venerdì 23 novembre 2012

Asphyx Discography


Grandi e dimenticati interpreti della lunga stagione del doom death metal.


DEATHHAMMER (82) cover 90
Deathhammer (85) Minefield (80) Of days when blades turned blunt (82)
Der landser (82) Reign of the brute (82) The flood (83)
We doom you to death (82) Vespa crabro (82) As the magma mammoth rises (81)


DEATH...THE BRUTAL WAY (82) cover 73
Scorbutics (83) The herald (81) Bloodswamp (80)
Death...the brutal way (82) They died as they marched (82)
Eisenbahnmorser (83) Black hole storm (83) Riflegun redemeer (83)
Cape horn (82) The saw, the torture, the pain (80)


ON THE WINGS OF INFERNO (82) cover 75
Summoning the storm (82) The scent of obscurity (80) For they ascend (82)
On the wings of inferno (82) Waves of fire (82) Indulge in frenzy (83)
Chaos in the flesh (83) Marching towards the Styx (80)


giovedì 22 novembre 2012

65th Cannes Film Festival/Hillcoat



Sceneggiatura 7-: proibizionismo e dintorni, depressioni di moonshine, leggi familiari in discussione, virgole di storia d'America in chiave epico-narrativa violenta, persuadente e pregnante.
Scenografia 6,5: le vallate della Virginia, la contea più umida del mondo, panoramiche autunnali riuscite, centri urbani tra il fascino della preistoria del commerciale e il kitsch del set di plastica.
Cast 7: Lebeouf attore consumato tra ubriacature, botte e dichiarazioni d'amore, l'altra sensazione che prevarica il livello generale del cast una canberrina dal nome polacco.
Regia 7-: piccoli amatori crescono, l'australiano innamorato delle storie western torna al primo amore con padronanza di mezzi e grande resa drammatica di sparatorie e agguati, il vezzo dell'esagerazione a far indulgere verso pomposità fuori target per le vicende descritte.



65th Cannes Film Festival/Kaufman



Sceneggiatura 6: Hollywood celebra i suoi (meritevoli) miti, gloria ad attimi di unione tra teste pensanti, prologo ed epilogo d'ordinanza, dialoghi di carta velina, rotture del giocattolo.
Scenografia 6: Frisco si prende carico delle varie locations europee e non disseminate nel tragitto congiunto dei due reporter, interni delegittimati dalla televisione.
Cast 6,5: algida in eccesso, la Kidman percorre a ondate emotive il diniego distaccato del personaggio, gigioneggiante di convizioni poco radicate l'Owen dal difficile compito.
Regia 6,5: Kaufman e la perdita del talento, la professionalità del montaggio impeccabile tra filmati ocra e b/n ad invecchiare spezzoni di una continuità sempre imprescindibile.


mercoledì 21 novembre 2012

Il mito Carné/Alba tragica



Sceneggiatura 7: essenzialmente il primo caso di flash-back, parte centrale della vicenda drammaticamente anticipata dal titolo italico, un'ultima notte di un'alba piena di rimpianti e priva di rimorsi.
Scenografia 7: Trauner si supera e mette in scena la mediocrità architettonica perfetta della Francia provinciale, case basse e alte alternate, piccole piazze di insegne stinte, canali bucolici ove si prolunga l'urbanesimo.
Cast 8: insuperabile ad honorem il carisma di un Gabin dalla disperazione controllata, ancora meglio che nel precedente film Arletty musa dell'amore e del tradimento.
Regia 8: si sfumi il vocio indesiderato degli spettatori alla finestra, e rimarrano pagine espressive di grande cinema, dalla sparatoria sulle scale più volte inquadrate alla granata grondante epiloghi che esplode fumo in una stanza muta di vita.


Il mito Carné/Albergo Nord



Sceneggiatura 6: stanze conviviali di rimandi a secoli passati, popolare, populista e demodé, l'intreccio sofferto di prigioni e corteggiamenti, l'epilogo ciclico di anticipazioni da sviscerare.
Scenografia 6,5: Trauner e la ricostruzione, pochi isolati di perfezione cartonata di chiuse da percorrere lentamente e rive da sorvolare, il profilo dell'albergo factotum un monito nella notte.
Cast 7: diverse buone interpretazioni, si citi Annabella la giovane aspirante suicida, si menzioni come è ovvio Arletty splendida prostituta parigina per finire con il mestiere teatrale di Jouvet.
Regia 7: prende forma il realismo poetico, ancora una volta penalizzato (come nel Porto delle nebbie, n.d.b.) da soggetti zoppicanti, la parata della notte della Bastiglia suggella il proiettile nella stanza.

lunedì 19 novembre 2012

Lahmia Discography


Band romana noldorinica che già dalla cover del debut album si propone come follower dei DT dell'era del mix tra melodeath ed electrogothic.


INTO THE ABYSS (79) cover 77
Drag me to hell (82) Nightfall (82) Silent through the screaming crowd (79)
The tunnel (77) Into the abyss (78) Glass eyed child (77) Grinding dreams (78)
Strength from my wounds (79) My crown (80)


domenica 18 novembre 2012

Il mito Rossellini/L'uomo dalla croce




Sceneggiatura 5: l'incongruo degli avvenimenti seppellisce ciò che un cattolicesimo fanatico aveva già abbattuto, la speranza di un amore universale, l'odio condiviso per la guerra, la fratellanza dei popoli.
Scenografia 7+: strepitoso set immortale, con i mezzi di Cinecittà nel 1942, pareti che esplodono  di cartongesso e recinti ove strisciare, pozzi d'acqua piovana e capanne dal tetto in paglia.
Cast 6,5: l'aderenza ai principi del colonialismo religioso, stereotipi di guerrieri nostrani, maschere brutali da diversi, la recita si attiene ai valori del regime più intransigente.
Regia 7,5: dopo navi e aerei, Roberto completa la trilogia mostrandoci i carri armati, nella migliore delle tre ricostruzioni di battaglia, salvando di primi piani e inquadrature non banali anche il vessatorio pistolotto dei sacramenti.


Il mito Rossellini/Un pilota ritorna




Sceneggiatura 7: l'introduzione ha toni retorici così marcati da porre interrogativi, ma nel corso della pellicola l'intento si ribalta più o meno inconsapevolmente, mostrando l'indotto della guerra nelle sue forme meno plateali e più sofferenti.
Scenografia 7: c'è una falsa Grecia che non si distingue, tra azioni corali e campagne fluviali, c'è soprattutto un aeroporto militare dimenticato (Viterbo, n.d.w.) che ben incarna la descrizione della vita in aviazione. 
Cast 7: Girotti e la perspicacia di calarsi in sottoruoli mutevoli, dal cameratismo da subire al ritorno eroico, passando per l'innamoramento viscerale per metafore di nazionalismi.
Regia 7,5: magistrali scene di guerra, dai lenti sorvolamenti in plotone interrotti improvvisamente da ferite, paracaduti e virate alle scene d'isteria collettiva nei rifugi sotterranei, la lenta marcia delle truppe sotto bombardamento.


Il mito Rossellini/La nave bianca




Sceneggiatura 7: nei secoli dei secoli lo spazio al sentimento, tra il dovere del cittadino fiero del proprio destino e l'aulicità imposta alla storia dal regime ordinante.
Scenografia 7: dai vagoni di un treno italiano si intravede una splendida Taranto di palazzine dignitose e moli monumentali, propaganda navale di cannoni e piattaforme all'altezza.
Cast 7: marinai che intrattengono corrispondenze con le capacità dell'epoca, crocerossine che non cadono nell'immaginario deamicisiano, comandanti che discorrono nei corridoi dei comandi.
Regia 8: un debutto folgorante, sprazzi di neorealismo fulminanti a illuminare la prevedibilità del testo di guerra fascista, le carrellate ripetute di personaggi e il buio del primo piano, i dettagli informativi e le panoramiche marittime.


Il mito Rossellini/La presa del potere da parte di Luigi XIV



Sceneggiatura 7,5: grande attenzione alla storicità, limiti e qualità, momenti chiave descritti di dettagli maniacali, la vita quotidiana di sfarzi a prevalere sulle lotte di potere.
Scenografia 6,5: plauso al set della Versailles in costruzione, parrucche d'ordinanza e sale da ballo, interni d'epoca a prevalere su scorci di castelli di Francia.
Cast 7: il trucco tradisce il Mazarino morente, assai meglio il piccolo Sole nelle sue elucubrazioni solitarie, Colbert e Fouquet due facce della stessa razza.
Regia 7,5: una cinepresa che sa staccare dagli ovvi primi piani dei protagonisti e seguire le cameriere di corte, alzarsi a volo d'uccello a dipingere quadri di banchetti, nello stile classico in parte imposto a priori dal soggetto.