giovedì 24 novembre 2022

Letteratura contemporanea/Franzen

 

I primi dieci minuti passano di scoramento per via della vita domestica di due anziani, perché ancora non immaginiamo che saranno solo dei colli di bottiglia, con la loro ipocrisia destinata a scatenare il resto dei personaggi attraverso la più classica delle saghe famigliari americane. Ma poi emerge lo stile cristallino dell'autore che racconta vicende a volte interessanti a volte noioissime come in ogni finzione credibile, utilizzando un sapiente mix di show & tell con una minima scomposizione temporale in lunghi capitoli e punti di vista personali. Caposaldo, direi, di una letteratura contemporanea che raramente ho visto salire così in alto senza volersi scottare. Mezzo voto in meno per qualche pagina di lungaggine evitabilissima. 

VOTO 8

sabato 1 ottobre 2022

Letteratura contemporanea/Carrere

























Una biografia che si muove su sentieri noti, e forse non potrebbe essere altrimenti. Ogni cosa ormai è derivativa. Buona parte centrale, lunga, con un narratore onnisciente che racconta l'abisso che non vorremo mai nemmeno vedere di sfuggita.
VOTO 7+
PS: forse il poco distaccarsi dell'autore dalle orribili vicende narrate gli vale qualche decimale in meno.




venerdì 30 settembre 2022

Horrorland/Midsommar















Sceneggiatura 6,5: ancora una nuova interpretazione di un grande classico dell'horror made in USA, la vacanza in Europa che si trasforma in incubo con un crescendo finale che culmina nella lentezza di un fuoco che arde.
Scenografia 5: se l'Est Europa ha sempre rappresentato un unico territorio per la filmografia di genere americano, ora i confini si sono spostati a occupare anche la Svezia. Non è tanto nella pianura bucolica a essere evidente l'errore quanto nei costumi tradizionali che compaiono per tutto il film.
Cast 6,5: comparse che reciteranno presto il loro ruolo di cadaveri, e altre che fingono con buon realismo il loro ruolo nella piccola comunità schiacciata dalle responsabilità del destino. 
Regia 6,5: il tracciato è monocorde e la paura non esiste, ma rimane l'angoscia di una conclusione che mette le chiavi in mano alla follia senza possibilità di recupero.

venerdì 19 agosto 2022

Horrorland/Climax

 














Sceneggiatura 10: quando l'ispirazione iniziale è tutto, ogni pellicola può essere la migliore. Geniale situazione di scatola chiusa in cui l'elemento di mistero si mescola al sociale, all'horror, al dramma di tutti i giorni. Assoluto.
Scenografia 9: bellissima rappresentazione di una sala centrale che fa da vero e proprio palcoscenico, e dei corridoi secondari illuminati dalle luci variopinte della nostra follia.
Cast 9: venti personaggi possono sembrare un'infinità, ma qui c'è spazio per tutti, in proporzioni quasi paritetiche, anche nel valore aggiunto che questi ballerini professionisti sanno dare alla recitazione del loro io.
Regia 9: girare un film in quindici giorni, lasciare libertà interpretativa agli attori, infilarci una serie di piani sequenza perfetti, alzarsi a ricevere la meritatissima standing ovation al Festival di Cannes. 



mercoledì 29 giugno 2022

Cinema britannico/Ultima notte a Soho

 

Sceneggiatura 7,5: partire prevenuti contro una pellicola per il battage pubblicitario non è mai una buona idea, è bello ricredersi ogni volta, e sperare che un giorno si possa tentare nuovamente di far divenire l'horror mainstream, come nei primi anni duemila. Meraviglioso pastiche di stili che mescola Il diavolo veste Prada con Polanski, il gore con la commedia. Chapeau, dai, diveniamo banali anche noi, per cospargerci il capo di cenere. 
Scenografia 8: le immagini finali di Soho deserta con le prime luci dell'alba valgono una menzione extra, ma per tutto il film una delle zone più centrali di Londra sa luccicare al massimo delle sue possibilità, tra le luci rosse dei peep shows e quelle verdi dei pub, scale di un passato che ha tanto da nascondere.
Cast 7: questa favolosa Valentina nera piace, per come si muove, per come cambia, per come si adatta. Il livello scende con qualche deus ex-machina, ma soprattutto con i comprimari veri (uno su tutte la madre della protagonista).
Regia 7,5: che dire di questo regista che veniva da esperienze giudicate positive ma di tutt'altra risma? Qui sforna il film capolavoro, con le ombre iconiche che giocano il ruolo delle persone reali, le coltellate di 100 notti uguali a loro stesse, il revenge porn della lotta di sesso.



mercoledì 18 maggio 2022

Allen Filmography/Rifkin's festival


 














Sceneggiatura 7: inevitabile vedere nel film una sorta di canto del cigno di un professionista che non si arrende al tempo che passa, nell'arte e nell'amore, mescolando i suoi incubi legati al passato con la realtà.
Scenografia 6,5: Woody in trasferta non è mai stato così efficace come nella sua NYC, forse perché, come dice in questa pellicola tramite il suo alter ego, non gli è mai interessato troppo del Taj Mahal o del Grand Canyon.
Cast 6,5: segnatamente una pellicola in mano al protagonista Wallace Shawn, perfetto nel ruolo dello scrittore fallito, contornato purtroppo da recitazioni assai meno efficaci, per personaggi evidentemente meno profilati e riusciti.
Regia 6/7: a tratti riemerge il grande autore, con passaggi che vanno oltre la trama abbastanza trita della crisi di coppia e del tradimento, il bianco e nero alternato a un colore esageratamente saturato per i Paesi Baschi.



martedì 3 maggio 2022

94th Academy Awards/CODA

 

Sceneggiatura 6,5: Oscar di miglior film a un remake, probabilmente il punto più basso della storia recente di Hollywood, per quanto il compito di shuffle della trama renda (capita raramente) questo film più riuscito dell'originale, come certificato dalla seconda statuetta.
Scenografia 6: considerando il potenziale (anche romantico) della costa est degli States, sembra un'occasione sprecata il puntare solo sugli interni dei pub e delle scuole, pescherecci sul mare mosso di un'opportunità economica da non perdere.
Cast 7,5: Oscar per il ruolo di non protagonista al vecchio padre di una famiglia 'disgustosa', sicuramente la comunità sorda del film si destreggia bene, ma anche gli attori con il dono della parola danno sostanza a una storia altrimenti assolutamente lineare e prevedibile.
Regia 6,5: poche scene cardine (evidentemente il tuffo nel verde di un'acqua sconosciuta e la recita che fa molto 'A star is born') all'interno di un confezionamento esemplare per una prova seconda che ha fatto il botto.




giovedì 7 aprile 2022

Letteratura contemporanea/Gaia Patierno II

 

Avevamo letto il suo esordio che avevamo salutato con grande entusiasmo, per lo stile scorrevole (senza mai cadere nel banale) e per la storia interessante. Attendevamo dunque questo secondo tomo della Trilogia del Male con qualche aspettativa. Partiamo dal titolo. Sapete che il mio animo vintage nascosto predilige i titoli lunghi, eppure 'Lo Spettacolo', complice anche la bella copertina un po' alla Dario Argento, riesce a essere sicuramente evocativo. La storia riprende da dove si era interrotta, torna il sigillo, ma attenzione che nulla sarà più come prima, tra parti misteriose e personaggi che vanno e vengono, in un crescendo memorabile che porta a un finale da ricordare. Notevole lo spaccato di realtà che ci regala un'adolescenza davvero ridotta ai minimi termini culturali di sempre. Ora però tocca a voi: leggetelo!
VOTO 8+




mercoledì 30 marzo 2022

94th Academy Awards/West Side Story

 

Sceneggiatura 6: la fedeltà è impressionante, è deludente una fedeltà impressionante a un testo sicuramente datato oppure è la sola soluzione per rendere opere ancorate al periodo di scrittura? Il dibattito sarà probabilmente eterno, e questo film non memorabile già dimenticato.
Scenografia 6,5: le epiche sfide delle gang del West Side newyorkese ai tempi di un amore proibito tra membri delle due comunità, per una favola molto hollywoodiana che ha nella resa al computer delle parti a cantiere (e non solo, vedi il vicolo della dichiarazione) un punto di forza coloristico.
Cast 6: le parti cantate non sono enfatizzate, anzi entrano quasi di soppiatto nel tessuto classico del dramma teatrale con durata da kolossal, oneste appena le interpretazioni di questa falsa gioventù degli anni '50.
Regia 6: Spielberg, lo sappiamo bene, ha regalato capolavori e delusioni incredibili, ma anche negli ultimi anni della carriera una pletora di film come questo, che a malapena si ricordano, abbastanza incolori, con una regia semplice che segue gli eventi senza troppe pretese artistiche.




martedì 29 marzo 2022

Letteratura contemporanea/Ermanno Accardi

 

Nei ritagli di un tempo sospeso, già dal bel titolo particolarmente evocativo (e refrattario alle mode che ultimamente impongono ai libri nomi brevissimi che non dicono nulla), ci fa pensare alla pandemia che forse ci stiamo lasciando alle spalle. Le riflessioni dell'autore partono in effetti proprio con una breve rievocazione della paura avuta durante la fase critica del primo lockdown. Ma poi se ne allontanano subito, perché non è questo il tempo di analizzare con calma tale fase storica tuttora in bilico; adesso è il momento di rispolverare la positività, nonostante le difficoltà di una società prigioniera degli stati ladri (o peggio) e di tanti, troppi sentimenti negativi. Accardi muove il suo pensiero a trecentosessanta gradi su tantissimi aspetti della società, da quelli politici a quelli caratteriali, senza la pretesa di voler pontificare ma solo con l'intento di trasmettere la sua gioia di vivere. Indispensabile per la ripresa. 
VOTO 8

94th Academy Awards/La fiera delle illusioni



Sceneggiatura 6: ora che il neo-noir è una tendenza diffusa della cinematografia mondiale, riscoprire testi degli anni '40 da riproporre fedelmente ci porta a percorrere tutta la classica parabola hollywoodiana al contrario.
Scenografia 7: sicuramente la parte più riuscita del film, dalla fotografia buia e coloristica tipica di altre pellicole dedicate al mondo dei luna-park sino alle location art déco disseminate tra Toronto, Oshawa e Buffalo. 
Cast 5,5: l'algidità sospetta di Cate Blanchett riflette principalmente il personaggio, ma a lasciare perplessi sono proprio le movenze dell'eroe Bradley Cooper, decisamente poco a suo agio in questo ruolo drammatico.
Regia 6: anche Del Toro senza la sua componente preferita (il soprannaturale) non rende come in altri film di successo, limitandosi al confezionamento, alla rifinitura, alla scena di raccordo senz'anima.

lunedì 28 marzo 2022

Letteratura contemporanea/Sullivan

 

Un caso di cronaca divenuto immediatamente caso letterario, grazie all'importanza della storia di cui si parla. La giornalista statunitense si muove su tre piani narrativi: le vicende originali, a cui è dedicata la maggior parte della stesura, l'indagine del team casi irrisolti (della quale vengono dati dettagli solo in termini di ipotesi) e infine le sue considerazioni personali contro ogni tipo di fascismi, particolarmente attuali, purtroppo relegate a qualche frase in between. Probabilmente migliorabile, asciugando la parte iniziale di cappello introduttivo e aggiungendo più particolari investigativi e commenti dell'autrice, ma in ogni caso un must read per tutti, per compenetrare a fondo la storia che ha commosso l'Europa intera. VOTO 7,5
 

mercoledì 9 marzo 2022

94th Academy Awards/Dune

 

Sceneggiatura 5: non entriamo nel merito della saga che affascinò anche il grande maestro Lynch, ma spezzare un film in due non è esattamente una tattica vincente dal punto di vista narrativo, per quanto lo sia, inevitabilmente, al botteghino.
Scenografia 6,5: alcune delle riprese più spettacolari sono state girate o montate con lo sfondo dello spettacolare deserto rosso del Wadi Rum, in Giordania.
Cast 5: il giovane protagonista sembra paralizzato nella sua mimica facciale assente, a simboleggiare la resa di un cast che non ha interpretato con grande pathos la storia del pianeta di sabbia.
Regia 5,5: sorvolando sulla qualità scadente del laser e del digitale, è solo a sprazzi che le tanto decantate capacità di Villeneuve emergono, magari in una scena ben concepita alla quale subito dopo segue la piattezza di una mezz'ora. La fantascienza merita di meglio.