sabato 7 novembre 2020

Horrorland/His House

 



Sceneggiatura 7: un soggetto assai interessante, che unisce la denuncia sociale (senza polarizzazioni da buoni o cattivi) con la rivisitazione del canonico tema della casa infestata.
Scenografia 8: Tilbury, qui siamo davvero all'estrema periferia di London, anche se la finzione ci porta a Stoke per inneggiare a Peter Crouch. Adelaide Road e Darwin Road sono veri e propri scenari 'horror' del disagio di certi angoli remoti dello UK.
Cast 6,5: c'è la gioia quasi insperata, c'è un dramma che ci si porta dietro che avrà un twist alquanto riuscito, nella tragedia africana di grande partecipazione emotiva.
Regia 6,5: attimi di paura vera anche senza grandi effetti speciali, un break che forse scolla troppo la pellicola in un intervallo con due tempi, omaggi citazionisti di pregio.

Letteratura contemporanea/Modiano

 


Bellissimo viaggio a ritroso di una vita, la memoria persa è il pretesto per ricostruire un'esistenza che riemerge come in un puzzle, attraverso foto, testimonianze, luoghi che si sommano ai flashback improvvisi dei percorsi. Nulla viene spiegato completamente, il tutto lasciato all'immaginazione. Geniale anche un titolo sul quale non ci sarà nessuno sviluppo della trama. Chapeau. VOTO 8+

martedì 3 novembre 2020

Horrorland/Evil Eye

 



Sceneggiatura 6: credenze che hanno messo radici profonde, nonostante queste non esistano. Una storia interessante che andava raccontata con altro mistero e altra verve.
Scenografia 6,5: stranamente, l'occhio migliore è quello che racconta le semplici panoramiche di una città asiatica (probabilmente non Delhi, viste le dimensioni), incluso il famigerato incontro-scontro sul ponte.
Cast 6,5: c'è attinenza ai personaggi, avvenenza alla trama, per un cast che non ha certo bisogno di pellicole non completamente riuscite per emergere.
Regia 5: un film di una durata di quasi due ore non può fare due cose: concentrare gli eventi clou in venti minuti finali, a maggior ragione se ha già anticipato all'inizio la scena del disclosure.

Horrorland/Nobody sleeps in the wood tonight

 



Sceneggiatura 6: la favola nera che non nasconde alcun mistero o significato recondito, alla fine la semplicità degli script degli horror classici merita la sua fetta di chance cinematografica.
Scenografia 5,5: il bosco degli scout degli anni venti, privati di cellulari e tablet, ma non (ancora) delle diverse identità sessuali, varie riprese che magnificano le infilate di tronchi (insanguinati).
Cast 5: si pensava pure peggio, ma alcuni stereotipi a parte la resa è quella classica delle pellicole del genere, fenomenalmente presa in giro da un protagonista in un grande esempio di metacinema.
Regia 5: troppo lenta la cinepresa, un inedito horror che perde valore nel momento in cui la situazione precipita dopo quasi un'ora di puri dialoghi. Precipita male, che gli omicidi non sono degni di grande menzioni scary o gore. 

Horrorland/Kadaver

 



Sceneggiatura 6: il soggetto distopico ha la follia trattenuta del periodo contingente, perdendo verve in scene che non mostrano, non si sa se volutamente, un potenziale per remake potenzialmente più cruenti e paurosi.
Scenografia 6: l'hotel illuminato nella scena finale lancia un messaggio involontario a favore delle luci spente dei teatri, una buia valle urbana in rovina che sa farsi apprezzare.
Cast 6: attori che non indossano maschere, e viceversa, in una contrapposizione di ruoli che vale il vagare della protagonista attraverso le verze verdi e rosse e la carne umana delle cucine.
Regia 6: dando in mano questo script (assai superiore) ai produttori di Saw o The Hostel, sarebbe uscita una carneficina senza pause. Qui prevalgono un filo troppo i momenti attendisti, anche nella necessità che le pellicole citate non avevano, di allontanare temporalmente la soluzione del mistero horror.