martedì 28 febbraio 2017

89th Academy Awards/Hacksaw Ridge



Sceneggiatura 7: minime sfaccettature inevitabili da pistolotto patriottico in un soggetto storico di fedeltà apprezzabile, venature di ironia nella fede incrollabile, linearità obbligata da happy ending.
Scenografia 7: Lynchburg sui generis da rarefazione precoce, un campo di addestramento che cita, una scalata alla vittoria militare ben riprodotta di bunker che esplodono e tunnel per seppuku. 
Cast 7,5: la preparazione di Garfield/Doss innegabile e qualificante, zoppicano i famigliari di un mondo lontano ma è pregnante la recita della carne da macello bellica.
Regia 7,5: Gibson redivivo, capacità alterne su temi differenti, enecfalogramma piatto di raccordo e vitalità cinematografica da piena compartecipazione per le gesta di guerra largamente dominanti. 

lunedì 27 febbraio 2017

89th Academy Awards/Hidden figures



Sceneggiatura 7,5: documento storico e strumento di condanna, dalle prime astronavi alla pipì dello stesso colore, la travagliata America caricaturamente protagonista di se stessa.
Scenografia 6: gli anni della segregazione razziale e delle sedan celesti, diners' deco che servono colazioni e sotterranei di mense speciali, Atlanta di nome e non di fatto.
Cast 7: un trio di personaggi più che all'altezza della situazione, la rivoluzione in pochi gesti quotidiani, risurrezione e bilanciamento per il Costner d'annata. 
Regia 7: il gusto celebrativo comunque ridotto all'osso di filmati d'epoca, un equilibrio difficile tra il meccanismo narrativo e la doppia denuncia razziale e sessista in un'opera comunque convincente.

89th Academy Awards/Arrival



Sceneggiatura 8: dal soggetto iperfantascientifico spunti semplificati da grande pubblico, realismo interiore e grande capacità di presa, carte mai del tutto scoperte in un finale criptico.
Scenografia 6,5: vallate verdi e televisorini connessi, il mondo fantastico dei gusci e della loro scrittura circolare a prevalere sui flashback di un futuro triste.
Cast 6,5; la rigidità di certe pedine da kolossal è il lato più noto di Hollywood, ma la Adams meritava almeno una nomination per l'abnegazione sofferta del ruolo di comunicatore tra mondi.
Regia 7: Villeneueve rifugge da ogni cliché alieno, limita al minimo il politically non-correct delle grandi potenze e punta su mistero e psicologia, innovando senza chiamare l'applauso scontato.

sabato 25 febbraio 2017

89th Academy Awards/Moonlight



Sceneggiatura 7: forzata la fedeltà al soggetto teatrale in 3 atti che lima parte della credibilità complessiva in mano al cinema, poesia del quotidiano senza urla o polemiche.
Scenografia 7: Miami colorata di luci al neon in notti stradali, Liberty Square a centri di recupero e case abbandonate al crack, due anime rese più che degnamente nella tripartizione scenica.
Cast 8,5: una serie di attori incredibili, a cominciare inevitabilmente dalle tre parti in una che trasudano attimi di solitudine compartecipata per un affresco intenzionale che va oltre il suo compito.
Regia 7: una valanga di premi simbolici cui si pone la domanda di un estetismo assente che punta sul complessivo a scapito di parzialità sceniche, il confezionamento che basta ma non convince appieno.

89th Academy Awards/Manchester by the sea



Sceneggiatura 7: il senso del flashback nella tragedia annunciata, l'iter travagliato di esistenze distrutte, la provincia come rifugio temporaneo di situazioni da bilanciare.
Scenografia 7: la località del titolo ha le carte in regola, case in legno della costa est americana, bucolicità lacustre e neve da spalare, terreni ghiacciati e bare di lusso.
Cast 8: interpretazioni da statuette che non arriveranno, l'uomo finito che si ridà una chance, l'adolescente riottoso che lima le sue punte acuminate, un contorno di femminilità comunque espressive.
Regia 7,5: Lonergan ovvero 3 pellicole in più di 15 anni, capacità descrittive sopra la media con cineprese che seguono 'live' vicende attuali e passate, il messaggio semplice e sincero.

giovedì 23 febbraio 2017

89th Academy Awards/Hell or High water



Sceneggiatura 7: mezzo dramma mezza commedia, la vita che non si prende mai troppo sul serio, una linea filosofica che emerge dal sommerso di finti western modernizzati.
Scenografia 8: New Mexico che copia e rende al meglio il nulla di magazzini Goodyear e banche locali dall'insegna posticcia, casinò delle riserve indiane e strade desertiche di appostamenti e pick up dal fucile facile, tragicamente veritieri in questo angolo remoto di mondo.
Cast 8: il vecchio leone indomabile e la sua ironia, i fratelli diversi di rapine in banca e quotidianità fallite, il senso della vita nelle lente pianure dell'ovest texano.
Regia 7: il Mackenzie quotidiano, scene che filano di finalità al dialogo, il senso del ritmo a uccidere le pause, il supporto visivo al dramma adeguatamente misurato.

mercoledì 22 febbraio 2017

89th Academy Awards/Lion



Sceneggiatura 8: la storia di tutto un pianeta, gli affetti, il tempo che scorre a velocità diverse, la speranza di un futuro migliore a corollario di una storia vera tristemente fortunata.
Scenografia 7: un'India di capanne di lamiera e sassi da trasportare, binari di una ferrovia da ricordare, scogli panoramici di Tasmania e noti portici in una fredda Melbourne,
Cast 8: la prova del bimbo che urla nei corridoi di un treno vuoto si imprime per sempre nella mente, il contorno parentale un po' forzato per l'eroe bollywoodiano dai tanti pregi anche recitativi.
Regia 7: esordiente con le idee chiare, poco spettacolo fine a se stesso, grande sostanza di commozione esponenziale in scene chiave, i salti temporali obbligati e relegati.

martedì 21 febbraio 2017

89th Academy Awards/La La Land



Sceneggiatura 7,5: un titolo che fa classico immediato, un omaggio molteplice e variegato, citazionismo raffinato che si lascia cogliere anche dal profano, il diritto di ridisegnare un futuro al musical tradizionale.
Scenografia 7,5: L.A. che luccica di pink notturni e mattonato da kolossal nei set cinematografici, l'osservatorio dalle tante vite, i belvedere falsi ed appropriati alle danze di sottofondo.
Cast 6: solo al volante sembra a suo agio il guidatore eterno, la musa di Allen a corrente alternata come l'inevitabile distinguo narrativo tra dialoghi e cantato.
Regia 7,5: il jazz in versione fresh (rispetto al traditional di Whiplash, n.d.b.), Chazelle cresce e azzecca la pellicola colorata nel momento giusto, c'è qualità di riprese teatrale e montaggio fotografico, la mancata ambizione di alcune parti dialogate di raccordo.

Letteratura contemporanea/Sanchez III


Ripartire da un punto. Annodare i fili di una nuova storia verosimile, con riserva, come nell'originale. Solo oltre metà tomo scatta l'evento che riporta vitalità, un rapimento dal crescendo finale assai pellicolizzabile tra omicidi e indagini. A qualcuno potrebbe sembrare che a Clara Sanchez piaccia vincere facile. Replica incompiuta. VOTO 6

Cinema italiano/Fuocammare



Giorni che passano, l'isola degli autoctoni e dei pescatori di corpi, bende su occhi che a scuola insegnano cose, partite a calcio tra supersquadre statali, una radio che lenta distribuisce dediche alle coppie di anziani, l'umanità di una figura centrale come monito di una speranza umanitaria che non deve essere messa in discussione.