the metal world...


INCONGROUS (84) cover 70
Symptoms (87) Hunted (83) Left Hand (82) Hopes (84) It (83) Light (81)
Pedestal (83) Grief (84) Damages (86) Unheard (85)


DYSTOPIA (83) cover 55
Condemned (82) Reign of terror (82) Our common grave (82) Harvest of hate (83)
The wasteland (83) Bitter (84) Never more (82) Procreating the infection (84)


MECHANICS OF DYSFUNCTION (82) cover 69
The surface (82) Society's disposable son (84) The system's failure (82)
The stench of misery (81) Modern age slavery (81) The invisible hand (81)
Better off dead (83) Long forgotten (82) Sleepless (82)


giovedì 6 dicembre 2012

Scorsese Filmography/Toro scatenato




Sceneggiatura 7+: come rendere interessante una biografia, un personaggio abba famoso, Giacobbe La Motta, di incontri sfumati e vissuti in prima persona, di quotidianità a bistecche, bordi di piscine e finestrini,
Scenografia 6,5: il Bronx del b/n non si distingue dalle semicentralità newyorkesi di marciapiedi di vita e locali notturni, ring gardeniani e avanspettacolo florido da fine commedia.
Cast 8,5: il ciuffo del pugile impiantato su fisionomie note ed estranee, la violenza rigurgito ovvio di ambienti evidenti, Pesci pari nel tesa a testa con De Niro sino al monologo terminale dello specchio.
Regia 8: classe e narrativa, episodicità selezionata, veraci scene familiari di contorno, la cinepresa di Scorsese offre compassione e verità, storia e abbandono, disillusioni e regole.