mercoledì 28 aprile 2021

Letteratura contemporanea/Szalay

 

Maestro di una geopoetica di passaggio, condisce le sue storie maschili con trame ambientate in locations e personaggi di nazionalità diverse. Peculiare lo stile, estremamente asciutto di dialoghi, a pennellate improvvise che circostanziano un'Europa passata,  un monoblocco splendido e variointo di aerei ogni cinque minuti. Non tutti i 9 racconti coinvolgono in maniera analoga, ma questo dipende forse anche dalla simpatia che sentiamo per i diversi personaggi. La nostra scelta: Protaras (II).
VOTO 8




martedì 27 aprile 2021

93rd Academy Awards/Judas and the Black Messiah

 

Sceneggiatura 6: una versione dei fatti è sempre un teorema astratto, nobili intenzioni di denuncia multipla che perdono vigore davanti a una storyline troppo lineare ed elementare.
Scenografia 6: la Chicago delle Black Panthers è un'auto che percorre strade notturne, un vecchio building del novecento dove riparare in attesa dello sgombero dei cecchini.
Cast 6,5: una recita scolastica che si accoda al tenore di script e riprese, siamo qui per fare un film, facciamolo bene, come c'è scritto nei manuali.
Regia 6: nessun guizzo, non potrebbe essere contemplato, questa è manualistica dietro a una cinepresa, non cinema, a suggello le immancabili conclusioni di una storia che è stata raccontata.





lunedì 26 aprile 2021

93rd Academy Awards/Una donna promettente

 

Sceneggiatura 8: un messaggio universale che non passa, la specie umana è una bestia, il sesso maschile è molto peggio del femminile, tra i titoli dei giornali che sperano che non cambi mai niente.
Scenografia 6: l'America degli Oscar 2021 non è quella autocelebrativa di tante altre pellicole, tra i ristoranti da ubriacatura e le discoteche dalle luci colorate, le baite di una Los Angeles che lascia intravedere sprazzi citazionistici di Depalma e Altman.
Cast 7: il produttore donna recita nella parte principale, orgoglio femminista di vite distrutte da uno status quo che non si combatte mai in toto, ma solo nel singolo episodio che si vuol ancora far passare per raro, nei festoni bianchi di un matrimonio in cui i testimoni scappano.
Regia 7,5: un finale un po' troppo da 'arrivano i nostri', qualcuno ha obiettato, un piano B che irrompe al termine di una vendetta spezzata a dare una piccola chance di vittoria alla grande battaglia contro le violenze sulle donne.

martedì 6 aprile 2021

93rd Academy Awards/Sound of Metal

 

Sceneggiatura 7,5: quando il dramma personale interrompe una vita, e la cambia, mentre tutto attorno continua a scorrere normalmente, sigarette buttate dalla rabbia e la chiusura di certe comunità nominalmente aperte.
Scenografia 6: non è un'America che fa sognare troppo, dai finestrini di un camper che solca le corsie delle insegne dei motel. Troppe ciclabili nella finta Parigi belga.
Cast 7,5: un ruolo da Oscar per il mediocre batterista metal di una carriera tra i locali di un tour, ore di lettura a una postazione internet per il lento apprendimento della lingua dei segni.
Regia 6: ai meriti di una sceneggiatura originale, chiaramente nata per il cinema, si affiancano spesso le ovvietà di scene troppo lunghe, trascinate, faticose. 



Horrorland/The Bridge Curse

 

Sceneggiatura 7: critiche di scarsa originalità, c'è la scomposizione temporale, c'è la maledizione asiatica, ci sono conque studenti e c'è sempre il sopravvissuto, c'è l'intrattenimento.
Scenografia 7: un ponte iconico nella foreste di Taiwan, ma in primis un college vecchio e putrefatto di teste di manichini, bagni puzzolenti e corridoi inevitabili.
Cast 6,5: c'è sempre una certa avvenenza che suona come una qualsiasi parvenza, paure riflesse dagli schermi rotti degli smartphones, microfoni accesi e cappellini tirati giù.
Regia 6,5: saper superare l'ovvio, in queste pellicole, è già un risultato tutt'altro che disprezzabile, tra secchi che affogano e cadute dai terrazzi, scalini maledetti e computer a notte fonda.