martedì 30 ottobre 2012

Letteratura contemporanea/Sanchez II


Si annoti subito l'impossibilità italica nel fare a meno della pomposità, il chiaramente ruizzafonico La voce invisibile del vento al pari delle foglie di limone non coglie che aspetti marginali di una vicenda narrata con una maestria di particolari che dà voce alla realtà senza appesantirla con eccessi dettagliferi. Torna l'alternanza di narrazioni, assolutamente necessaria e finalizzata allo sviluppo dell'avvincente epopea della narcolessia. Sorprese più o meno annunciate e un finale sobrio. Un mondo onirico di residence e discoteche, supermercati e ville con vista mare tra le strade affollate di villeggiature senza pensieri. Persino superiore al successivo botto. VOTO 8,5


lunedì 29 ottobre 2012

Beyond Creation Discography


Technical death francocanadese tra melodie ottime, alternanza growl/scream e riff veloci.


THE AURA (82) cover 78
No request for the corrupted (85) Coexistence (83) Omnipresent perception (81)
Injustice revealed (80) Le détenteur (84) The Aura (80)
Social disability (83) The deported (80)


domenica 28 ottobre 2012

Horrorland/Chernobyl diaries: la mutazione




Sceneggiatura 6: un dato di fatto di fondo da cui non si può prescindere, i contaminati di molte fantasie futuristiche e l'area off-limits presidiata dai militari per una volta sono esattamente dove potrebbero essere.
Scenografia 7,5: Prypiat di cadaveri e mostri socialisti, quasi commovente la ruota ricostruita tra i condomini abbandonati di Szentkiralyszabadja, tunnel e fatiscenza belgradese.
Cast 5,5: il noto americano ucraino perfetto per una parte ben più che di raccordo, impresentabile Jesse McCartney eterno adolescente grigio, orsi e cani che qualcuno vieterebbe.
Regia 6,5: l'appello senza gore, le ombre protagoniste, il cappello introduttivo asciugato al sole della contrapposizione, una paura animale di pezzi di ricambio e verosimiglianza mai fuori obiettivo.


giovedì 25 ottobre 2012

Loach Filmography/My name is Joe



Sceneggiatura 8: la definizione stranamente accattivante di storia d'amore, personaggi abbastanza reali e situazioni di quotidianità passate, un dramma fulminante dalle note tinte fosche sociali, per una volta accollate da parti non statali.
Scenografia 6,5: Glasgow a discese di college e prati verdi, lavanderie automatiche che sbagliano dosaggio, case a due piani di quartieri periferici, il grigio della città in lontananza. 
Cast 7+: magnifico alcolista anonimo in disintossicazione, Mullan ha il garbo del gentleman d'altri tempi, l'amore sacrificato all'amicizia, brave e sfortunate le due protagoniste femminili.
Regìa 7,5: fotogrammi invecchiati, vernice sulle fiancate, campi da calcio per carcerati, bottiglie di vino su tavoli da due, volanti di disperazione, corde nella notte dell'unica fuga possibile. Commovente.


mercoledì 24 ottobre 2012

Scorsese Filmography/Harrison



L'importanza della cultura indiana. Il fenomeno Beatles visto da Liverpool. Filmati mai montati che includono il protagonista. Foto in bianco e nero che scorrono. Tre ore sono tante per un'inventiva piatta e cronobbediente. Misurare non sempre significa registrare.


lunedì 22 ottobre 2012

Letteratura contemporanea/Lackberg IV


Caratterizzazioni a venire, albe svedesi tardive di incidenti automobilistici. Presenze ingombranti di sindaci e produttori televisivi, truffatrici e maniaci ossessivo-compulsivi. Gli indizi disseminati sono tanti per non cogliere la verità sull'uccello del malaugurio, le tessere del mosaico si ricompongono progressivamente tra le quinte un po' sottili di un reality show asolutamente sui generis. L'alternanza narrativa mostra la corda al terzo tomo di fila, la scorrevolezza investigativa al contrario si assoda di campi da golf e pagine di libri per bambini. VOTO 6,5


venerdì 19 ottobre 2012

Fleshgod Apocalypse Discography


Quando Roma insegna...symphonic technical death metal, davvero originale e 'fresh'.


AGONY (82) cover 63
The hypocrisy (84) The imposition (82) The deceit (80) The violation (83)
The egoism (83) The betrayal (81) The forsaking (80) The oppression (82)


ORACLES (82) cover 77
In honour of reason (85) Post-enlightenment executor (81)
As tyrants fall (82) Sophistic demise (82) Requiem in Si minore (80)
At the guillotine (80) Embodied deception (83)
Infection of the white throne (84) Retrieving my carcass (81)


mercoledì 17 ottobre 2012

Il mito Carné/Jenny regina della notte




Sceneggiatura 6: a metà tra la commedia leggera e il dramma, prende una direzione decisa solo nel finale, riservando alle venature del secondo molti momenti leggeri della prima.
Scenografia 6: la Parigi del 1936, interni borghesi e chiacchiere nel fumo, vetture all'alba dei parcheggi e tavoli eleganti, banconi da bicchieri eterni e vicoli di acciottolati senza verde.
Cast 6,5: Françoise Rosay, certo, proprietaria del titolo e di un locale notturno, ma non solo; amanti ballerini e figlie investigatrici, beoni da bar e caratteristi da avanspettacolo.
Regìa 6,5: prime tracce, l'esordio è consegnato alla stesura, stazioni che annunciano la città e danze che nascondono la verità con un telone, la nebbia della passeggiata finale una firma forte.


martedì 16 ottobre 2012

Il mito Rossellini/La paura



Sceneggiatura 7,5: non fa bene alla fama della pellicola la tormentata stesura dei due finali, l'originale tiene fede al soggetto letterario tedesco con un noir ricco di tensione tra i meandri del tradimento e del senso di colpa.
Scenografia 7: la Monaco di Baviera delle notti al neon, stabilimenti farmaceutici di cavie e vecchie case sopravvissute alla guerra, locali notturni 100% made in Bavaria.
Cast 8: l'angoscia personalizzata sul volto autobiografico della Bergman all'ultima passerella rosselliniana, la maschera della menzogna professionale nelle apparizioni raggelanti della Manhardt.
Regìa 8: l'intro documentario e scorre la città, di rapporti di coppia logori, dialoghi ridotti, figli lontani e amanti di conseguenza, nella notte delle decisioni la climax memorabile ingiustamente dimenticata dalla critica.


Horrorland/Dark Flight 407



Sceneggiatura 5: idea sicuramente spendibile portata in scena senza nessuna credibilità di tempi lunghi e notti eterne oltre il muro del suono, esagerata l'estensione temporale dall'incipit alla replica in diretta.
Scenografia 6: estetismi aeroportuali di modernità permanenti, fiancate ridipinte di fotografi al flash, scompartimenti per ingegneri e corridoi di impronte insanguinate.
Cast 4,5: comparse al limite del ridicolo in momenti cruciali, spiriti negativi lontani dal realismo degli effetti speciali, main characters (pochi per un volo lungo, n.d.b.) a corrente alternata.
Regìa 4,5: un horror che mostra persone spaventate, situazioni inverosimili sottolineate da riprese cronologiche, momenti meramente gore quasi evitati dal volo d'uccello del 407.



lunedì 15 ottobre 2012

Loach Filmography/La canzone di Carla





Sceneggiatura 6: il principe azzurro è troppo azzurro, anche se alla fine l'amore non trionfa in terra centramericana, dove il nemico ha tre letterine magiche e nessuna cravatta. Al limite del surreale la prima parte, ai confini dell'autoplagio la seconda.
Scenografia 7: non manca il pub, vulcani nicaraguensi, ma è la Glasgow delle infilate di case a mattoni a strappare dal torpore l'anglofilia repressa.
Cast 6: la danza folcloristica dei sandinisti e dei contras non salva la protagonista dimenticata dal freddo dei marciapiedi scozzesi, dove opera un altro blocco di ghiaccio parlante (Robert Carlyle, n.d.b.). Il riscatto nelle veritiere scene di paese di La Concepciòn.
Regìa 6: l'equilibrio è molto precario, nonostante una resa finale quasi obiettiva dei carri di bestiame e delle sparatorie della guerriglia, la crasi registica tra temi già battuti comincia a far suonare la campana della perdita d'ispirazione.

Scorsese Filmography/New York, New York



Sceneggiatura 7: un musical come appassionata dedica, storie d'amore leggere liberatoriamente prive di lieto fine, il cinema e la città, la strada verso la celebrità passa anche dal giudizio dei posteri.
Scenografia 6: l'elogio del cartonato fine a se stesso, luci pseudo timesquariane e neon a profusione illuminano una scena a volte sofferente di neve di polistirolo e finestre di vernice.
Cast 6: stranamente sopra le righe di un personaggio consono il giovane grande ammaliatore, plasticata la Minelli tra scene decollate e più ovvie performance canore.
Regia 7: stoccate magistrali a colpi di inquadrature tentate, pennellate luminose di colore in abbinamenti notturnamente improbabili e magnifici, la retorica di scene a dialoghi troppo lunghi senza piani sequenza.

domenica 14 ottobre 2012

Horrorland/Blood Stained Shoes




Sceneggiatura 6: un fantasma a sfiorare rivisitazioni coreane della fiaba di Andersen, il twist prevedibile non cancella una ricostruzione storica esemplare per un film di etichette di nicchia.
Scenografia 7,5: Suzhou-like channels, lanterne e candele, panni da stendere e commercialità tramviarie, un fotoritocco non invadente cementa una serie di immagini assai più durature delle vicende ambientatevi.
Cast 6: nell'Asia di facili eroi al maschile è come sempre il lato femminile della troupe a impersonare sentimenti indispensabili a costruire la credibilità provinciale dei '40.
Regia 5+: grande estetismo di riprese finalizzate all'adempimento dei gravosi obblighi fotografici, stupisce in negativo la resa amatoriale degli omicidi in successione, zero suspence e battito bradicardico.