giovedì 26 aprile 2018

Cinema romeno/Il caso Kerenes



Sceneggiatura 8: la decadenza culturale di gare notturne tra SUV a centrare i bambini indisciplinati dei villaggi, il substrato fertile del perdono e quello ormai incolto del rimorso. 
Scenografia 6,5: Bucarest che si intravede nelle sale giochi dei centri commerciali e nei colonnati interni dei patriarchi invitati a prendere parte alla stagione teatrale.
Cast 7,5: sublime la prova della madre coraggio che incontra testimoni e vittime nel facile tentativo di usare il borsello per mondare la coscienza, uno spaccato di Romania e di Terra contemporanea.
Regia 6,5: Netzer e il melodramma, una prova tentata ed alcune scelte forti (l'incidente fuori campo, la stretta di mano finale, i lunghi dialoghi della quotidianità di una new wave del passato). 

venerdì 20 aprile 2018

AAFM/Chile



Sceneggiatura 8,5: i diritti individuali e gli echi di un conformismo religioso che stenta a scomparire (non più lentamente che altrove, n.d.b.), un pizzico di realismo magico come substrato culturale, le emozioni spontanee che si autogenerano.
Scenografia 7,5: Santiago ben nota a chi la conosce, i grattacieli e i viali, i vicoli e i palazzi storici, le colline dei divertimenti e gli hotel di lusso, la nuvola grigia del sessismo imperante.
Cast 8: una prova magistrale per la Vega nel sostenere un vento che soffia forte, le altre pedine della storia di Lelio non hanno una vera introspezione.
Regia 7: c'è qualche passaggio a vuoto di scene evitabili (la scuola di canto, la sauna, il rapimento) che contornano il terribile dramma di chi non può essere se stesso, un piacevole motivetto classico allieta l'empatia estrema delle vicende filmate.

lunedì 16 aprile 2018

AAFM/Hungary



Sceneggiatura 8: favola contemporanea accattivante, il posto sulla Terra è di tutti, l'isolamento e l'indurimento, il guscio esterno della corruzione e i sentimenti che si manifestano in campo onirico.
Scenografia 7: Budapest ad intuizione, le luci della vita notturna da una finestra insonne, la solitudine di menù poco volitivi, le fermate del tram e i negozietti di quartiere.
Cast 8: controllo qualità di vene tagliate, direttori finanziari di birre da pagare al pregiudizio, la storia d'amore che coinvolge grazie a una recitazione spontaneamente reale.
Regia 8: la regista di 60 anni e il suo debutto, la simbologia dei cervi giustamente cult, il messaggio di fondo nascosto per un'alimentazione vegetariana nella morte simbolo della mucca.


AAFM/Russia



Sceneggiatura 8: la grande disfatta della società contemporanea, passi compiuti senza un pensiero, il rimorso nemmeno abbozzato dell'abbandono, la scomparsa metafora di un giudizio severo.
Scenografia 8: periferia della grande capitale, quartieri che portano un nome senza condivederne la storia, bucolicità di edifici abbandonati e scuole del regime precedente.
Cast 7,5: l'apoteosi della facciata, voce bassa di litigi istituzionali, il deus ex machina che sparisce nelle prime scene, l'amore che manca l'attore non protagonista.
Regia 7,5: Zjagincev e l'aiuto esterno per raccontare sfaccettature di una Russia molto internazionale, lunghe riprese iniziali che catturano, scene sublimi di dialoghi inutili da reiterare.

venerdì 13 aprile 2018

AAFM/Sweden




Sceneggiatura 8: distopia al potere nell'ex regno di Scandinavia, gorilla veri e imitati, installazioni artistiche che scimmiottano il reale, l'indifferenza come guida da non perdere di vista.
Scenografia 7: Stoccolma e una Goteborg mascherata da capitale (notably il cruciale 7-eleven), un palazzo reale di statue da abbattere e interni di claustrofobica innaturalezza.
Cast 7,5: straniante l'effetto del distacco fantascientifico, un preservativo da non abbandonare, il cast al completo compatto nella realizzazione di un'opera permanentemente valevole.
Regia 8,5: umorismo nero e assai poco politically correct, Ostlund un prodige che attinge a Bunuel ed esaspera la narrativa scritta a tavolino con piani sequenza lunghissimi di una lucida follia.


AAFM/Lebanon




Sceneggiatura 8: una realtà inventata di probabilità e passato, il termometro politico di sfondo, i sentimenti personali chiaramente manipolati da realtà fastidiosamente impositorie chiamate religione e stato.
Scenografia 7,5: una Beirut splendida ripetutamente gustata dai voli di uccello dei palazzi della Marina, Solidère non ha mantenuto le promesse, bandiere di una propaganda in questo caso voluta.
Cast 8: un'interpretazione fantastica per l'eroe negativo di simpatie falangiste e redenzione in corso d'opera, il palestinese integrato è quasi parimenti nel personaggio, un avvocato da urlo per la riappacificazione nazionalfinale.
Regia 7,5: Ziad Doueiri e la nuova stagione del grande cinema mediorientale, riprese artistiche che si intersecano a più classici piani narrativi, estetica del realismo e primi piani fondamento.