venerdì 22 settembre 2017

Thrillerland/Lacrime di sangue



Sceneggiatura 5,5: pastiche allucinogeno e oltre, dove le citazioni si sprecano a ripetizione e l'effetto complessivo più che sperimentale tende ad allontanare lo spettatore.
Scenografia 5,5: tutto ruota intorno a un edificio Art Nouveau, interni claustrofobici e bui da incubo, un armadio che nasconde l'ovvia soluzione anticipata.
Cast 6: la pattuglia dei vicini psichedelici tiene il tempo delle proprie comparsate, la follia del protagonista non è sempre resa lucidamente di metafore costruttive.
Regia 7: una coppia di astrattisti di alto lignaggio, che già nel precedente Amer aveva portato la filmografia a livelli borderline (riprese a livello degli occhi, tre eventi della vita sessuale di una ragazza narrati a giallo), protesi a superare Lynch con colori argentici senza scaturire la stessa resa pittorica e drammatica degli originali.

Thrillerland/Amsterdamned



Sceneggiatura 7,5: giallo classico con venature horror e il compitino più azzeccato del thriller col twist finale vicino al sospettato numero 1, originale l'idea di base del killer sub per i canali di Amsterdam.
Scenografia 9: riprese grandiose, dal primo omicidio filmato di notte a filo d'acqua, al volo d'uccello sui canali della capitale olandese, una casa galleggiante che affonda e una macelleria cinese, un inseguimento sotto i ponti di cadaveri per i turisti dei battelli.
Cast 6: troppe comparse che denotano il budget da serie B, riscatta l'imago complessiva il feticcio protagonista del dickmaasism in veste di commissario brillante e stimato.
Regia 7,5: ottima alternanza tra brillanti scene di omicidi notturni (l'unico omicidio diurno affrettato e fuori luogo, n.d.b.) e connettivo d'indagine, un epico e lunghissimo epilogo alla James Bond.

domenica 17 settembre 2017

Horrorland/De Lift



Sceneggiatura 7: thriller romantico e fantastico, la vita degli oggetti ad affascinare un finale eterno, la parvenza di giallo 'interno' a descrivere bene la quotidianità dell'epoca.
Scenografia 8: un grattacielo degli Eighties (ancora integro e 'turistico', n.d.b.) che trasmette paura nella notte di Amstelveen, l'uso del colore nelle splendide scene dell'ascensore.
Cast 7: impiegati modello e dirigenti assonnati, agenzie turistiche per disabili, la bambola di una bambina che strozza in gola un grido, l'Olanda fotografata in un film.
Regia 7,5: esordio fulminante per un maestro che si perderà nel mare degli hollydollars, tra scene di vita di tutti i giorni e pochi ma intensissimi momenti horror, incluso un epilogo memorabile.

lunedì 11 settembre 2017

Letteratura contemporanea/Wulf Dorn


Un classico contemporaneo che ha lanciato l'autore verso una carriera di grandi vendite (e pare nessuna replica all'altezza dell'esordio), una storia dal twist abbastanza imprevedibile che si fa già cinema americano prima dell'uscita del film, per toni e vicende di un Baden immaginario sospeso tra boschi di inseguimenti, album fotografici di appostamenti e ospedali psichiatrici di fugaci apparizioni. VOTO 6/7

Horrorland/The Unborn



Sceneggiatura 5,5: una leggenda dalle radici possibili, le celate incertezze iniziali e la scontata deriva finale, un filo rosso che passa per omicidi assolutamente migliorabili.
Scenografia 6: tra ospedali psichiatrici monumentali e villette famigliari a due piani si intravede lo charme un po'old style e un po' glaciale di Wind City.
Cast 6: lodabile lo sforzo della protagonista nell'assorbire morti in successione e un cambio di pigmento agli occhi, l'unica paura è quella dei suoi incubi.
Regia 5,5: un regista da blockbuster fumettistici prestato al thriller horror con effetti ovvi al di là dell'impegno in alcune riprese eleganti della prima mezz'ora.


Thrillerland/Man from Reno



Sceneggiatura 8: il manifesto del neo-noir, dalla lentezza adeguata del ritmo alla tematica intricata e ossessiva, il fascino del mix culturale, le locations perfette, il twist che lascia volutamente l'amaro in bocca.
Scenografia 7,5: un lago della provincia californiana dove annegare identità rubate, una stanza d'albergo di ovvietà consumate e tartarughe da nutrire, Frisco sfuggente di ben noti saliscendi.
Cast 7,5: l'algido distacco della bellezza orientale, trame di detective da improvvisare in un bar, personaggi melliflui in serie e un grande sceriffo che avrebbe meritato più pellicole.
Regia 8: riprese realistiche e artistiche per un Boyle (Dave, non Danny, n.d.b.) che abbandona la commedia per installarsi nell'olimpo di una nuova filmografia che omaggia citando i maestri del genere (Hitch, Lynch, DePalma).