lunedì 29 settembre 2014

Horrorland/The Complex

 
 
Sceneggiatura 5: un deus ex machina da locandina, storie ripetute di complessi residenziali posseduti, la totale concessione dello script alla prevedibilità.
Scenografia 7: scatti condominiali, numeri in tre cifre, parchi giochi di rivelazioni, appartamenti vuoti e piccoli groceries di quartieri verdi e periferici.
Cast 5-: realismo da cartolina, un bimbo che salta, una madre che sforna, un padre seduto al tavolo, una protagonista venuta dal J-pop a lasciare memorabili maschere di falsa paura.
Regia 5: Nakata e i fasti lontani di Dark water, un decennio intercorso a raffreddare la passione, lunghi momenti di tensione psicologica sprecati da scene clou grottesche e scare-free.
 

domenica 28 settembre 2014

Horrorland/Rigor Mortis



Sceneggiatura 6: omaggio al vampire style della TV di HK, contaminato un po' troppo da manuale con i crismi classici dell'orrore orientale, cosmicità di fondo e paura spesso solo sulla carta.
Scenografia 7: un condominio-carcere esageratamente isolato, chiuso e fatiscente, capace comunque di regalare suggestioni asiatiche profonde in larga misura grazie allo spettrale ristorante interno.
Cast 6,5: vampiri e mostri, bambini albini e madri che custodiscono segreti, fantasmi gemellari, imprenditoria mafiosa da comunità chiusa, la furia omicida della sopravvivenza.
Regia 6: padronanza di mezzi dosata in proporzioni rispettose, l'incubo onirico che trascende spesso nella narrazione, dal cantopop all'horror il salto non è poi così impegnativo.

sabato 27 settembre 2014

Letteratura classica/Balzac XI


Balzac dedica un tomo della sua opera capitale alla decadenza della nobiltà, con punte di nostalgia evidenti iniziali e conclusive, nel rimescolamento di carte sociali dato per assodato dal narratore-alter ego dello scrittore stesso. La vita parigina di grandi dissipatezze prevale finalmente sulla chiusura di una piccola cerchia di campagna (da cui il titolo del romanzo, n.d.w.), tra i locali dei grandi boulevards e le dame da prendere in spose, l'illusoria trama da giallo processuale piuttosto stantia e ricca di cliché. Lontano dai suoi migliori lavori. VOTO 6,5



venerdì 26 settembre 2014

Polanski Filmography/Venere in pelliccia

 
 
Sceneggiatura 7,5: opera teatrale trasformata in cinema d'autore, la qualità dei testi e la capacità di movimento, il ritmo incalzante e il ribaltamento dei ruoli.
Scenografia 6,5: uno splendido viale parigino al computer, lo spettatore ci entrerebbe ma è nell'ingresso di un austero teatro seimiperiferico che si muove la matassa scenica.
Cast 8: l'interesse continuato verso la pellicola coincide in larga misura con l'interpretazione sublime della Seigner, le cui mosse dettano le risposte della cinepresa in un ulteriore scambio speculare dei ruoli.
Regia 7: il limite autoimposto dallo script riduce all'essenziale lo stile registico, i piani sequenza si alternano ai primi piani, l'estetica complessiva evidentemente da palcoscenico.
 

lunedì 22 settembre 2014

Venezia 70/Rosi

 
 
Lento, palpabile ed eterno, il sacro raccordo anulare racchiude la città in un guscio tentacolare, una metropoli dalle mille vite che ogni giorno racconta storie speciali come le cinque su cui si sofferma il documentario, inframmezzandone brevemente altre tra anguille e piante da coltivare, ville da affittare e stanze da condividere. Poesia che cola.
 

Venezia 70/Avranas

 
 
Sceneggiatura 8: storie di una vita vissuta nell'incubo, maschilismo ancestrale che trascende nell'abuso incestuoso ripetuto e sistematico, l'apparenza di una società integra solo nel proprio marciume diffuso.
Scenografia 7: spiragli di ellenicità lontana, cortili di prostituzione, parcheggi di scocciature burocratiche, la prigione dalle tante stanze per promesse da disattendere ('oggi/domani andiamo al mare').
Cast 8: un padre che assume la violenza come una regola, la follia della depravazione nella normalità del tran tran quotidiano di vecchie auto e posti di lavoro, belle ed espressive le figlie/nipoti.
Regia 8: grandissima padronanza dei mezzi registici, brevi scatti di tragedie, lunghissimi piani sequenza di domande senza una risposta plausibile, il mattatoio finale fuori scena. Echi pregressi di Kynodontas un confronto vinto.
 

lunedì 15 settembre 2014

Venezia 70/Garrel

 
 
Sceneggiatura 6,5: l'eterno dramma dei rapporti sentimentali, in una rappresentazione bohemienne contemporanea, la modernizzazione del figlio diviso tra i genitori.
Scenografia 6: quattro mura di interni francesi, un parco di lunghe passeggiate e chiacchierate a tre, la notte che richiama alla mente il bianco e nero della Nouvelle vague originale.
Cast 7: tutta l'ambizione soffocata, l'ambiguità del non prendere decisioni, il vacillare senza una vera ragione della Mougalis, il Garrel jr non raggiunge i picchi di pathos che gli vengono chiesti.
Regia 7: estetica pura in una pellicola che non aggiunge tantissimo a una lunga filmografia di genere, le riprese come piccoli quadri di un realismo periferico d'autore. 
 

Venezia 70/Frears

 
 
Sceneggiatura 6,5: intenzioni, molteplici e spazianti, il perdono, il superamento della religione, l'omosessualità, l'adozione, il recupero del passato. Carne al fuoco per una grigliata di sentimenti un po' superficiale.
Scenografia 6,5: da preferire nettamente l'ambientazione statunitense, con una Washington DC in spolvero, azzurrati di cupole e templi su tramonti malinconicamente struggenti.
Cast 6,5: Coogan e l'imbalsamazione, nel soffocare l'istinto si perdono caratterialità, monumento al confine tra buonismo e bontà politically correct la brava Judi Dench.
Regia 6: fasti lontani e un presente speso a onorare il regno, alla linearità estrema del soggetto la cinepresa non sa contrapporre altro che una forma classicamente hollywoodiana.
 

venerdì 12 settembre 2014

Horrorland/Tales from the dark 2

 
 
Sceneggiatura 6,5: sincronia di elementi strutturali, la psicologia dominante, l'horror classico contaminato con la commedia, l'esplosione brutale dello splatter nella notte.
Scenografia 7: interni asettici di cuscini erogeni, dipinti socialisti nelle aule in demolizione, insegne al neon nei vicoli maleodoranti di prostituzione e macellazione.
Cast 6: l'anziano col bastone è lo stesso regista, muto nella disperazione che aleggia, forse non sufficientemente espressivi gli amanti sposati del sesso estremo nelle coltellate.
Regia 6,5: impeccabile estetica affinata ai soggetti trattati, il bianco prevalente sul nero filtrato, il colore che squarcia nelle consuete riprese multiple a intervalli.
 

Horrorland/Tales from the dark 1

 
 
Sceneggiatura 7: tre storie che rilanciano l'era d'oro dell'horror di Hong Kong, furti di ceneri, detective e fantasmi, serial killer pilotati nel noto mix di humour e gore.
Scenografia 7,5: splendide istantanee notturne di sottopassi al martello e centri commerciali di veggenti, cimiteri monumentali e scatole come appartamenti.
Cast 6,5: la migliore interpetazione corale nel terzo segmento delirante di strade assassine, vacillante l'interpretazione dell'eroina (Kelly Chen, n.d.b.) dai grandi occhiali.
Regia 6,5: fulminante l'intro del primo episodio, a richiamare la conformità stilistica al cinema di genere contemporaneo, paura sparsa tra la comicità, grande attenzione alle riprese.
 
 

mercoledì 10 settembre 2014

Letteratura classica/Doblin

 
Classico dell'era d'oro della lunga storia berlinese, il fermento che anticipa le notti dei lunghi coltelli, i manifesti volantinati in storie di osterie e prostituzione, il crimine che ritorna inevitabilmente in una spirale senza speranza. Bello lo stile prosaico che alterna momenti di narrazione classica a inserti introspettivi di più personaggi, oltre a citazioni sparse in un poutpourri di follia contenuta. VOTO 7,5