sabato 30 agosto 2014

Venezia 70/Errol Morris



La vecchia volpe Rumsfeld ha vinto. Mai un'ammissione, mai una dichiarazione di colpevolezza, nemmeno quando la mimica facciale indica chiaramente la menzogna. Di qui il giudizio insufficiente per un documentario assolutamente ben girato dal maestro Morris dalla voce lontana, repertorio in bianco e nero, immagini estetiche, scritte onnipresenti. Peccato (voluto?).

Venezia 70/Franco



Sceneggiatura 6: opera letteraria di spessore e difficoltà intrinseche, la fedeltà chiama a raccolta i moniti religiosi e la capacità espressiva dell'analfabetismo, la rovina dell'umanità nell'abbandono alla natura primordiale.
Scenografia 6,5: West Virginia di boschi intimi e strade sterrate per appartamenti di coppie, baracche in legno di fucili che sparano, la civiltà lontana di volanti della polizia di stato.
Cast 6,5: ingessato il regista nel suo più consono ruolo di attore, la demenza nella violenza rende assai credibile l'Haze mostro, splendido in parrucca bionda 'horror'.
Regia 6: lentezza accademica che trascina una vicenda ovviamente prevedibile di omicidi e necrofilia, paesaggismo di contorno, crudezza necessaria ed evidente nel momento del bisogno.



giovedì 28 agosto 2014

Venezia 70/Amelio

 
 
Sceneggiatura 5: titolo fuorviante per un'opera senza una messa in scena adeguata di un soggetto minimamente spendibile, aggrapparsi ai motivi vitali l'imperativo intrepido.
Scenografia 6,5: Milano negli anni dieci, cantieri infiniti e una neve rara, ringhiere e birrerie, vitalità notturna spenta e quell'arte che ancora prova a fare la differenza.
Cast 7: ruolo camaleontico di abnegazione quasi spontanea, l'Antonio nazionale infila una prova di livello dando consistenza a una storia non sufficientemente profilata nemmeno dagli altri interpreti.
Regia 6: il gusto di un'estetica cupa focalizzata su esterni notturni e nuvolosi mantiene l'unità narrativa nonostante i buchi di sceneggiatura, il messaggio conclusivo trasmesso reiteratamente senza convinzione emozionale.
 
 

mercoledì 27 agosto 2014

Venezia 70/Miyazaki

 
 
Fascino a caduta libera da una trama di pace indotta, l'orrore della guerra portata dagli aerei, le difficoltà di una lotta a senso unico. Bellissima ricostruzione grafica del Giappone pre-WWII, il terremoto del Kanto, storie della periferia di Milano, sentimentalismo consono per temi e proporzioni. Sigarette nella fabbrica della Mitsubishi, voli di carta, ospiti tedeschi, sanatori di tubercolosi insanabili. Poesia pura.
 
 

venerdì 22 agosto 2014

Horroland/L'aldilà




Sceneggiatura 7: mix di trame classiche del Fulci paradigmatico con allucinazioni visive tipiche dell'ultima fase della carriera, bilancio tra paura e dialoghi ottimale.
Scenografia 6: New Orleans pallida di peculiarità che vadano oltre le arcinote paludi di mangrovie, interni sufficientemente claustrofobici.
Cast 6,5: due interpretazioni convincenti nei ruoli cardine femminili, la paura incomprensibile negli occhi sbarrati, le smorfie di dolore delle punizioni corporali.
Regia 7,5: manifesto di capacità portate a compimento, un prologo ocra, atmosfere surrealiste, una scena fulminante di sangue che scorre, ripasso dei fondamentali zombeschi a chiudere.

Horrorland/Paura nella città dei morti viventi

 
 
Sceneggiatura 6,5: variazioni sul tema lovecraftiano con innesti del marchio di fabbrica fulciano (gli zombi, n.d.b.), script altalenante con una scena finale al cimitero decisamente troppo lunga.
Scenografia 6,5: Savannah presta l'immagine a fictious Dulwich, la solarità eccessiva della Georgia attenuata da effetti speciali quali nebbia e polvere in esterni spesso notturni.
Cast 6+: il regista nel suo miglior cameo come medico legale, nella follia che si impossessa della cittadina la paura degli uccisi e la cattiveria degli assassini si mantengono credibili.
Regia 7: piccolo cult non troppo dimenticato, scene di crudeltà inaudita (dal trapano perforante al cervello estratto con le mani), atmosfere da soprassalto ben rese da inquadrature lontane.


martedì 19 agosto 2014

Finsterforst Discography


Pagan folk teutonico dalle lunghe e articolate composizioni melodiche.


RASTLOS (82) cover 72
Nichts Als Asche (80) Fremd (82) Stirbt Zuletzt (82) 
Ein Lichtschein (83) Flammenrausch (81)



ZUM TODE HIN (82)
Urquell (82) Das große Erwachen (82) Seines Glückes Schmied (82) 
Sturmes Ernte (81) Untergang (80)


Letteratura contemporanea/Laplante Lynda X

 
 
Al di là di nostalgie romantiche legate all'assenza della grande eroina Anna Travis (e amplificate dall'introspezione nulla dei poliziotti assegnati a un'indagine complicata), il midollo laplantico emerge distintamente in una fase iniziale che richiama alla mente le fortunate serie televisive Trial and Retribution e Above Suspicion. Tra le classiche investigazioni lente e una lista di sospettati plausibile si inserisce il germe wallachiano della soluzione improbabilmente esagerata, tra avvelenamenti con funghi coltivati e fughe messicankerouachiane di amori saffici. Gettato via in fretta, come l'emblematica ultima frase 'now it's really over'. Pallida anche la London magica in altri tomi dell'autrice, di benessere mai scandagliato tra Richmond e Mayfair. VOTO 6