venerdì 31 maggio 2013

Wenders Filmography/L'amico Americano




Sceneggiatura 7: inedito Highsmithiano conservato in salamoia per Wenders, di soggetti accattivanti tenuti insieme dall'ingenuità, di partiture che saltano troppo rapidamente da un delitto all'altro, il respiro narrativo a eventi susseguentisi in un crescendo di tensioni emotive. 
Scenografia 8+: NYC e le torri gemelle, la metropolitana di Paris a immortalare La Dèfense pre Grande Arche di vagoni obsoleti e scale mobili di una modernità passata, le case demolite dell'Amburgo portuale un'ideale meta di pellegrinaggio.
Cast 7: Ganz a metà nella parte del corniciaio malato terminale, perfette peraltro le scorribande omicide pasticciate, Hopper sua maestà del cartellone di dialoghi distaccati come il personaggio di mero raccordo.
Regia 8: ennesima prova di bravura del talentuoso regista tedesco (cit.), gli stacchi della cinepresa danno vita a scene lente ben musicate di follia latente e paura notturna, maestoso piano sequenza da storia del cinema nel Métro.

giovedì 30 maggio 2013

Horrorland/Zombi 3



Sceneggiatura 6: gli zombi, si sa, non muoiono mai, nemmeno quando affrontano soggetti triti nella loro esposizione al ludibrio, tra laboratori di chimica e scienziati che confrontano generali, la forza delle mani tagliate e delle teste nel frigo supera sempre la debolezza degli script raffazzonati.
Scenografia 6,5: splendide Filippine rurali e provinciali, jeep che percorrono centri storici, spiagge e piantagioni, giungle azzerate dall'umidità, riproposizioni in interni validati.
Cast 4: nomi che hanno trovato poche altre occasioni di vedersi su di un cartellone, dando prova di grande improvvisazione nel senso negativo del termine, tra discorsi sopra le righe e sparatorie all'impazzata.
Regia 6: il senso esagerato della critica, scene aggiunte da Mattei e Fragrasso ad allungare rami secondari senza sfigurare, nel nonsense fulciano di azzannamenti e mutazioni declinate tra le citazioni del caposaldo romeriano.


martedì 28 maggio 2013

Crom Discography


Old-style classic metal with power influences.


OF LOVE AND DEATH (81) cover 67
Reasons to live (80) Lifetime (80) Just one blink (81)
My song for all the broken hearts (81) My destiny (82) This dying world (80)


VENGEANCE (82) cover 82
Wings of fire (83) The restless king (80) Crom (82)
Vengeance (82) Unchain the hero (80) A life unbearable (81)
The stars will fall (83) Hammer of the gods (83) Fire (80)


giovedì 23 maggio 2013

Wenders Filmography/La lettera scarlatta




Sceneggiatura 7,5: Hawthorne padre putativo di generazioni di drammi a triangolo amoroso, la celebrazione del femminicidio, la scappatoia offerta da Dio, l'epilogo oscuro che esporta la colpevolezza dalla comunità chiusa in se stessa.
Scenografia 7-: Galizia mascherata da Massachussets, case di legno di scogliere prominenti, baie sabbiose di spedizioni navali, interni oscurati dalle finestre chiuse verso l'esterno.
Cast 6: cast multilingue dalle evidenti difficoltà comunicative, la sfrontatezza solo apparente della Berger, le lacrime deboli del genitore Castel, la maschera vendicativa del Blech.
Regia 6,5: a lampi intermittenti emerge la classe wendersiana, musiche eversive e buio non solo apparente, il raccordo convenzionale di scene corali in movimento nuoce alla pellicola come nuoce al cinema d'arte.

Il mito Rohmer/La Marchesa Von..



Sceneggiatura 8: Kleistizzare l'adulterio in costume, tematiche innovative e script di ferro battuto, il cameo del prologo e la protagonizzazione dell'attesa, sottolineature tenui e incisive.
Scenografia 7: miracolosa resa pittorica di un campo minimale, tra gli artisti del primo ottocento e Barry Lyndon, interni nobiliari bui e ovattati, panchine romantiche di una filmografia intera.
Cast 6: Ganz e i ruoli importanti, qualche indecisione iniziale lascia spazio alla bontà del cuore, Edith ha il dono della semplicità recitativa, initimistica nelle sofferenze, gaia nelle notti d'amore.
Regia 8: la storicità secondo Rohmer, movimenti della cinepresa depennati, staticità di quadri che si sussegguono tra primi piani significativi e scene corali di grande impatto. Studio cinematografico riuscito.


lunedì 20 maggio 2013

Horrorland/The Oregonian



Sceneggiatura 8: scomposizione temporale surreale, tessere di un mosaico di (non troppo) difficile interpretazione, l'unica fuga possibile da padri incestuosi e comunità complici di provincia.
Scenografia 7: Lind, Washington, nulla di mattoni e cingolati, strade che citano strisce di sangue, motel e caravan, l'icona americana della disperazione.
Cast 7: maschere di follia dai vari volti ridenti, nell'universo onirico della pellicola ogni protagonista è ben omaggiato dal finale, menzione d'onore per la mascotte verde.
Regia 8: l'omaggio a Lynch supera il livello della citazione, tra break dannati e scene fuori dal tempo, picchi minimi di splatter dove il terrore ha il volto della solitudine. Strepitosa opera prima.

sabato 18 maggio 2013

Horrorland/Demonia



Sceneggiatura 5,5: scontando l'improvvisazione degli Spagnuolo d'Italia, un soggetto finto medievalista con l'annesso diabolico del sacro, una serie di dialoghi trascinati verso un epilogo ovvio ma sostenuto da molti altri episodi nella letteratura classica dell'horror (qualcuno ha detto Psycho?).
Scenografia 5,5: un'ambientazione sicula prettamente affascinante, cripte e teatri, vicoli di paese e campeggi sulla spiaggia, l'incuria degli accenti settentrionali ricorda l'Europa monolitica della filmografia statunitense.
Cast 5: veraci le suore crocifisse dell'intro in modalità ripetizione onirica, il realismo di protagonisti e comparse al livello medio minimo di pellicole del genere.
Regia 6: al netto degli effetti speciali di budget limitato, restano illuminazioni orrorifiche vecchio stile (notably l'omicidio tra le carcasse fintissime della macelleria) in un contesto di riprese stanche e affascinanti, monocordi e devianti. Sottovalutato.


venerdì 17 maggio 2013

Haemorrhage Discography


La definizione recita porno gore grind, cresciuti nelle cantine madrilene.


HOSPITAL CARNAGE (81) cover 66
Open heart butchery (82) Traumageddon (85) Resuscitation manoevres (83)
Flesh devouring pandemia (80) Fomite fetish (81) Amputation protocol (81)
Emergency slaughter (81) Doctors of malpractice (80) Tumour donor (80)
Hospital thieves (79) Splatter nurse (80) Hypochondriac (81)
Ingreso cadaver (80) Necronantology (79)


APOLOGY FOR PATHOLOGY (80) cover 70
Posthumous predation (80) Feasting on purulence (80) Frenzied genital carbonization (81)
Antemortem thanatopraxis (78) Disgorging innards (82)
Excruciation denervation of the lumbar spine (78)
Cadaveric metamorphose (81) Syndicate of sickness (82)
Edible necrectomy (79) Furtive dissection (80)
Surgical extravaganza (80) Apology for pathology (82)


MORGUE SWEET HOME (80) cover 47
Mortuary riot (80) Oozing molten gristle (80)
Midnight mortician (81) Virulent mass necropsy (78)
Funeral carnage (78) Surgeon of the dead (81) Exhuming impulse (79)
Unlock the morgue (82) Sublime anatomy of revenge(78)
Morgue sweet home (80) Mangled surgical epitaph (80)
The forensic requiems (82) Dirge for the sick (81)

giovedì 16 maggio 2013

Il mito Rohmer/Il segno del leone



Sceneggiatura 7+: al netto di Capra e dei poco credibili miracoli ereditari, il dramma attualissimo della solitudine in povertà, l'amicizia di convenienza, il potere corrosivo del soldo.
Scenografia 7: Parigi luccica anche in bianco e nero, l'eleganza maestosa degli edifici monumentali, il placido scorrere dei bateaux mouches sulla Senna, i vecchi mercati di strada a Mouffetard.
Cast 7+: giornalisti imbalsamati e incerti accenti, un clochard de facto grandiosamente decadente di lunghe camminate, tentati furti e rassegnazione crescente di ondeggiamenti nella folla indaffarata.
Regia 7,5: c'est la Nouvelle Vague, évidemment, et on peut dire que c'est vraiment grande chose. Rohmer padre fondatore, presto da lontano dettami stilistici musicati e non parlati, da una scelta di riprese estetiche e avvolgenti come nell'interminabile, magnifica sequenza delle scorribande disperate del leone impoverito.


martedì 14 maggio 2013

Wenders Filmography/Nel corso del tempo



Sceneggiatura 8: allegoria in conclusione semplice, le due facce del cinema (la tecnica del riparatore e l'anima dell'esperto di linguaggio) possono dare luce a grandi emozioni potenzialmente infinite (il viaggio), a patto di restare unite e condividere un percorso.
Scenografia 8: strepitosa fotografia naturalistica, impreziosita dal b/n che sfuma i toni commerciali di scritte, insegne e cartellonistica, la fabbrica della Volkswagen un souvenir visivo inevitabile per la città del lupo.
Cast 7,5: Vogler su Zischler, non solo per la più prolungata collaborazione col regista, ma anche per una dose sperticata di realismo tra i guadi del fiume e i binari della ferrovia.
Regia 7,5: road movie dell'apparenza, personalità provinciali che profumano di un est ignoto, grandi trovate visive di teatri delle ombre e suicidi prekieslowskiani, la musica rock colonna sonora dei battiti cardiaci.