martedì 21 gennaio 2014

66th Cannes Film Festival/Solo Dio perdona

 
 
 
Sceneggiatura 7+: lettura soggettistica complessa e dalle interpretazioni opinabili, la conflittualità riduce personaggi e situazioni a mere proiezioni mentali, messi in scena con la classe estetica di chi sa pagare un tributo alla violenza da gangster di una certa cinematografia orientale.
Scenografia 7,5: Bangkok luccica nei riflessi delle ragazzine in vetrina, le bancarelle buie dei mercati notturni, le luci rosse degli incontri di boxe e quelle ocra dei night-club a karaoke.
Cast 6: criticata oltre le effettive deficienze la performance di un Gosling ingessato che comunque non ripete la prova di Drive, il realismo è assicurato dal giustiziere mafioso con la spada (la star locale Pansringarm).
Regia 9: se Refn fosse Lynch sarebbe tornato da Cannes con la Palma d'Oro (cit.), le atmosfere ovattate della pellicola rimangono come cristallizzate nello spettro emozionale, la lentezza dei movimenti a rimandare ad altri filoni asiatici (wuxiapian), un omaggio che suona come un capodopera.
 
 

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