sabato 30 marzo 2013

Horrorland/Silent Night



Sceneggiatura 6,5: classico massacro natalizio che prende spunto da vicende ormai universalmente narrate, la sequela degli omicidi scontatamente intrattenente, il mistero dell'identità piccolo valore aggiunto.
Scenografia 7: la provincia nordamericana magnificamente resa nelle sue piccole certezze di babbi barbuti e luci a intermittenza, parate di carri, scritte sui tetti, villette abbandonate.
Cast 5,5: alcune comparse (l'uomo bruciato sulla sedia, l'anziano che si risveglia dalla catalessi) oltre il limite minimo della recitazione, l'anziano McDowell incarna il senso del dovere, a fasi alterne la King, menzione cfiana per la Wong.
Regia 6,5: Miller centellina canzoni natalizie e il ben noto rumore della paura, splatter di prima generazione e tensione bassa da scherzi di posizione, la violenza delle morti e l'arrossamento del duello finale. Paradigmatico.



Il mito Carné/Juliette



Sceneggiatura 6: il soggetto fantastico e la messa in scena semplicemente adattata, non si sfugge ai sogni premonitori nel mondo delle fanciulle in fiore e del potentato dei cattivi.
Scenografia 6,5: Francia bucolica di villaggi da Massiccio centrale, coralità di paese tra personaggi stereotipati e botteghe di riflesso, interni di castelli di suggestività a mattoni.
Cast 6: algida e falsamente ingenua la dama bianca che illumina la scena, cameratismo da cella e reazioni umane per l'amore sconfitto, la pragmaticità del denaro per il vincitore di diritto.
Regia 6,5: senza la visualità astrattamente medievale del precedente Les visiteurs du soir, mantiene un certo surrealismo scenico di fondo che dà un minimo di interesse alla triticità del plot.



Il mito Rossellini/Era notte a Roma



Sceneggiatura 6-: tra la brutta copia postdatata e l'omaggio autocitazionista postumo, tre soldati di diversa provenienza magnificano le attenzioni ricevute dal popolo italiano sotto la dominazione tedesca, nel più semplice dei pamphlet retorici buonisti.
Scenografia 7: è la stessa Roma che fu città aperta, il Ponte rione popolare di vicoli bui e cortili pennuti, interni di portinai e sotterranei militari, il cielo capitale dell'ignoto degli eventi.
Cast 6,5: la Ralli caratterista burina di altre pellicole, non c'è molta partecipazione emotiva da parte del trio di prigionieri a vicende pure possibilmente esprimibili con grande drammaticità.
Regia 8: lo zoom ovvero l'antesignano francese del medesimo, perfetta profondità di visuale in scene sempre magnificamente inquadrate, il costante suono del coprifuoco memoria imperitura della pellicola.



venerdì 29 marzo 2013

Amaranthe Discography


Dalla sempre prolifica Svezia, un mix della tradizione pop degli Abba con chitarre e growl di deriva Goothenburg style. Eccellente tentativo.


NEXUS (79) cover 45
Afterlife (79) Invincible (80) The nexus (81) Theory of everything (79)
Stardust (80) Burn with me (79) Mechanical illusion (78) Razorblade (80)
Future on hold (77) Electroheart (77) Transhuman (79) Infinity (80)


AMARANTHE (80) cover 40
Leave everything behind (80) Hunger (82) 1.000.000 lightyears (80)
Automatic (81) My transition (80) Amaranthine (83) Rain (78)
Call out my name (80) Enter the maze (79) Director's cut (77)
Act of disperation (79) Serendipity (80)

giovedì 28 marzo 2013

Universum Discography


Melodic death, the one and only.


MORTUUS MACHINA (80) cover 60
Fractured archetype (80) Morte noir (83) Sum of the universe (82)
Genetic sequence distortion (81) Asymmetric dimensional state (79)
Slaves to the new order (80) Aeon displacement (80)
Transcendence 0.0 (79) 2.0 (81) Take another (78) Blank infintym (80)


LETO DESTINATUS (80) cover 31
Leto destinatus (80) Day of redemption (81) Disconnected (80)
Damage (80) Invisible scars (79) War of ages (79)
False paradigm (80) Zero (79) Faded (81) Black logic (80)
Misery cell (79) Ignite the subconsious (80)


mercoledì 27 marzo 2013

Loach Filmography/In questo mondo libero



Sceneggiatura 7,5: il gap generazionale si misura in termini di crollo dei valori, la progressività del nuovo non scalfisce l'inossidabilità del vecchio, lo strumento che diventa vittima e la procedura che ricomincia.
Scenografia 6,5: scampoli polacchi di finestre grigie e bus usciti dal servizio germanico, una London a tratti posh a tratti operaia dell'East End disomogeneamente loachiano.
Cast 6,5: splendida protagonista d'acciaio la Wareing, discesa nell'abisso e perlustrazione dei fondali non annullano l'empatia verso il personaggio, l'opacità forse voluta del resto del cast la chiave risolutiva.
Regia 7: lo stile laconicamente esposto, quotidianità marcia e improvvise folate di tensione, la storia d'amore sedotta e abbandonata, il messaggio finale privo di sottolineatura ciclica.


martedì 26 marzo 2013

Scorsese Filmography/Quei bravi ragazzi




Sceneggiatura 7: l'empatia assonnata del vangelo catechizzatore a colpi di proiettile, il viaggio senza fermate verso il pentimento, la docilità narrativa di chi condivide la stessa provenienza culturale.
Scenografia 6,5: East New York, il business del JFK, auto colorate e backyard curate, cabine telefoniche da demolire, interni di club fumosi e bui come da tradizione mafiosa.
Cast 8: Joe Pesci è bravo persino a morire, De Niro regge il confronto con la notoria scena del sigaro, Liotta il giovane virgulto dell'organizzazione di ombre alla guida e bandiere che redimono.
Regia 7: filone cult movie, il baule apre le danze macabre, le scene corali classicamente impostate, i break famigliari esigenza narrativa, la personalità che cola non dissimile da altre pellicole similari.

lunedì 25 marzo 2013

Letteratura classica/Balzac V


L'utopia del governante illuminato tra le valli dimenticate di un Delfinato a imbecilli e contadini. La solidità narrativa dell'intro paesaggistica nel presentarsi peculiare dei tratti salienti della politica del popolo. Le perlustrazioni quotidiane dei funerali e dei mercati, le conversazioni allargate su storia, economia e religione. Il flash back introspettivo sulle personali del sindaco e del generale, il lieto fine a perpetrare la necessità di scegliere sempre. VOTO 8


venerdì 22 marzo 2013

Il mito Carné/La vergine scaltra



Sceneggiatura 6,5: crea aspettative poi in parte deluse, l'alternanza dei cliché tra la relazione finita e la storia pronta a decollare, la vita di paese e quella di 'città' tramite le testimonianze di una piccola fetta di mondo.
Scenografia 7: filmed on location, si giova della fotogenicità cristallina dei borghi di mare di Normandia, pietra che traduda dal b/n, vecchi bar dai banconi polverosi, acciottolati di promesse da mantenere.
Cast 7: Gabin troneggia la sua mezza età tra noia sostenuta e nuove passioni da onorare, nel naufragio ingenuo dei partner infantili emergono le figure femminili vere icone di ogni dramma amoroso.
Regia 6,5: estetica illuminante, bicchieri da lavare, processioni funebri, barche ormeggiate, la linearità inevitabile per seguire lo sviluppo prevedibile in scena.


Il mito Rossellini/Il generale Della Rovere



Sceneggiatura 8: l'anima borghese si redime nell'antifascismo terminale, soggetto interessante di binari politici vidimati, l'atto scatenante raggelante di commozioni mai troppo postume.
Scenografia 6,5: cartonati di balconate, vicoli pregnanti di umidità, commissariati di polizia affollati, celle ingenuamente graffitate a epitaffi, plotoni di esecuzione dalla distanza.
Cast 9: Vittorio De Sica rasenta l'interpretazione perfetta, modulare di esistenze meschine ad amanti mantenute, illuminato nello schock cerebrale della lotta da condividere con dignità.
Regìa 9: l'uso dello zoom avvicina le emozioni di un viso espressivo, lo stile classicamente impostato su scene sfumate e pagine di cinema da sfogliare, dialoghi da pieghe cerebrali ed estetismo soffuso.


mercoledì 20 marzo 2013

Loach Filmography/Un bacio appassionato


Sceneggiatura 7+: storia d'amore multietnica semplice come la volontà di cambiare, lo sbeffeggio dei temi religiosi (più virulento per la cultura ospitante come da signorilità socialista) in un mondo già libero da preconcetti della mente, il lieto fine loachiano una chicca inaspettata.
Scenografia 7: Pollokshields a bulli e negozi di prodotti etnici, viali di periferia e case in costruzione, Nerja ruba la scena a Glasgow con pochi shots memorabili di balconate d'Europa a picco su spiagge e scogliere.
Cast 7: la giovane irlandese iconica di lezioni di piano, teste abbassate e disperazione da sindrome da relazione fulminante, i dubbi amletici del buon modello della discendenza una versione edulcoratamente onesta dell'uomo del Corano.
Regìa 7+: romanticismo a profusione di incontri prematrimoniali e fughe del weekend, la complicità delle intese e l'evento scatenante, il dramma tipicamente incarnato dal pub nell'immaginario del regista stavolta non si materializza.