venerdì 30 marzo 2012

Savage Messiah Discography


Heavy-trash megadethiano from England, emergere il verbo già al passato.


PLAGUE OF CONSCIENCE (81) cover 47
Plague of conscience (82) Six feet under the gun (83) Carnival of souls (80)
In thought alone (81) All seeing I (82) Beyond the shadow of doubt (79)
Architetcs of fear (80) The accuser (82) Shadowbound (83) The mask of anarchy (80)


INSURRECTION RISING (80) cover 64
Insurrection rising (82) Corruption X (80) In absence of liberty (80)
The serpent tongue of divinity (80) Vigil of navigator (80)
Enemy image (80) Silent empire (78) The nihilist machine (78) He who laughs last (80)


mercoledì 28 marzo 2012

Letteratura contemporanea/Duenas


50% di ricerca storica, 30% di feuilleton, 20% di anglofilia. Un cocktail alla mela come quelli serviti nei bar della Tangeri della zona internazionale nella finzione della vicenda. Pennellate marocchine con la Tetouan di viali iberici e medine velate, quadri paesaggistici e pistole nei bagni della stazione. Spaccato di guerra civile spagnola senza parti, l'orrore visto da lontano del prima e del dopo, un nazismo informativo utile allo sviluppo dell'intreccio. E ancora caos portoghese e scene madri di treni notturni. Scorrevole, poliedrico, ingegnoso. VOTO 8


Il mito Carné/Thérèse Raquin



Sceneggiatura 7,5: d'après Zola, con modifiche aggiornative (migliorative, n.d.b.) in una vicenda universale di amanti colpevoli e mariti insensibili, il dramma in divenire vero centro espressivo della pellicola.
Scenografia 6,5: stranamente penalizzata dal b/n, è la splendida città di Place Rouville (intro e outro speculari), Bellecour (di passaggio) e Vieux Lyon (di camion falsi deus ex machina).
Cast 6,5: Vallone l'italiano alterna scene convincenti e altre inespressive, la maschera di ghiaccio perenne della Signoret in grado di trasmettere la drammaticità nei momenti essenziali.
Regìa 7: momenti di classe tra corridoi di treni e negozi di sete, gli occhi vitrei della madre paralizzata a irradiare angoscia, le convenzionalità di contorno dell'epoca a riempire le pagine introduttive. 
  

martedì 27 marzo 2012

Il mito Rossellini/Viva l'Italia!



Sceneggiatura 7: documento di ricerca passata e futura, quasi totalmente scevro di romanticismo nel suo ripercorrere con fedeltà politica eventi spesso esagerati nella portata dalla storiografia ufficiale.
Scenografia 6: Palermo postbombardamenti è una fontana nota, Matera si prende le scene destinate ad altri luoghi meno conosciuti, tra discorsi di bandiere sventolanti e camicie rosse contro soldatini azzurri.
Cast 6: i Mille e i piemontesi zoppicano di dialetti, l'interludio calabrese da Libro Cuore, tiene a galla la messa in scena solo l'eroe aggiornato di occhiali e rughe, animo nobile e consapevolezza critica.
Regìa 7: il campo aperto della battaglia di Calatafimi, la visione degli sconfitti, i dialoghi realistici, Rossellini dosa senza appesantire una narrativa iperclassica a musiche di scena e proclami scritti.


lunedì 26 marzo 2012

Horrorland/The Cat



Sceneggiatura 7: il substrato di ogni ricetta orientale arricchito di cultura felina, tra le bambine morte e le prede designate si interpone un mondo buio di gabbie e forni, cani che abbaiano e negozi di gatti in mostra. Classico della prima ora.
Scenografia 6,5: dai condomini numerati della periferia della capitale fino alla neve bucolica di campagne di auto della polizia e bokeh azzurrati, la fotografia aggiunge senza distrarre.
Cast 6: la generazione maschile del cinema coreano ha qualcosa da farsi perdonare anche in questa pellicola di proprietari dalla camicia gialla, investigatori solerti e macchinisti crdueli.
Regìa 6,5: ascensori, corridoi, spettri e incubi, invertendo l'ordine dell'esposizione il prodotto cambia solo nelle sue parzialità di attacchi animaleschi, l'outro strappalacrime un epilogo inusuale.



sabato 24 marzo 2012

Horrorland/Ghastly



Sceneggiatura 5: una strage pregressa e un testimone che la erediterà, nel mezzo le solite divagazioni di fantasmi rumorosi e incubi sanguinari di tensione sottilmente inesistente per un manifesto strappato dell'avanguardia del k-horror.
Scenografia 6: la stucchevolezza e la compartecipazione, come spesso accade in pellicole della stessa portata è il genere femminile a risollevare le sorti di una recitazione maschile impresentabile.
Cast 6: provincia coreana di vasi fioriti e lungofiumi al sapor di torrente, case in legno panoramiche, strade in salita e scuole dell'universalità asiatica.
Regìa 6,5: c'è la consapevolezza coloristica pilastro storico del filone, c'è anche una certa capacità di alternare le inquadarture a seconda della drammaticità delle scene in un prodotto decentemente confezionato che ha altrove i propri limiti intrinseci. 


venerdì 23 marzo 2012

Keep of Kalessin Discography


Black metal norvegese di sonorità classiche contaminate da variazioni viking e una solida iniezione thrashosa.


REPTILIAN (82) cover 60
Dracon iconography (82) The awakening (82) Judgment (82)
The Dragontower (80) Leaving the mortal flesh (81)
Dark as moonless night (83) The divine land (83) Reptilian majesty (82)


KOLOSSUS (79) cover 45
A new empire's birth (80) Against the gods (79) The rising sign (79)
Warmonger (80) Escape the union (79) The mark of power (78)
Kolossus (80) Ascendant (78)


ARMADA (80) cover 77
Crown of the kings (82) The black uncharted (82) Vengeance rising (80)
Many are we (80) Winged watcher (79) Into the fire (78)
The wealth of darkness (81) Armada (80)


mercoledì 21 marzo 2012

Loach filmography/Ladybird Ladybird



Sceneggiatura 8: il presupposto è l'incredibilità, il risultato una fucilata nel mucchio, l'Inghilterra loachiana di processi e visite domiciliari, l'adozione e le sue estreme conseguenze, la sofferenza di una madre, la violenza fisica maschile in assenza di sentimenti.
Scenografia 7: (beloved) Acton di bus notturni a due piani, insegne al neon che reclamizzano l'apertura universale, imprescindibili pub tradizionali nello squallore urbanistico del grigiore thatcheriano.
Cast 8,5: Crissy Vega canta Bette Midler, Vladimir Vega applaude. Il trasudare delle emozioni così palese e cristallino da commuovere di dolorosa partecipazione e comprensione, quadri appesi e parti prescritti.
Regìa 8: affresco neorealista britannico della fine di un'era, il centro della scena sempre in mano ai protagonisti, dall'intro a karaoke che rapisce sino alla rabbia da pugni stretti dell'assurdo fatto legge.


martedì 20 marzo 2012

Scorsese Filmography/L'età dell'innocenza



Sceneggiatura 6: riproposizione in chiave neutra del bestseller da Pulitzer, la società americana all'alba delle relazioni extraconiugali in divorzi da venire, affettazione inevitabile di modi e sentiti con l'aggravante del brusio diffuso da voce narrante.
Scenografia 6: varie sfuggenti locations storiche tra Philly e NYC, ville di giardini curati e parchi cittadini di incontri galeotti, Europa cartonata, interni ivoriani di costumismo impeccabile.
Cast 6: poco meno di adeguato il rendimento emozionale dei due protagonisti principali della recita a copione, assai più aderente alla volatilità convenzionale attribuitale l'allora in voga Winona Ryder.
Regìa 7: l'intro impregnato di viscontismo illude di capolavori presto dissipati dalla linearità spezzonata di una narrativa elegante nella sua prestigiosa confezione regalo vuota, la simbologia dei colori il contributo principale del regista al polpettone whartoniano. 


martedì 13 marzo 2012

Cinema giapponese/Omaggio a Sion Sono II



Sceneggiatura 7: la circolarità obbligata che riporta la finzione nella realtà fa cadere alcuni presupposti di interesse per una vicenda morbosa, di incesti minorenni, scambi di identità e omicidi ghigliottinanti, il vettore del circo a spettacolarizzare la resa.
Scenografia 7,5: Meguro, Tokyo residenziale di alleys alberate per carrozzelle da ripiegare, interni sadomaso di statue ridondanti e strepitose pareti tappezzate a sangue.
Cast 7-: la Mitsuko bambina di buchi della custodia del violoncello, la Mitsuko adulta più standard di mestieranti a circondario e telenovele sui cliché del mondo dell'arte.
Regìa 8: intuizioni visive a ripetizione nello shock totale della prima mezz'ora, dai costumi colorati sul palcoscenico alla giostra in movimento, la stabilizzazione della trama portata avanti con eleganza fino all'epilogo favolistico.


lunedì 12 marzo 2012

Cinema giapponese/Omaggio a Sion Sono I




Sceneggiatura 9: la perdita del caposaldo identitario, la vita come continua rappresentazione di un ruolo, la metafora a nascondere dietro la retribuzione in denaro la sola chiave di interpretazione possibile dei bisogni personali.
Scenografia 7: Shinjuku, le luci sono quelle della prima notte di una provinciale alla scoperta della metropoli, i binari quelli del suicidio collettivo di studentesse in uniforme e vagoni insanguinati.
Cast 7: attrici avvenenti tutt'altro che ordinarie, particolarmente adatte al doppio ruolo di ingenuità e negazione la Fukiishi e la Yoshitaka, sorelle di doppia finzione.
Regìa 7,5: lunga esposizione che parte dal mal di provincia e giunge alla riconciliazione di sangue, un intermezzo disturbante di omicidi da recitare, la struttura narrativa scomposta in puzzle di linearità minima.