lunedì 24 settembre 2012

Virgin Black Discography


Gothic doom a ispirazione cristiana da Adelaide, Australia.


REQUIEM FORTISSIMO (80) cover 67
The fragile breath (82) In winters ash (80) Silent (81) God in dust (79)
Gather me (80) Darkness (81)


REQUIEM MEZZOFORTE (80) cover 53
Requiem, kyrie (80) In death (82) Midnight's hymn (78)
And I am suffering (80) Domine (82) I am bleed with weeping (80)


ELEGANT...AND DYING (80) cover 50
Velvet tongue (82) And the kiss of God's mouth (83)
Renaissance (79) The Everlasting (78) Cult of cruxifiction (79)
Beloved (79) Our wings are burning (81)


SOMBRE ROMANTIC (80) cover 54
Opera de Romancii (80) Walk without limbs (82) Of your beauty (79)
Drink the midnight hymn (81) Museum of Iscariot (79)
Lamenting kiss (81) A poet's tears of porcelain (78)

Laplante-Travis saga #8


C'è spazio per le autocitazioni, nell'ultima fatica laplantica, a partire dagli echi abducenti di Trial and retribution per continuare con le fughe epiche alla Deadly intent, nell'ambito di una lenta indagine alla Above suspicion. Ma c'è come sempre molto più di tutto questo, dalla caratterizzazione più che buona di personaggi noti ancora una volta in scena ai colpi di pennello che dipingono una London in bilico tra gli squat della Hackney preolimpica e le ville con giardino di Hammersmith. Ci sono le pagine di investigazioni classiche e i colpi di scena, i momenti di azione poliziesca e le false piste di tessere a mosaico. Una garanzia nel genere. VOTO 7/8 


Allen Filmography/To Rome with love





Sceneggiatura 7: la frammentazione gioca con certi tic italici in maniera tuttaltro che forzata, ci sono verità e luoghi comuni, c'è la follia e l'incanto, c'è anche la consapevolezza di un vero amore.
Scenografia 6.5: cartoline da Roma, il confronto con la Parigi recente e la Manhattan d'annata non regge, alcune bucolicità architettoniche facilmente riconoscibili come estranee alla città eterna.
Cast 7: coralità spezzata paradossalmente dagli effetti positivi sul funzionamento della macchina episodica, Baldwin spettro metacinematico prodigo di consigli il migliore interprete.
Regìa 7+: una certa comicità grottesca delle origini recuperata e applicata al solito intreccio di coppie che da secoli muove il teatrino alleniano, con risultati particolarmente apprezzabili in un paio di episodi.


mercoledì 19 settembre 2012

Il mito Carné/Tre camere a Manhattan




Sceneggiatura 6: l'introduzione parigina inutilmente fuorviante, il protrarsi dell'attesa per un finale lieto tra i monumenti di Mexico altrettanto sacrificabile, resta un'ossatura simenoniana d'appendice, piacevole ma senza gli adeguati guizzi artistico-stilistici.
Scenografia 6+: povera NYC di un'era da smontare, i bar di Hopper si susseguono lungo strade deserte di serrande chiuse, le tre stanze del titolo non hanno l'anima che meriterebbero.
Cast 6,5: ottima prova della Girardot, disillusa amante di mille notti stanche, a volte si sente come un macigno la francofonia degli interpreti in terra d'America.
Regia 6,5: la fredda eleganza del distacco, il bianco e nero a sottolineare certi grigi newyorkesi, la lentezza un po' meccanica nel seguire il copione, l'abbraccio liberatorio della fortuna.


martedì 18 settembre 2012

Il mito Rossellini/Giovanna d'Arco al rogo

  

Sceneggiatura 7: adattamento la parola chiave, la teatralità imprescindibile di atti a più voci e monologhi fiammanti, nella circolarità dell'evento si perde una piccola dose di magia.
Scenografia 7,5: minimalismo e restauro, aureole fastidiose e stelle di un cielo onirico, nebbie grigio fumo e cortigiani alla ricerca del colore, l'esoscheletro portante di misurata estetica.
Cast 7,5: la Bergman nel crepuscolo accennato dell'era dorata, spogliata di fasti e vestita di paradossi, il processo a portare sulla scena personaggi degni della commedia greca.
Regìa 8: nel buio colorato a sprazzi del palcoscenico honeggeriano si muove con eleganza la cinepresa del maestro (che abbandonò per questa pellicola Dove è la libertà, n.d.b.), tra primi piani di incisività recitativa e scene corali mosse dalla compostezza medievale.

lunedì 17 settembre 2012

Cinema americano/Identity



Sceneggiatura 5: del twist e di altre varianti, ispirazione di plagi mescolati, la recitazione del personaggio-personalità a squarciare veli bukowskiani che annullano una tensione precedentemente costruita a fatica.
Scenografia 6: un motel ricostruito in studio che deve molto alla storia del cinema, tra lettere illuminate, tetti piatti e numeri di stanze, ma non piove a sufficienza nella mente del serial killer.
Cast 6: globalmente un insieme di pedine messe a caso sulla stessa scacchiera, tra il blasone di pochi e l'effetto straniante dei dieci indiani possibili killer a creare precedenti per un prossimo tentativo.
Regia 6,5: Mangold e l'eceltticità di misurarsi con stili diversi, la tensione del thriller scontatamente omaggio, il gore accennato, le riprese notturne all'arte della nebbia cerebrale.


martedì 11 settembre 2012

Loach filmography/Family Life

 

 
Sceneggiatura 7+: antipsichiatria e un flavour coevo di colore arancio, lo stile documentaristico a dare rilievo a sofferenze lente e cineprese impassibili di fronte alla legge dell'ipocrisia.
Scenografia 6: le infrastrutture limitatamente old-fashioned danno un tocco provinciale alla London del 1971, mattoni di un grigio senza speranza e moto nella notte proibita degli aborti.
Cast 6.5: la rigidità della moralità si impone sulla sofferenza della prigionia, un mondo chiuso come pochi altri alle influenze esterne, timide anche recitativamente.
Regia 6.5: vent'anni televisivi di Loach persi, lo stile graffiante della denuncia come altre volte appesantito dall'eccessiva fedeltà a dialoghi lunghi al limite della ridondanza.
 


 

 

Scorsese filmography/Taxi Driver



 

 
Sceneggiatura 7: il disagio crescente, la follia schizoide, il finale aperto a epiloghi impossibili, nella grande mela si accampano tutte le grandi contraddizioni del mondo occidentale.
Scenografia 8: splendidi shots newyorkesi notturni, insegne di deli e bokeh dietro a un vetro, cinema pornografici entrati nella leggenda, locali per colazioni tardive e campagne elettorali a stelle e strisce.
Cast 8: oltre i limiti della parte un De Niro straordinariamente irripetibile di pistole dal grilletto umano, l'effetto sorpresa dell'adofilia a sopravvalutare l'esordio di Jodie Foster.
Regia 8: è cinema di altissimo livello per dialoghi, costruzione e resa scenica, nella sparatoria della mattanza si cela il potenziale espressivo della violenza intesa come forma d'arte.



 

domenica 9 settembre 2012

Cinema spagnolo/Bed time



Sceneggiatura 4-: pastiche pasticciato che pesca da Almodovar a Kafka, il filo logico sconquassato da salti temporali patetici e situazioni oltre il limite dell'inverosimile.
Scenografia 6-: la capitale catalana si intravede tra gli alberi dei viali e il passeggio assolato delle compere di tutti i giorni, cura sintomatica nel descrivere il palazzo modernista dai mai spenti echi rechiani.
Cast 4: Tosar è un carnefice indeciso e mammone, assolutamente improponibili gli altri interpreti di recitazioni prese per la strada anche senza l'ulteriore fardello del doppiaggio.
Regia 5,5: autocitazioni di schermi bui e momenti esasperatamente lenti, sotto il letto del titolo non si respira nessuna tensione, inutili gli slanci artistici di riprese paesaggistiche.


venerdì 7 settembre 2012

Cinema italiano/Benvenuti al nord


Sceneggiatura 5,5: risvolto obbligatorio, favoletta a lieto fine, pregiudizi e luoghi comuni abbastanza misurati e credibili, uno spot continuo per l'ex monopolio di stato controllato dal ministero.
Scenografia 6: scene di piazza a Lodi, ma anche la Milano vera di grattacieli in costruzione e locali sui navigli, luci nella notte a Loreto e mezzerie deserte di periferia.
Cast 6,5: divertente senza eccessi caricaturali Bisio, ottimo Paolo Rossi in un ruolo da politico, le forzature dello scontro culturale emergono nei personaggi di secondo piano.
Regia 5: Miniero e il compitino facile, c'è una bella scena di strada introduttiva come nel primo episodio della saga, poi prevale la semplicità dell'inquadratura fissa a intervalli regolari, il miele dei titoli di coda trascinato.



giovedì 6 settembre 2012

Letteratura classica/Balzac III

 
Precursore inconsapevole di filoni letterari poi dominanti, dal giallo al noir al poliziesco giudiziario,  narra vicende realmente accadute con uno stile dal contorto in su, minacciando anteprime e perdendosi immediatamente dopo in flash-back descrittivi. La suspence non si crea tutti i giorni, e anche i maestri a volte segnano il passo. 9 per le potenzialità embrionali che ne fanno comunque un testo speciale. 5,5 per i giri di parole. VOTO 7+
 




 

martedì 4 settembre 2012

Mechanical Poet Discography

 
Orchestrazioni, pop, prog, metal alternativo in pausa indefinita...
 

EIDOLINE (80) cover 58
Virus (82) Fantasies (81) Crawlers (79) Rain (77) Fremen (79)
Frontline (82) Answers (81) Ghouls (80) God (80) Cathedral (77)
Machines (80) Witches (80) Sands (80) Stars (78)
 
 
WHO DID IT TO MICHELLE WATERS? (79) cover 67 
Nice place for a sad story (80) Snow white (81) Red road in purple haze (79)
Your hate is like a poison apple (78) Pit muses have no pity (78)
You're gone with my heart (80) Sonny on his way (79)
Someday we'll meet I hope (78) The train of losers (79)
 

CREEPY TALES FOR FREAKY CHILDREN (80) cover 68
Urban dreams (80) Bubble bath (80) Versperghosts of Milford Playhouse (81)
A rose for Michelle (78) Dolly (78) Lamplighter (79) The afterguide (82)
Aztec zombies (81) The dead, the living and the city (79) Once upon a day (80)
 
 
WOODLAND PRATTLERS (80) cover 75
Stormchild (80) Bogie in a coal-hole (82) Sirens from the underland (80)
Will of the wisp (80) Strayed moppet (80) Old year's merry funeral (82)
Natural quaternion (78) Shades on a casement (77) Swamp-stamp-polka (79)