lunedì 31 marzo 2014

Letteratura contemporanea/Zimler


Letteratura statunitense contemporanea, l'epilogo esplicativo a spezzare il cerchio chiuso della prigionia, le linee del thriller tinteggiate di giallo classico 'a sospettati' anche nel delirio splendidamente raccontato del primo ghetto senza deportazioni. Ferisce al cuore e poi lascia rimarginare con calma, anagrammi di sopravvivenza tra tunnel e passaggi segreti, fasce da indossare e vetrine lussuose, comitati di caseggiato e resistenza polacca, contrabbando e cielo scuro. Piccolo capolavoro di genere. VOTO 8+

venerdì 28 marzo 2014

Wenders Filmography/Buena Vista Social Club

 
 
La storia di una reunion di stars assolute della musica cubana, lo sguardo imparziale del regista giramondo a evitare un appiattimento su basi consone alla cultura americana. Molta Cuba, dalla quotidianità di suoni e voci alle facciate scrostate di palazzi colorati, dalle motorette sgangherate del Malecòn ai cortili lunettati di casas particulares. L'emozione dell'esecuzione in un breve suggello newyorkese. Fenotipico e fenomenale.
 
 


Wenders Filmography/Million Dollar Hotel

 
 
Sceneggiatura 5: poesia a buon mercato, non bastano le intenzioni di Bono per trasformare la promettente intro in un film, sospeso tra poca genialità e molta ridondanza, tra una storia d'amore deforme e un'indagine per corrispondenza.
Scenografia 6: LA, as to say where the streets have no name, una location che brilla di luce propria anche in presenza di una fotografia dozzinale di buio statico perenne.
Cast 5: barefooter occasionale assolutamente a disagio la Jovovich, noioso come la sua propria stroncatura Gibson, folle senza i crismi del genio Davies.
Regia 6: Wenders filma per contratto, nelle lente finestre di ospiti improbabili si annida la possibilità di un capolavoro rigettato, già meramente americane le inquadrature degli esterni.
 
 

giovedì 27 marzo 2014

Cinema italiano/Lo squartatore di New York

 
 
Sceneggiatura 6/7: thriller con venature horror e una robusta base di giallo classico, l'originalità che latita nel soggetto sopperita da dialoghi più che accettabili per la media fulciana.
Scenografia 7: la grande mela nel periodo della sua fama sempiterna, ottima la fotografia di alcune locations chiave come l'aula universitaria, il cinema, la metropolitana e il traghetto di Staten Island.
Cast 6: i toni della recitazione a seguire la falsariga dei telefilm polizieschi, la digressione di scene di vero erotismo, l'effetto sorpresa del plot in parte vanificato dall'aura di colpevolezza emanata dal vero assassino.
Regia 7: tensione vera di inseguimenti, colore sensuale degli omicidi, agli omaggi argentici si somma l'autocitazionismo di voci di paperi e mani tagliate per un prodotto finale orgogliosamente made in the 80's.
 
 

martedì 25 marzo 2014

86th Academy Awards/Dallas Buyers Club

 
 
Sceneggiatura 7: veridicità e storia, il ruolo infame dell'AZT, il dilagare di un fenomeno nei suoi risvolti quotidiani, l'amicizia vera che nasce oltre gli steccati facili dei pregiudizi.
Scenografia 6: New Orleans ospita riprese ambientate a Dallas (e un excursus messicano), un paio di bandiere texane piazzate qua e là, il trasudare America del rodeodromo e del motel-club.
Cast 8: quinto film nella storia a piazzare entrambe le statuette maschili, Leto transgender meraviglioso, McConaughey personaggio esemplare di redenzioni, sofferenze e anima intatta.
Regia 7: Vallèe e i suoi ralenti audioprivi a introdurre e chiudere, limatura di effetti speciali a condurre in porto senza personalismi una vicenda capace di parlare da sola.
 

lunedì 24 marzo 2014

86th Academy Awards/American Hustle

 
 
Sceneggiatura 5,5: nel solco settantiano di Argo, un mancato colpo gobbo di pretesti storici e finzione inconcludente, i toni della commedia predominanti.
Scenografia 6: NYC di automobili colorate dalle lunghe code, pochi esterni invecchiati e molte stanze arredate da parrucche e da scrivanie, un tocco di colore dato dai manifesti coevi all'ambientazione.
Cast 6,5: si vive la vicenda per la credibilità assoluta di Bale e della sua partner Amy Adams, nonostante l'inconcludente Cooper in questa pellicola prigioniero del suo ruolo più famoso.
Regia 6,5: Russell ha talento e lo conferma anche in questo suo film non particolarmente riuscito, la lentezza e i primi piani delle riprese imitano alla perfezione lo stile dei telefilm della fine dei settanta.
 
 

sabato 22 marzo 2014

Consigli per la lettura/Mazor


Memoria storica abbacinante di squarci di vita vissuta progressiva e singoli episodi raggelanti della filosofia del male, bonario lo sguardo sul collaborazionismo ebraico, illuminanti le teorie dei manifesti e dei film di propaganda. Una città della morte chiusa in se stessa sino all'inevitabile conclusione. Mai più (cit,) 
VOTO 8,5


86th Academy Awards/Captain Phillips




Sceneggiatura 7: soggetto biografico opportunamente limato di preamboli americani e di finali trionfanti, il centro della scena è sempre mantenuto dalla nave assaltata, 
Scenografia 6,5: sala macchine, corridoi, sala comandi, passerelle, è l'occhio interessato della fotografia a rendere protagoniste le diverse parti della Maersk Alaska. 
Cast 6,5: Hanks regge il colpo dell'eroe sfortunato, la prima volta in duecento anni di storia della marina statunitense, i pirati somali realistici di minacce edulcorate.
Regia 7la tensione limata dall'ovvia conclusione perpetrata nella pellicola da buio e claustrofobia, politically correct di buoni e cattivi senza sottolineature ottantiane, fuori fuoco e zoom continui a ricreare l'atmosfera. 



giovedì 20 marzo 2014

86th Academy Awards/The Wolf of Wall Street

 
 
Sceneggiatura 6: una biografia sui generis, adattamento spettacolar-corale pensato per la cerimonia degli sconfitti, sesso, droga e denaro i capisaldi minimamente rinnegati della civiltà statunitense.
Scenografia 6: NYC insipida e grigia come certe sue rappresentazioni dell'epoca, fondali liguri ricostruiti e un unico grande set rappresentazione evocativa dell'open space.
Cast 7,5: mirabile il Di Caprio mutevole (con la sola eccezione del ridicolo monologo sull'aereo che precipita in mare, n.d.b.), alternativo mentore McConaughey che avrebbe potuto vincere due statuette nella stessa edizione.
Regia 7: messa in scena brillante di coreografie al limite del musical, nessuna presa di posizione registica rispetto alla cronologicità estrema da blockbuster style.
 
 

Il mito Rohmer/La moglie dell'aviatore

 
 
Sceneggiatura 8: Rohmer racconta quello che tutti noi abbiamo vissuto, le infatuazioni repentine e mutevoli, capaci di cristallizzare pomeriggi e far dimenticare mesi pregressi spesi nello stesso modo. Universalmente generazionale.
Scenografia 7,5: Buttes Chaumont di foto ricordo e giornate pigre, Rue Cavendish di appostamenti segreti e pretesti per una sosta, Parigi rimanda in maniera semplice il proprio fascino 'periferico'.
Cast 7,5: relegata in una soffitta dal suo personaggio, la Rivière si conferma musa del regista nel suo approccio femminista di dialoghi che non sanno a cosa portare, reali i giovani pedinatori.
Regia 7,5: struttura simmentrica con un prologo e un epilogo a coronare una lunga e coinvolgente parte centrale di sentimenti spontanei e ore da far trascorrere nelle vite degli spettatori.
 

 

venerdì 14 marzo 2014

Horrorland/Manhattan Baby

 
 
Sceneggiatura 5,5: un pout-pourri di intenzioni, nel format di moda dell'epoca, dall'orientalismo di facciata di ciondoli che vedono all'esorcismo che colpisce i bambini, dalla ritualità ripetuta degli eventi alla paura trasmessa (sulla carta) da mere sensazioni.
Scenografia 6,5: belle cartoline ottantiane dal Cairo, da Giza e da Saqqara, compensate da un'ambientazione newyorkese insipida, fatta salva la fotogenicità sempre esemplare di Central Park.
Cast 5: una particina demoniaca per sfondare in televisione anni dopo, sguardi di gesso tra ricerche archeologiche e sedute di psicologia a giustificare le citazioni omaggio finali.
Regia 5: una lunga serie di 'urla fuori posto' a vanificare la pretesa di un terrore senza sangue, inquadrature che zoomano nello stile tipicamente fulciano su volti di allucinazioni, luci blu sparate senza una vera propedeuticità in una chiara occasione mancata.