venerdì 14 marzo 2014

Horrorland/Manhattan Baby

 
 
Sceneggiatura 5,5: un pout-pourri di intenzioni, nel format di moda dell'epoca, dall'orientalismo di facciata di ciondoli che vedono all'esorcismo che colpisce i bambini, dalla ritualità ripetuta degli eventi alla paura trasmessa (sulla carta) da mere sensazioni.
Scenografia 6,5: belle cartoline ottantiane dal Cairo, da Giza e da Saqqara, compensate da un'ambientazione newyorkese insipida, fatta salva la fotogenicità sempre esemplare di Central Park.
Cast 5: una particina demoniaca per sfondare in televisione anni dopo, sguardi di gesso tra ricerche archeologiche e sedute di psicologia a giustificare le citazioni omaggio finali.
Regia 5: una lunga serie di 'urla fuori posto' a vanificare la pretesa di un terrore senza sangue, inquadrature che zoomano nello stile tipicamente fulciano su volti di allucinazioni, luci blu sparate senza una vera propedeuticità in una chiara occasione mancata.
 

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