sabato 19 febbraio 2022

Ozpetek Filmography/La Dea Fortuna

Sceneggiatura 7: si può vedere l'inizio come una citazione di film precedenti del regista, ma per fortuna la storia se ne discosta in fretta e con moderato coraggio, arrivando a proporre un lieto fine per una vicenda triste di tutti i nostri giorni.
Scenografia 7: sulla Roma eterna che passa di sfuggita vincono facilmente sia Palestrina e la sua scena iconica che (soprattutto) Bagheria e la sua villa con vista. La parte migliore, però, è quella sulla nave.
Cast 7,5: ancora una volta straordinario Accorsi che si immerge benissimo nella parte, alla pari con un Leo assolutamente personaggio, mentre la cattiveria esagerata della Alberti assume contorni plausibili.
Regia 7: non ci saremmo aspettati di dare al turco di Roma il punteggio più alto dopo vent'anni che vediamo i suoi film, ma qui il messaggio è semplice e molto naturale, accompagnato da qualche pennellata poetica en passant.



Letteratura contemporanea/Jurado


Comincio col dire che, pur amando io le trilogie e avendone scritta una, non proseguirò con i successivi due volumi, nei quali la scelta del titolo di questo tomo che echeggia senza motivo Alice nel paese delle meraviglie trova una sua pertinenza minima. La storyline è nota nel mondo del thriller: c'è una sezione speciale della polizia, ci sono due personaggi con delle difficoltà, nemmeno troppo simpatici, c'è un serial killer che non si farà trovare facilmente. In un paio di capitoli vibranti (il sequestro, la trappola mortale) Gomez-Jurado dà il meglio di sè, riservando una lenta lettura a certe sezioni diluite come in molte opere contemporanee. Madrid si vede, anzi, in alcuni passaggi viene persino descritta in uno stile a noi assai familiare. Buon prodotto, ma fotocopiato da tanti altri. VOTO 6,5

martedì 15 febbraio 2022

Cinema italiano/Marilyn ha gli occhi neri


























Sceneggiatura 7: il lieto fine è nell'aria da subito, ma lungo il percorso la pellicola tocca vari temi importanti, dall'impotenza di una condizione alla mancanza di un vero supporto, riuscendo perfino ad analizzare la fragilità psicologica di base.
Scenografia 7: Roma non si vede quasi mai, tanto il film è incentrato sulla location del Monroe (che assomiglia molto a un teatro sperimentale di Firenze), dove i menù monopiatto diventano il nuovo fenomeno di una società che resta estranea ai veri problemi.
Cast 8: le macchiette hanno quel ruolo e lo impersonificano bene, strepitoso invece il livello recitativo emozionale di Fausto Accorsi con il suo tic e Miriam Leone con le lenti a contatto in ruoli tutt'altro che semplici.
Regia 7: rendere la magia del cinema unicamente tramite un messaggio, senza giocare troppo su di un'estetica a volte facile, può persino funzionare, si prenda ad esempio la scena corale dell'esibizione canora al ristorante. Saper colorare una commedia sentimentale non è da tutti.

lunedì 14 febbraio 2022

Cinema tedesco/Das Privileg


























Sceneggiatura 6: un soggetto di contaminazione fantastica sempre attuale, ma che nel passaggio cinematografico perde mordente, rendendo la soluzione dell'enigma davvero alla portata di tutti troppo in anticipo, finale 'nominalmente' a sorpresa incluso. 
Scenografia 7: la diga sul lago artificiale della sequenza iniziale (e di quella finale), buia come la notte dell'anima, è uno dei pochi punti di forza della pellicola, unitamente alla colorata scuola superiore e alla villa nel quartiere benestante della montagna bavarese.
Cast 5: se la famiglia è pessima nell'incarnare gli stereotipi, le amiche vivono di cliché che non provano quasi mai a nascondere, tranne nella scena di sesso a tre, lasciando il bravo allucinato protagonista in balia degli eventi.
Regia 5,5: autori che hanno scritto una trilogia per ragazzi, qui il loro lavoro riuscito è nell'intro fulminante e nell'omicidio alla stazione di servizio, degno dei migliori film di genere. Un paio di scene che non bastano a salvare Il privilegio dalla mediocrità di fondo.



Cinema americano/Assassination nation

 

Sceneggiatura 8: script che legge bene il substrato di violenza già latente prima della pandemia, e successivamente divenuto persino più manifesto. La provincia universale dell'ambientazione riflette perfettamente il buio dell'anima che prende possesso dell'uomo in troppe occasioni. 
Scenografia 7,5: la periferia giungla di New Orleans rende prototipali le vicende narrate, quasi da manuale sulla degenerazione culturale contemporanea nel silenzio dormiente di vite che non vivono.
Cast 7,5: sicuramente interessante la prova dell'attrice trasgender, che deve subire pregiudizi molto maggiori rispetto alle sue combattive amiche in un'opera corale dove anche i personaggi hanno una chiara credibilità.
Regia 8: a metà tra Altman e De Palma, ma con grandi pennellate di personalità autonoma, spettacolari le scene coloristiche tripartite, assolutamente geniale il piano sequenza della home invasion. Sam Levinson, ti rivedremo?

domenica 6 febbraio 2022

Cinema indonesiano/Photocopier

 














Sceneggiatura 8: trama di denuncia mascherata da thriller con venature gialle per la prima metà dello script, l'islam e la società occidentale che collidono nell'Indonesia dei giorni nostri.
Scenografia 7: si vede bene e si apprezza l'alberatura sistematica delle strade di Jakarta, da quelle dei quartieri benestanti dove crescono rampolli viziati alle periferie povere di anziani tassisti costretti a campare con qualche aiuto illecito.
Cast 7: non tutti i protagonisti sono sullo stesso livello, ma l'attrice principale ha un pathos che trasmette bene a tutta la pellicola, determinazione e disillusione ad alternarsi con le vicende.
Regia 7: due ore di pellicola che non annoiano mai, una notte ubriachi con una fotocopiatrice, la funigazione della corruzione, un fauno esagerato, volantini al vento della libertà.



giovedì 3 febbraio 2022

Cinema thailandese/Deep

Sceneggiatura 7,5: barattare il sonno con il denaro, idea originale per un thriller fantascientifico che cattura l'attenzione ben oltre le aspettative. C'è l'iconico orologio che misura il rilascio di 'sostanze chimiche' (per citare certi recensori certificati) e c'è il microchip nel collo che ucciderà in caso si cada addormentati. Una storia sull'amicizia, in realtà, a emergere dalle pieghe della finzione.
Scenografia 6: c'è un posto che la fotografia ama nascondere, ossia la grande capitale thailandese intravista di campus universitari e cliniche private, il traffico ridotto sulle grandi arterie di comunicazione.
Cast 6,5: incoraggiante la prova dei quattro protagonisti, la cui stereotipazione nemmeno troppo forzata concede margine di manovra tra innamoramenti, anziani parenti malati, sorelle ribelli, stalker e blogger di ogni storia contemporanea.
Regia 6,5: più mani che sfornano un prodotto piacevole, ma che non osa mai risvolti estremi drammatici o horror, pur condendo le scene più rilevanti di un certo pathos minimo.