venerdì 28 febbraio 2014

Il mito Rohmer/Racconto d'inverno

 
 
Sceneggiatura 8,5: soggetto invecchiato da Internet e dai telefoni cellulari, ancorché dai social network, ma sempre favolisticamente perfetto in un lieto fine sofferto e commovente.
Scenografia 7,5: profonda Parigi vissuta tra gli autobus e le metropolitane, provincia di TGV e scalinate, teatri di prosa e saloni di parrucchieri, le tavole spogliamente imbandite dell'inverno.
Cast 7: magnifica la Very, icona romantica della pellicola, un filo sotto gli spasimanti, in particolare il nobile marinaio padre a sorpresa.
Regia 8,5: scorrevolezza inusuale per un regista dai toni pacatamente narrati, una intro sensuale e frizzante, la prima favola senza lieto fine, la seconda favola incompiuta, la speranza della felicità in un abbraccio a tre.

Il mito Rohmer/Racconto d'autunno

 
 
Sceneggiatura 8: nel fil rouge della seduzione attraverso le quattro stagioni, un altro impeccabile manifesto di atteggiamenti e umanità (d'istinto questa volta tutte simpatiche, n.d.b.) tra le sensazioni sulla pelle e i trascorsi dal peso rilevante.
Scenografia 8: magnifica campagna francese ripresa con pennellate poetiche tanto nell'intro medievale urbana quanto nell'outro nuziale a libagioni, tra il verde frusciante delle distese di vitigni e la calma rassicurante delle case in pietra.
Cast 8: una coppia di attrici collaudate, entrambe muse del regista in più occasioni, a scandire i momenti cruciali tra gli ammiccamenti delle differenze ventennali e le pacate osservazioni della seconda età.
Regia 7,5: splendide riflessioni sul caso e sulla psiche, particolare fascino da un'ambientazione perfetta, nel meccanismo tramico rimangono alcune pause di troppo 'stile primo episodio'.

mercoledì 26 febbraio 2014

Il mito Rohmer/Racconto d'estate

 
 
Sceneggiatura 8: cronistoria di tutti gli amori estivi, tra i dubbi, le possibilità, gli splendidi scenari e le armi di seduzione, la volatilità suprema a trionfare.
Scenografia 8: Bretagna di confine, già francesemente deliziosa di scogli spianati e sabbie scure, villette in mattoni e belvederi balaustrati, perfetta rappresentazione della seconda stagione.
Cast 7: traballa assieme al decisionismo anche il realismo del protagonista, peraltro perfettamente supportato dal romanticismo nell'amicizia, dalla sensualità a carte scoperte, dalla freddezza del già prefissato.
Regia 7,5: nella tematicità ciclica ecco di nuovo una intro spaziale di mutismo, la solitudine conseguenza, le lunghe passeggiate indimenticabili non solo per i protagonisti.
 

Il mito Rohmer/Racconto di primavera

 
 
Sceneggiatura 6,5: disquisizioni sull'episodicità delle amicizie e degli amori attraverso le note conversazioni di quotidianità improvvisate, ma i rapporti interpersonali girano ambiguamente a vuoto.
Scenografia 7: una scuola alla periferia dell'Ile de France, viali di raccordo a note monumentalità, lo sbocciare della primavera che timidamente fa capolino nella bucolicità campestre della provincia.
Cast 7: una coppia affiatata di poche domande e molte sensazioni sulla pelle, il quartetto improponibile nelle dimensioni del tradimento e della sessualità, la fuga che non dà risposte (che rivedremo, n.d.b.).
Regia 7: lunga intro muta, passaggi teatrali a ripetizione, lo stile cristallino del regista trova classica applicazione anche in una delle sue pellicole meno convincenti.
 
 

lunedì 24 febbraio 2014

Hororland/Il fantasma di Sodoma





Sceneggiatura 5: idea se non originale quanto meno spendibile, le frontiere inesplorate tra horror e porno, il pretesto della svastica per imbastire l'ennesima tempesta magnetica prima dei cellulari e dei navigatori satellitari.
Scenografia 4: una villa pseudo-medicea di cipressi e campi sterrati per fuoristrada, interni riccamente allestiti e scale di passaggi segreti sottoutilizzati, il pennone della bandiera rossa.
Cast 4: attori americani senza l'arte nè la parte della fine degli '80, ballerine ante litteram ed erotismo freddo da recital teatrale di periferia.
Regìa 3: troppo brutto anche per il peggior Fulci, le riprese a dir poco amatoriali coronate da un misero assaggio di splatter vergognoso, luce bassa e riprese fisse a basso costo. Capolavoro del non-cinema.


domenica 23 febbraio 2014

Cinema italiano/La migliore offerta





Sceneggiatura 8: soggetto intrigante spalmato su una sceneggiatura che sceglie sapendo di scegliere, abbandonando preamboli, lieti fini e miele per pochi intimi flash di un amore chiave, il mistero di contorno parimenti alla redenzione finale. 
Scenografia 7,5: Praga è l'unico posto 'indicato', con menzioni meritorie per l'orologio e il povero pub definitivamente chiuso nel luglio successivo, note viennesi e triestine (tutt'altro che differenti, n.d.b.) in un non-luogo elegantemente ben ricreato.
Cast 7: c'è della sensibilità nella Hoeks agorafobica, mentre restano sulla carta i contributi fiacchi di Hoeks e Sutherland, Rush sofferto misogino innamorato è l'unico vero protagonista di livello.
Regìa 7,5: ambientazione e recitato anni luce dall'italianità sudista tipica del regista, il territorio già esplorato ne la Sconosciuta dà luogo a scene classiche di buona fattura estetica, con sottolineature morriconiane a impreziosire l'imperscrutabile scorrere del tempo.

Letteratura contemporanea/Crapanzano IV


Il piacere di leggere e scrivere in tono minore, il tomo breve della saga improntata, una escursione spaziale in Zona 1 per il commissariato di Porta Venezia. Storicità alla scettico blu, di episodi a collante per un lungo fiume tranquillo di passiva accettazione, trama gialla troppo semplice e (difetto comune agli altri libri, n.d..b) autoridotta nella lista dei sospettati. VOTO 6

giovedì 20 febbraio 2014

Letteratura contemporanea/Crapanzano III


Ripresa e consolidamento di stilemi semplici e caratterialità precise, trama gialla un po' troppo semplice, dalla citazione christiana mancata all'introspezione abbozzata dell'omosessualità femminile. Interessante quadro storico sulle case chiuse, manca all'appello Milano sacrificata tra le vie di Greco e quelle del centro. VOTO 6+

mercoledì 12 febbraio 2014

Letteratura contemporanea/Crapanzano II

 
La nebbia e le strade di Milano, binomio notturno imprescindibile, le atmosfere noir e il gusto rétro, una vicenda con tutti i crismi del giallo classico inclusa la semi imprevedibilità del mistero. Scolpita nella memoria per sempre, luogo inventato del patrimonio cittadino, la casa di ringhiera con i suoi curiosi abitanti, il gabbiotto di portineria e la tabaccheria dell'ora dell'aperitivo. VOTO 7,5

lunedì 10 febbraio 2014

Letteratura contemporanea/Crapanzano I

 
Maigret milanese retrospettivo, stile colloquiale sempre pronto al break contemporaneo, personaggi assai ben delineati, atmosfere lombarde degli anni '50 ottimamente ricostruite. La storia in sè ha un esito piuttosto plausibile, ma si nutre essenzialmente di sensazioni tra gli alibi di ferro dei sospettati e i flash vividi da Aspromonte a Porpora. VOTO 6/7
 

venerdì 7 febbraio 2014

Cinema italiano/Murder Rock

 
 
Sceneggiatura 6: omaggio argentico rivisitato al sapor di Flashdance, evidente il disturbo bipolare della protagonista che toglie sale a un giallo con poche atmosfere orrorifiche.
Scenografia 7: New york anni '80, un hotel a Chelsea, le luci delle insegne pubblicitarie, un teatro di mattoni, viste panoramiche da e sul ponte di Brooklyn.
Cast 5: Lovelock, Cassinelli & c. sono vere e proprie statue di cera parlanti, qualche sprazzo di realismo ed erotismo dalla Karlatos, accademie di danze di studentesse in erba.
Regia 7: spettacolare l'intro tra cartoline americane e un paio di riusciti balletti ('Tonight is the night', 'Streets to blame?', n.d.b.), poi il ritmo si assesta su toni da telefilm tedesco, palesando tuttavia ancora qualità registiche del Fulci tra gli onnipresenti schermi e classici giochi di buio. Come ha scritto qualcuno prima di me, assolutamente da rivalutare, e non solo per la colonna sonora di Emerson.
 

mercoledì 5 febbraio 2014

Wenders Filmography/Lisbon Story

 
 
Sceneggiatura 8: metà divertissage con chiari riferimenti (le sfumature a cerchio, n.d.b.) alla comicità del muto, metà saggio poetico sul significato dell'esistenza, tra citazioni in loco di registi, scrittori e musicisti.
Scenografia 8: oltre all'incredibile sequenza iniziale di 'trasferimenti da 5 secondi', rimangono nitide le immagini della capitale portoghese, colta magnificamente nei suoi angoli più abbandonati (l'acquedotto, l'Alfama periferica, i binari del tram, i parchi marini e i condo dell'entroterra).
Cast 6,5: regge il peso di un film da unico protagonista il Vogler winterwendersiano, coadiuvato da bambini volenterosi e presenze di altri tipi di palcoscenici.
Regia 8: ritmi lenti alleggeriti da una splendida colonna sonora, scene mitiche di tecnici del suono e scalinate crollate, i riferimenti alla storia circolare del cinema dal grande potere espressivo.