martedì 29 maggio 2018

Thrillerland/Feliz dìa de tu muerte



Sceneggiatura 7,5: assodato il taglio del pre-screening con deficit da happy ending, restano giornate drammatiche e momenti comici di omicidi seriali, una maschera da maiale riuscitissima per un cocktail di generi che si impone come instant classic della fimografia di serie B.
Scenografia 6: Loyola University di dettagli che impareremo a memoria, un carillon in un percorso isolato, corridoi di ospedali ad arme da fuoco e statali notturne con auto incendiate.
Cast 5,5: c'è chi ci vede il volenteroso, e chi non fa nemmeno questo sforzo, nella scusante diffusa del filone che unisce la commedia romantica all'horror di facciata dei college americani.
Regia 6: un produttore che firma le riprese, un ritmo monocorde che ripete nella curiosità, omicidi con un seguito a celare con dignità il bandolo della matassa pre-sequel.

mercoledì 23 maggio 2018

Horrorland/IT (Chapter 1)



Sceneggiatura 7: il testo sacro di King riproposto in chiave di fiaba horror, sentimenti buoni e cattivi che si intrecciano nello scontro, sviluppi attesi che riescono a rendere ogni scena interessante.
Scenografia 8: ambientazione canadese per la maggior parte delle iconiche locations, tra cui la splendida 'Derry' centrale (Port Hope, n.d.r.), una sinagoga a Toronto, una torre nel Maine, un ponte coperto rosso e una mansion stregata costruita per l'occasione.
Cast 6,5: non tutta la gang dei perdenti ha carisma per entrare nei personaggi, il palloncino rosso del clown ad accompagnare grandi effetti speciali per un Pennywise spaventevolmente agghiacciante.
Regia 7: Muschetti e l'entourage deltoriano al potere, idee chiare da non sperimentatore, bucolicità en passant e una decina di quadri horror coloristici assolutamente riusciti.

Letteratura contemporanea/Tuti


Il filone è notoriamente noto, il commissario donna non aggiunge varianti di sistema alla piatta navigazione nel Mediterraneo italiano dei thriller, l'ambientazione montana un po' cliché come ultima moda per riscoprire luoghi remoti sconosciuti ai più tramite la finzione del probabile. L'autrice prende grandissimo spunto dal bestseller di D'Andrea, certe pagine ricordano da vicino le omologhe della Sostanza del Male (c'è persino una gola in cui calarsi), ma anche l'alternanza tipicamente lackberghiana di passato e presente come anticipazione del mistero non può considerarsi genuina. VOTO 6