venerdì 31 gennaio 2014

Letteratura classica/Balzac IX

 
Il destino della borghesia tramite un suo rappresentante modello, ambizioso di arrivismo altrui, politico ante litteram, mercante di sogni e usuraio sconfitto. La parabola classica arricchita dalla consueta pletora di personaggi marginali, tinte misteriose, uno stile assolutamente moderno. Capolavoro imprescindibile della raccolta. VOTO 8
 

martedì 28 gennaio 2014

66th Cannes Film Festival/La grande bellezza

 
 
Sceneggiatura 7,5: l'omaggio più che evidente, l'evoluzione stilistica posticcia, lo sguardo lontano e bonario, le vitellonate senza speranza da crollo del secondo impero romano.
Scenografia 7: la capitale dei lustrini che si staccano, ristoranti di celebrità di un giorno e appartamenti mai pagati con vista Colosseo, discoteche roboanti e angoli silenti di un passato lontano.
Cast 7: ben contornato da comparse faticosamente a bordo dello scafo (Verdone, Ferilli), Servillo convince più che in altre pellicole (per le quali è stato comunque osannato, considerando che il cinema 'italiano' attuale non può prescindere da lui).
Regia 7: Sorrentino firma il suo film migliore, colonna sonora parte integrante, meritata la nomination all'Oscar per la ricreazione aggiornata nel fascino delle atmosfere felliniane, le divagazioni vaticanarie finali si perdono però in vicolo cieco.
 

lunedì 27 gennaio 2014

66th Cannes Film Festival/Heli

 
 
Sceneggiatura 6: filoni narrativi plurimi, la storia d'amore in pectore romantica e sfortunata, la legge del narcotraffico cruenta come da fama, l'ingenuità di chi la combatte a maggior ragione eccessiva.
Scenografia 6,5: Profondo Messico di vallate prosciugate dal sole calante, sterrati di rifugi per torture genitali, ponti pedonali dove lanciare il cappio del tradimento manifesto.
Cast 6,5: pallido un protagonista di basso profilo, rimangono invece nella memoria del film come stelline future i fidanzatini sconfitti dalle regole della vita.
Regia 6: l'abbaglio della giuria e il solco del connazionale, violenza visuale (anche gratuita) e poesia di fotogrammi, parti trascinatamente lente portatrici di un messaggio non condivisibile.
 
 

giovedì 23 gennaio 2014

66th Cannes Film Festival/Giovane e bella

 
 
Sceneggiatura 8: l'adolescenza come territorio inesplorato dei misteri della vita e della morte, le molle decisionali come circostanze, i dialoghi lontani da una presa di posizione alquanto inopportuna.
Scenografia 6,5: Ozon disegna traiettorie del caso, la località marittima molto 'Francia mediterranea', le camere d'albergo impersonali come la città che ruota attorno alle studentesse disorientate.
Cast 7: prova più che interessante per il debutto della Vacth, mantide involontaria di partner freddi e distanti, lo sguardo vuoto e assente degli adulti segue solo in parte le sintonie della trama.
Regia 7: quattro sinfonie, quattro brani di musica leggera cult transalpina, il passare delle stagioni a diminuire con il colpo di coda finale l'osmosi emotiva delle vicende.

martedì 21 gennaio 2014

66th Cannes Film Festival/Solo Dio perdona

 
 
 
Sceneggiatura 7+: lettura soggettistica complessa e dalle interpretazioni opinabili, la conflittualità riduce personaggi e situazioni a mere proiezioni mentali, messi in scena con la classe estetica di chi sa pagare un tributo alla violenza da gangster di una certa cinematografia orientale.
Scenografia 7,5: Bangkok luccica nei riflessi delle ragazzine in vetrina, le bancarelle buie dei mercati notturni, le luci rosse degli incontri di boxe e quelle ocra dei night-club a karaoke.
Cast 6: criticata oltre le effettive deficienze la performance di un Gosling ingessato che comunque non ripete la prova di Drive, il realismo è assicurato dal giustiziere mafioso con la spada (la star locale Pansringarm).
Regia 9: se Refn fosse Lynch sarebbe tornato da Cannes con la Palma d'Oro (cit.), le atmosfere ovattate della pellicola rimangono come cristallizzate nello spettro emozionale, la lentezza dei movimenti a rimandare ad altri filoni asiatici (wuxiapian), un omaggio che suona come un capodopera.
 
 

lunedì 20 gennaio 2014

Horrorland/Quando Alice ruppe lo specchio

 
 
Sceneggiatura 4,5: tema classico, rivisitazione in chiave 'American Millionaire', pause ed omicidi, l'escamotage alla base dell'intreccio davvero svilente (lo sdoppiamento dell'ombra, n.d.s.).
Scenografia 6: Florida povera di ippodromi lontani dalla costa, lampioni prospettici di quartieri residenziali nel nulla, ville spaziose, design settantiano e gatti sovrani.
Cast 5,5: donne pelose dall'appeal di una cicatrice, il serial killer ha paura di essere scoperto pur non essendo del tutto proprietario della propria furia omicida gratuita.
Regia 5,5: un piano sequenza grandioso di cannibalismo, ma la classe derivativa dello splatter si perde tra trucchi amatoriali e ridondanze senza una ripresa a distogliere dai dialoghi inesistenti, il finale grottesco nel garage non rende giustizia agli inserti di umore nero stile 'lotta di classe'.
 
 

Il mito Rohmer/Reinette e Mirabelle

 
 
Sceneggiatura 7: non ci sono risposte nette, solo domande poste in contesti mutevoli, l'onestà imprescindibile nelle variazioni sul tema dei tre episodi parigini, un interludio romantico il quadro iniziale sull'Ora blu
Scenografia 7-: campagna incolta a cavalli e rustici in mattoni, stivali da pozzanghere e vestiti candidi, la concitazione di Montparnasse ad alternarsi agli interni all'ombra della torre in metallo.
Cast 7: una coppia non esattamente ben assortita, eppure entrambe le attrici recitano a memoria la propria particina di studentesse alle prese con la vita reale.
Regia 7,5: sprazzi di vita quotidiana tra gli scaffali di un supermercato o nei tavolini all'aperto degli iconici bar parigini dai camerieri maleducati, le certezze assenti nell'esperienza dell'esistenza.
 
 

venerdì 17 gennaio 2014

Yimou Filmography/Hero

 
 
Sceneggiatura 7: pretese storiografiche alla base dei finanziamenti fuori dalla media, romanticismo profuso da nomi e situazioni, circolarità spezzate di sacrifici inevitabili, l'onore nel tradimento.
Scenografia 8: una fotografia sublime che colora ogni segmento di sfumature differenti, dall'indimenticabile rosso della menzogna calligrafica al ghiaccio dei flash-back, palazzi e canyon cinesi dall'impatto estetico assicurato.
Cast 6: il pathos che manca alla pellicola è largamente imputabile ai protagonisti praticamente unici di questa saga senza comparse apprezzabili, i numerosi primi piani tradiscono sentimenti lontani da quelli necessari nella finzione.
Regia 7,5: il wuxiapian è complemento alla ricerca dell'intreccio, la storia d'amore un filone accattivante, le frecce che vengono scoccate a centinaia trafiggono al cuore i ricordi degli appassionati di cinema.
 

sabato 11 gennaio 2014

Letteratura classica/Sciascia


Citazioni classiche di una cultura semi-contemporanea assurta al rango di eterna per merito di altri capolavori siciliani, la forma del giallo che omaggia Agatha Christie nella specificità della confessione soffusa, lo stile in soggettiva che alterna parti narrate e dialogate secondo il più classico degli schemi. Valore aggiunto la condanna implicita della società italiana, ancora attualissima e pungente. VOTO 7



mercoledì 8 gennaio 2014

Wenders Filmography/Così vicino, così lontano

 
 
 
Sceneggiatura 5: gli ingranaggi dell'orologio del tempo, filosofia ambiziosa al servizio della ripetizione, finalità e atmosfere del primo tomo irreparabilmente compromesse.
Scenografia 7: una Berlino in lenta mutazione, la colonna dell'angelo, i centri commerciali settantiani, la metropolitana in costruzione, i canali della Sprea.
Cast 7: ottima prova del fu Cassiel, il ruolo da protagonista con i crismi scaduti del Ganz vanesio, irritante come l'animo nascosto del demone traghettatore il 'Time itself' di Defoe.
Regia 6,5: ottime prospettive ad allargare la scena e primi piani citazionisti, ma anche un po' di maniera nel replicare stantiamente la magia irripetibile del bianco e nero di Wings of desire.
 
 

martedì 7 gennaio 2014

Horrorland/Marianne



Sceneggiatura 6: Ju-on made in Sweden, ogni folklore ha i propri mostri del sonno che scricchiolano e portano i capelli lunghi, l'idea celebrativa da salvare, la messa in scena ripetitiva di quotidianità ininfluenti da derivare.
Scenografia 6: Ostersund, un lago e una chiesa in mattoni, strade larghe di Norrland, panoramiche a volo d'uccello e palazzi storici, un pontile in legno di riflessione sugli interni non curati.
Cast 5,5: l'aspetto che richiama non fa di Sandra Larsson una nuova Noomi Rapace, pretese che sbottano troppo alla leggera, più sofferente nel personaggio cardine il vedovo in psicanalisi.
Regia 5: le stroncature ai debutti, Tegstedt e l'autofinanziamento, la cinepresa vaga seguendo il volto segnato del protagonista, qualche intrusione sonora nel mondo dell'inconscio non giustifica fama ed etichettatura della pellicola, lenta sino all'esasperazione.