martedì 26 giugno 2018

Cinema francese/C'est la vie




Sceneggiatura 7,5: l'umanità di gruppo, il gioco di ruolo, la passione infinita della vita raccontate con semplicità e onestà, senza facili cadute nel caricaturale tipico di certe commedie della stessa provenienza.
Scenografia 7: il prologo alla Torre Eiffel lascia la scena a un castello da cartolina per un matrimonio da favola moderna, tra palloni aerostatici e impovvisazioni da studio notturno.
Cast 8: Bacri è un personaggio splendido, il suo entourage che con comicità misurata copre tutti i difetti della latinità e oltre, in un affresco multietnico rispettoso ed equilibrato nel parificare meriti e debolezze.
Regia 7,5: non convince il titolo, né nella sua forma orginale né in quella internazionale (e italiana, n.d.b.), assai generico e poco propenso a svelare il mosaico di personalità che si interfacciano quotidianamente tra piani sequenza e dialoghi mai banali in una coralità cinematografica rara e preziosa.

Horrorland/Diggers



Sceneggiatura 7: gli echi della saga Metro 2033 colorano di fantascienza immaginata i tunnel oltre il capolinea, gli intrappolati e i salvatori a scambiarsi i ruoli di protagonisti in una carneficina oscura che resta impressa nella mente nonostante certi presupposti da fede religiosa.
Scenografia 6: il cosplay e la stazione in ghingheri, i vagoni e il vuoto, le porte dei condotti di collegamento, l'uscita di un sole lontano per il mostro della metropolitana.
Cast 6: la storia d'amore sfortunata con gli amanti divisi nelle due squadre crea quel diversivo necessario a coprire l'incapicità cronica di saper raccontare il proprio omicidio.
Regia 6: con l'ingenuità in cui a volte inciampa anche il soggetto, Kornev racconta una storia adolescenziale contemporanea russa (proverbiale la raffigurazione piena di difetti del 'cinese', n.d.b.), l'ora e mezza canonica di divertimento.

venerdì 22 giugno 2018

Horrorland/Friend request



Sceneggiatura 4: sull'onda lunga del seminale Unfriended, un'altra pellicola che cerca di ridefinire l'horror nell'era di Facebook, mantenendo però stilemi classici e una certa dose di prevedibilità estrema con salti nel buio e l'immancabile loop finale.
Scenografia 5: Cape Town, location sudafricana per una pellicola tedesca che cerca di scimmiottare il mondo dei college statunitensi, con riprese che nascondono il massimo del possibile.
Cast 5: interessante la performance del maligno nel volto sconosciuto di Liesl Ahlers, il cast anglofono naufraga assieme ai propri personaggi uccisi a turno secondo l'ovvio ordine di importanza.
Regia 5: Verhoeven l'eletto di secondo grado, la psicologia del dramma resta sulla carta tra un inizio affrettato e un finale trascinato, il lato orrorifico banale dei mille cliché del genere.

Letteratura contemporanea/Schaetzing


Giallo storico che trae grande linfa vitale da una meticolosa ma mai noiosa ricostruzione dell'era della costruzione del Dom di Colonia, tra locande, mercati e cantieri assai più attuali di quanto non si tenda generalmente a credere. Fulminante la catena di omicidi iniziale, di coinvolgente narrazione notturna, la simpatia dell'autore per il capro espiatorio della vicenda evidente. Il complotto alla base del casus belli si rivela nelle più ordinarie pagine successive una matassa complessa di clero e corruzione senza tempo. VOTO 6/7