lunedì 30 novembre 2015

68th Cannes Film Festival/Il racconto dei racconti



Sceneggiatura 7: fantasy a episodi d'ispirazione storica rivisitata, un trait d'union che lambisce i personaggi attraverso vicende grottescamente fruibili.
Scenografia 5: l'uso di location note per creare luoghi fiabeschi inopportuni, la costumistica da rivedere, il ritocco al computer tutt'altro che ineccepibile.
Cast 6: comparsate al tramonto, maschere di bruttezza da scorticare e animali giganti da scuoiare, tra regine e palombari non può esserci altro che l'allineamento da kolossal.
Regia 6,5: il Garrone furioso e una prova che conferma qualità registiche in template lontani anni luce dalla notorietà acquisita, estetica e ritmo concatenati in due ore d'intrattenimento.

68th Cannes Film Festival/Mia madre



Sceneggiatura 6: pessimismo autoindotto tra inevitabili traguardi fisiologici e momenti dedicati all'analisi a ritroso, il senso di vuoto che pervade la pellicola non si supera nella catarsi finale solo auspicata dagli autori.
Scenografia 6: scene di finta recitazione in una Cinecittà ferale, passeggiate metacinematiche nelle vie acciottolate del passato, stanze e letti d'ospedali dalle recite inevitabilmente tristi.
Cast 6: la riflessione della protagonista è quasi ovvia ma rimane a un livello abbozzato, il samaritano buonista morettiano tira un po' la corda dell'ennesima sua interpretazione.
Regia 6,5: scene di quotidianità che rimangono, nel film e nella vita di tutti noi, le svolte che incedono imperturbabili nella tranquillità inutile del circondario.

domenica 22 novembre 2015

68th Cannes Film Festival/Sicario



Sceneggiatura 6,5: plot classico del confronto tra narcotrafficanti messicani e governo statunitense, qualche sfumatura in più da ambo le parti a far intuire la complessità della situazione reale.
Scenografia 7,5: eccezionale documento cinematografico le riprese dall'auto della fantomatica (Ciudad) Juarez, un'assicurazione che non paga per cadaveri appesi, code a sparatorie e file sterminate di maquiladoras in disuso.
Cast 6: spaventata come da prassi una Blunt non sempre nella parte, esageratamente fascinoso a scapito del proprio ruolo il Benicio ambiguo di sempre.
Regia 6,5: il gusto del thriller che incontra la drammaticità della vita quotidiana, tra immigrati che attendono un bus e tunnel clandestini di signori della droga senza alcuno scrupolo.


68th Cannes Film Festival/La legge del mercato



Sceneggiatura 7: la misura di un uomo, il mondo del lavoro e le ipocrisie con cui convive, una denuncia spassionata che trascende in picchiata sino al grottesco quotidiano.
Scenografia 6: le telecamere di sicurezza di un supermercato dall'ampio parcheggio in una zona commerciale periferica transalpina, la manfrina della scorta per la porta degli interrogatori.
Cast 8: fantastico cinquantacinquenne di onestà e principi, Lindon rimane l'icona essenziale di tutta la messinscena di ladruncoli più o meno disperati e cassiere approfittatrici.
Regia 7,5: la cinepresa di Brizé è spesso ferma a seguire i dialoghi, come nello stilema più classico del cinema francese, una mezz'ora introduttiva e una realtà che si smaschera progressivamente.

martedì 17 novembre 2015

Letteratura contemporanea/Lackberg IX


4 brevi racconti: un bullo che si ferma dalla vendetta meditata, un omicidio in barca, il caffè delle vedove compensate, il vestito di valore che finisce nella tomba. Umore nero a introdurre una replica voluta della Christie degli anni d'oro, ambientazione da 10 piccoli indiani che trascende parzialmente in Omicidio sull'Orient Express, i due suicidi a lasciare un minimo di sorpresa finale alla trama derivativamente ben installata su personaggi e toni lackberghiani, VOTO 6

venerdì 13 novembre 2015

GialloSvezia/Lagercrantz


Una saga che riparte a dieci anni di distanza dalla prematura morte dell'ideatore, una trilogia che ritorna in personaggi amati e situazioni di giornalismo metropolitano provinciale. L'anima spionistica della trama è accettabile per credibilità, un filo predominante in termini di stesura definitiva sull'intreccio meramente thriller. Pochi grandi momenti (gli assalti con uccisioni e i due approcci sulle strade notturne della capitale), tanta sostanza da stile elegante. VOTO 7

sabato 7 novembre 2015

Horrorland/REC 4


  

Sceneggiatura 5: capitolo finale di una saga storica, l'apocalisse di zombi trasferita su di una nave in finto movimento, mancano i presupposti del nome (non c'è mockumentary con telecamera) e la trama giunge faticosamente a termine.
Scenografia 6: l'appartamento e le sue scale sono un'illusione (che comunque sa di vecchio dopo due episodi pur geniali, n.d.b.), i corridoi claustrofobici saranno quelli delle stive di un mercantile, scimmie aggiunte da zoofobia.
Cast 5,5: l'ex star che ritorna non ripete la performance assoluta della reporter locale, il panico che si diffonde rapidamente ha espressioni da canoni basici del sottogenere. 
Regia 6: capacità indubbie al servizio di budget come scusanti, cinepresa fissa a seguire l'imprevisto previsto del primo film, il ritmo non sufficientemente alto da mantenere l'interesse per quasi un'ora di attacchi mutanti,

venerdì 6 novembre 2015

Horrorland/Annabelle



Sceneggiatura 5,5: idee riciclate per un'intro e un'outro che fanno da spin-off inutile ad un altro film di successo, il deus ex machina terminale alquanto tirato per i capelli del soggetto.
Scenografia 6: un condominio di fascino e notturnità pasadeniche, il terrore prigioniero di una stanza, tentativi neppure abbozzati di chiese antiche californiane.
Cast 5,5: c'è impegno e sostanza nella protagonista, la famosa bambola del titolo la seconda interprete degna di questo nome, un ghigno insanguinato da annali.
Regia 7: alla trama derivativa si contrappone per gli appassionati del genere una serie di scene classicamente basate su eventi soprannaturali spaventosi abbastanza efficacemente ben girate,