martedì 19 luglio 2016

Venezia 72/Sangue del mio sangue



Sceneggiatura 6: non c'è un limite ai tentativi, dal figliol prodigo al medievalismo coatto, storie anticlericali da battaglia, una sovrapposizione abbozzata di porte da bussare.
Scenografia 6: Bobbio insipida di ricordi genitoriali cui attribuire significati opposti, cortili merlati di fortezze di ispettori solerti, suore streghe di congreghe in cerchio.
Cast 5: un copione che per molti non va oltre le linee da recitare, simmetria di pensiero in trasposizioni accelerate, l'erede che come sempre primeggia per antimeritocrazia,
Regia 5,5: l'azzardo del doppione posato male sulla complessità della vicenda. qualche ripresa meritoria isolata nel marasma lento e prosaico della vita di monastero.

martedì 12 luglio 2016

Venezia 72/Per amor vostro



Sceneggiatura 6,5: versione riveduta e corretta della sceneggiata napoletana, una vita senza speranza che trascorre senza passare nel grigio di rapporti interpersonali segnati dalle convenzioni.
Scenografia 6,5: periferia e scritte sui muri, da un autobus scorre un finestrino muto di linguaggi ad handicap per terrazze con panni stesi e madonne da portare in processione.
Cast 7: una Golino consistente per una Volpi meritata, la mediocrità circostante confonde a volte il soggetto con la scena, attori e spettatori del grande sogno della provincia autodeclassata.
Regia 5: la simbologia assai trita del bianco e nero (assenza di sentimenti) e del colore (vita) penalizza a priori eventuali sforzi tra le righe da melodramma che prende (assai bonariamente) in giro se stesso.

Venezia 72/L'attesa



Sceneggiatura 6: ambiziosa opera prima di tragedia quotidiana, la cementificazione di un rapporto sui passaggi pesanti di quadri fissi e buio di contorno.
Scenografia 7,5: splendida Sicilia, i toni anneriti dalla lava dell'Etna, processioni di paese in notti magiche di statue sanguinanti e bagliori di confessioni inconfessabili.
Cast 7: una coppia di interpreti in spolvero, dalla musa di mille storie protagoniste alla giovane in carriera che sa piangere e attendere la prossima occasione.
Regia 6,5: esordio messinese che antepone l'estetica all'emozione, omaggio sorrentiniano evidente in un incipit déja-vu, dialoghi lenti a proporre una dimensione sospesa tra realtà e finzione. 
  

venerdì 8 luglio 2016

Letteratura contemporanea/Nothomb


Classe ed eleganza, ironia e semplicità, scorrevolezza e leggerezza; le frecce all'arco della prolifica belga sono numerose, di metafore su metafore che mescolano Wilde, la tragedia greca e il Belgio. Critica consapevole che manda  messaggi in codice a un paio di generazioni sconfitte. VOTO 7,5

Venezia 72/Francofonia


            

Sceneggiatura 7:  idee di spendibilità estrema, genio e delirio, il sangue che scorre nelle vene dei corridoi, le sinapsi a sopravvivere alle invasioni sovrastimate del mondo esterno.
Scenografia 6: cortili disegnati, angoli di idoli trafugati, piramidi contemporanee di un archivio monumentale, la bellezza architettonica a prevalere sulla messa in scena banale.
Cast 5: personaggi che recitano, la maniera evidente a trapassare lo straniamento temporale continuato di televisioni che passano adunate naziste e altalene di sentimenti tra professionisti ante-litteram.
Regia 6: parte bene l'allegoria storica metà messaggio d'amore, poi gradualmente va a dominare un didascalismo fine a se stesso che nulla aggiunge alla secolare storia del Louvre,


venerdì 1 luglio 2016

Venezia 72/Ti sento



Sceneggiatura 7,5: il coraggio di mostrare finalmente ciò che molti sognerebbero di vivere, l'amore o la sua eterna illusione senza riguardi per il sesso dei protagonisti, ferale e accelerato un finale comunque magistralmente drammatico.
Scenografia 7: lovely decaying Caracas, autofficine di inseguimenti e bus di banconote sventolate, una protesi dentale a inseguire i locali chic per l'elite dei tavoli con vista.
Cast 7: una coppia affiatata di rancori sommersi e speranze cui dare fiato, garagisti anonimi, il proiettile della vita a colpire come un'onda di un mare tellurico
Regia 7: l'esordio in giovane età, mancano per grazia ricevuta le connotazioni marcate dell'ostentazione già connazionale, scene brevi di squallore condiviso e poesia veloce di un sogno nato morto.