mercoledì 19 settembre 2012

Il mito Carné/Tre camere a Manhattan




Sceneggiatura 6: l'introduzione parigina inutilmente fuorviante, il protrarsi dell'attesa per un finale lieto tra i monumenti di Mexico altrettanto sacrificabile, resta un'ossatura simenoniana d'appendice, piacevole ma senza gli adeguati guizzi artistico-stilistici.
Scenografia 6+: povera NYC di un'era da smontare, i bar di Hopper si susseguono lungo strade deserte di serrande chiuse, le tre stanze del titolo non hanno l'anima che meriterebbero.
Cast 6,5: ottima prova della Girardot, disillusa amante di mille notti stanche, a volte si sente come un macigno la francofonia degli interpreti in terra d'America.
Regia 6,5: la fredda eleganza del distacco, il bianco e nero a sottolineare certi grigi newyorkesi, la lentezza un po' meccanica nel seguire il copione, l'abbraccio liberatorio della fortuna.


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