mercoledì 30 aprile 2014

Horrorland/Modus Anomali



Sceneggiatura 6: amnesia autoindotta e loop, la prevedibilità del twist mementico, il delirio omicida che richiama Funny Games, l'idea del soggetto scarnificata di dialoghi e zoppicante di situazioni.
Scenografia 6: un bosco di insetti viventi e auto mimetizzate, tute di partite a pallone, la Cabin in the woods ormai immancabile di notti di luna piena a sacrificare giovani rampolli.
Cast 6,5: Rio Dewanto, ossia un uomo davanti alla steadyshot in molte delle sequenze, realismo più che convincente nella doppia parte di padre preoccupato e assassino per divertimento.
Regia 6: partenza sprint di mani che riemergono dalla terra e videocassette di un'illusione snuff, Anwar rallenta l'explained ending di buio e suoni ben resi nel limite di una lentezza espositiva oggettivamente annoiante.

Saggistica/Terzani II

 
 
Narrativa di viaggio per esperti conoscitori del continente asiatico, le tipicità insite in ogni paese descritto, spezzoni di storia illuminanti, il cammino di un viandante liberato dal potere delle ali. Molto spazio come da titolo alle previsioni di indovini più o meno sui generis, l'ombra di un giudizio a volte severo su molte delle terre attraversate (Thailandia, Vietnam, Cina, Giappone, Singapore, Malesia). VOTO 7
 
 

lunedì 28 aprile 2014

Horrorland/Quella villa accanto al cimitero



Sceneggiatura 6,5: cult acclamato di mostri citazionistici, la declinazione splatter-horror delle presenze in case infestate proudly made in New England, quotidianità al netto delle ricerche.
Scenografia 6,5: boschi nebbiosi di lapidi chiave, immobiliari qualunque di pavimenti a parquet, il marciapiede che costeggia Central Park per il cameo del regista.
Cast 6,5: effetti speciali che mettono in scena un Freudstein notevole per deformazione e carisma di sangue, regge la coppia di bambini alla claustrofobia un po' scontata della cantina del mostro.
Regia 7: Lovecraft il nome di riferimento per un omaggio riuscito, riprese che alternano suspence e gore, il soprannaturale ad avere la meglio tra gli inserti argentici e quelli della filmografia di genere statunitense.

domenica 27 aprile 2014

Cinema francese/Indocina



Sceneggiatura 6,5: nostalgia di sottofondo che pur tuttavia non intacca una distaccata esposizione super partes degli avvenimenti storici, lontani dal dramma di una donna che ha perso due amori in un sol colpo.
Scenografia 7: lo splendido scenario dell'ottava meraviglia del mondo, i palazzi storici di Hué dove per la prima volta fu concesso di filmare, Penang ben mascherata da Saigon.
Cast 6,5: la classe della donna più bella del mondo (cit.) al servizio di una cinematografia patriottica e kolossalistica, non sempre tra le maglie della storia d'amore si colgono altri battiti di realismo.
Regia 7: un Oscar alla pellicola di lingua non inglese, il ritmo uniforme a distribuirsi in maniera omogenea lungo il lento scorrere delle vicende, siparietti teatrali omaggianti, colorismo adeguato, pathos strappalacrime da grande produzione internazionale.



sabato 26 aprile 2014

Horrorland/You're next



Sceneggiatura 7: home invasion con venature di Scream e di 10 piccoli indiani, se latita la paura vera non mancano spunti di interesse (i twist sono comunque prevedibili) per giungere al termine dei 90 minuti 'di genere'.
Scenografia 6,5: riuscite le luci ocra della fotografia, agghiaccianti nel loro tributo bertiniano (il regista di The Strangers, n.d.b.) le maschere dell'agnello, della volpe e della tigre.
Cast 6,5: bellissima e giovanile la madre ex interprete di soap famose, il doppiogiochismo mancato dei colpevoli fa parte del ruolo, dai campi di survivors una piacevole sorpresa.
Regia 7: Wingard sceglie una insolita presentazione caratteriale dei personaggi-pedine, poi mescola con convinzione l'horror, il giallo e la commedia in uno splatter low-cost molto distaccato che diventa per forza di cose un micro-cult.



venerdì 25 aprile 2014

Wenders Filmography/Non bussare alla mia porta



Sceneggiatura 7: Gus Van Sant cuce un soggetto addosso alla filmografia pregressa di Wenders, attingendo a piene mani dalla crisi di mezza età che ha ribaltato le convinzioni di un tempo lontano.
Scenografia 9: fotografia magistrale dichiaratamente ispirata a Hopper in quadri cinematografici di rara bellezza, complici le due location (Elko, Nevada e Butte, Montana) del profondo ovest statunitense.
Cast 6,5: Jessica Lange arranca di maschere già viste, scampoli di gioventù brillante, Roth senza un sorriso, il co-sceneggiatore sostiene la credibilità della storia con un disincanto esemplare e sincero.
Regia 8: spettacolare road movie mascherato, il ritorno alle origini con personaggi de-germanizzati, la forza della vita in una relazione improvvisata attorno a una chitarra e a una canzoncina, le luci del demone del gioco in una magistrale sequenza al casinò.

Allen Filmography/Blue Jasmine




Sceneggiatura 7: i toni classici della commedia amara di Allen, senza la gravatura ridondante delle crisi del suo personaggio, il succedersi delle responsabilità che tessono un filo esile, la grandissima e inevitabile solitudine di tutta l'umanità. 
Scenografia 6: se è statica la NYC dei flash-back di una vita di apparenze di normalità, il colorismo minimo di una fotografia lineare trova compimento in una Frsico a cartellonistica di immigrazione e automobili luccicanti.
Cast 7,5: sofferenza partecipe di una mente annebbiata da alcool e emarginazione, una statuetta meritata per la Blanchett icona della pellicola, contorni sufficientemente rappresentativi di un mondo che mischia le carte classiche di appartenenza.
Regia 6,5: flash-back intrusivi senza soluzione di continuità, il Woody quasi ottantenne si magnifica di riprese narrative a supportare la consistenza della sceneggiatura.

giovedì 24 aprile 2014

Il mito Rohmer/Le notti della luna piena

 

Sceneggiatura 8: commedia leggera sulla frivolezza delle relazioni attraverso i cambiamenti generazionali, l'ipocrisia delle scelte autoimposte, la musica electro-pop a scardinare la contemporaneità del soggetto.
Scenografia 6,5: Marne la Vallèe, les nouvelles villes all'epoca della loro costruzione, fotogrammi introduttivi e simmetricamente conclusivi a panoramicizzare l'estetica dei condomini bassi.
Cast 6: la sfortunata Ogier a fasi alternate nel ruolo centrale della presunta libertà amorosa, Luchini improbabile corteggiatore, la maschera di delusione del Karyo la parte più riuscita della tresca.
Regia 7,5: teatro senza il teatro (cit.), il paradigma recita lunghe parti dialogate centrali e spezzoni ben girati di avanzamento dell'intreccio, la luna piena fa capolino dal casco di una moto.

martedì 22 aprile 2014

Il mito Rohmer/Il bel matrimonio

 
 
Sceneggiatura 7: le pieghe della vita, momenti di convinzioni, complicità femminile, relazioni da conquistare o da dare per scontate, il mondo che ruota intorno a noi.
Scenografia 6,5: una stazione parigina di precedenti episodi rohmeriani, Le Mans appannata nel film e nella realtà di diapositive ottantiane tra persiane d'epoca e pavé freddo invernale.
Cast 7: lucida follia e perversa perseveranza nella Romand scornata della festa di compleanno, assai meno a suo agio come partner e come attore la controparte maschile dominante.
Regia 8: un treno come principio, fine e nuovo inizio, metafora della vita che riparte dopo le diavagazioni del proverbio lefontainiano, la cinepresa salda a far batter il cuore di quotidianità in cui immedesimarsi.
 

venerdì 18 aprile 2014

Letteratura contemporanea/Lackberg VI

 
Ulteriore recupero della vena investigativa di Erica Falck, direttamente proporzionale al miglioramento sostanziale dell'imprevedibilità dell'intreccio, ancora in parte giocato sull'ossessiva alternanza passato-presente (piuttosto cruda in certi passaggi mortali). Il finale apre prospettive drammatiche in uscita, una buona trovata per alzare il tiro dopo una conclusione un po' affrettata che non cancella comunque una bella indagine vissuta in prima persona dal lettore. VOTO 7
 

giovedì 17 aprile 2014

Yimou Filmography/Mille miglia lontano

 
 
Sceneggiatura 6,5: parallelismi storici a distanza, l'omaggio alla tradizione, l'aura romantica che vorrebbe prendere un certo sopravvento, il testamento spirituale di una riuscita.
Scenografia 6,5: Giappone grigio di tetti d'ospedale e treni ad alta velocità, Cina paesaggistica come sempre in Yimou, vallate verdi e costumi colorati.
Cast 5: delude da subito l'approccio alla pellicola del grande protagonista (non il sottoscritto, n.d.b.), freddo di sentimenti inimmaginabili, non decolla l'affinità adulto-bambino, indecorose alcune comparse.
Regia 5: stroncatura inattesa per il navigato regista di tanti capolavori, che cerca di riciclarsi attraverso tematiche già affrontate, senza la partecipazione emotiva di riprese azzurrate come in una delle mille inutili produzioni hollywoodiane.