giovedì 9 maggio 2013

Il mito Rohmer/Il ginocchio di Claire



Sceneggiatura 8: un ginocchio che è molto più di un simbolo, il desiderio imprigionato e liberato, lo scorrere veloce di giorni di un'eternità solo apparente, la missione della moralità interiore.
Scenografia 7,5: non c'è cura per i fondali come sempre nei lavori del maestro, ma lo scenario del lago di Annecy è davvero maestoso anche senza fronzoli, tra rive verdi e campeggiatori, sentieri panoramici e battelli imprescindibili. 
Cast 6/7: tentennamenti di coppia tra riprese un filo troppo teatrali e sguardi che tradiscono la telecamera, tutto il realismo lo recupera il pianto scomposto della spendidamente algida e inarrivabile avvocatessa.
Regia 7,5: i cartelli che scandiscono i giorni sostituiscono il solito espediente del narratore, i dialoghi aperti a esprimere ampiamente i dubbi generazionali ed eterni dell'uomo di fronte alla tentazione della carne in fiore, tra rifiuti accarezzati e conquiste lasciate sulla carta. Universalmente vero (al netto di differenze di gusti sessuali).

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